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Conferenza Onu sul clima a New York il 23 settembre
di Martina Tafuro

…il problema degli altri è uguale al mio.
Sortirne tutti insieme è politica.
Sortirne da soli è avarizia.
Lorenzo Milani

Capi di Stato e di governo, attivisti, amministratori locali e imprenditori, si incontreranno in un summit mondiale, per fare il punto sugli sforzi di ciascun stato per combattere la crisi climatica. È il Climate Action Summit 2019 dell’Onu, che si terrà a New York lunedì 23 settembre.

“Il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres – si legge nel sito dell’Onu – chiederà a tutti i leader di venire a New York il 23 settembre con piani concreti e realistici per accrescere i loro contributi nazionali al 2020 (gli Ndc: Nationally Determined Contributions), gli impegni di ogni paese per tagliare i gas serra, presi nell’ambito dell’Accordo di Parigi, in linea con l’obiettivo di ridurre del 45% le emissioni di gas serra nel prossimo decennio e di arrivare a zero emissioni nette al 2050.

Per essere effettivi e credibili, questi piani non possono puntare solo alla mitigazione. Essi devono mostrare la strada verso una completa trasformazione delle economie, in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile”.

Un’agenda che intende dettare alcuni passaggi importanti su questi temi:

Finanza: guidare la decarbonizzazione nei settori principali muovendo risorse pubbliche e private;

Transizione energetica: passare dal fossile al rinnovabile tramite l’efficientamento energetico;

Trasformazione del mondo industriale: favorendo l’implementazione di scelte verso lo sviluppo sostenibile delle industrie dell’acciaio, cemento, chimiche, petrolifere e del gas e information technology;

Soluzioni naturali e sostenibili: valorizzazione della biodiversità e dell’agricoltura biologica attraverso la riduzione dell’impatto antropico sul clima e l’ambiente.

“Mio marito, dopo

aver lavorato

per 15 ore al giorno

per cinque giorni

di fila, il sesto

giorno è morto per

troppa fatica”

Un Sok (operaia)

 

IL SUMMIT DEI POPOLI

Ieri, 19 settembre a New York, si è concluso il Summit dei popoli su clima, diritti e sopravvivenza umana. In questa sede i rappresentanti dei popoli nativi, lavoratori, accademici, ambientalisti e attivisti per i diritti umani, con una dichiarazione, per certi versi storica, hanno esortato i governi e le imprese economiche ad affrontare rapidamente l’emergenza climatica per assicurare la sopravvivenza dell’umanità.

Tra gli strumenti di pressione su governi e imprese economiche sono stati individuati le azioni giudiziarie comuni, le campagne nazionali e internazionali, i disinvestimenti dal settore delle energie fossili e un uso più efficace degli strumenti a disposizione per chiamare i responsabili di determinati comportamenti e azioni a renderne dovutamente conto.

IL SUMMIT DEI GIOVANI


La conferenza sarà preceduta, domani 21 settembre,  dallo UN Youth Climate Summit, il vertice dei giovani sul clima.

Saranno presenti oltre 500 giovani da tutto il mondo, scelti dalle Nazioni Unite come leader nei loro paesi della lotta alla crisi climatica.

Al summit di sabato sarà presente l'attivista svedese Greta Thunberg (cfr. lavocedelquartiere.it), arrivata a New York in agosto in barca a vela, per non produrre emissioni di gas serra.

L'Italia sarà rappresentata da una attivista del movimento Fridays For Future, la romana Federica Gasbarro, 24 anni, studentessa di biologia.

A CHE PUNTO È L’ITALIA?

La Commissione Europea ha stabilito che tutti i Paesi membri dovranno abbandonare la plastica monouso entro il 2021.

“Di fronte al costante aumento dei rifiuti di plastica negli oceani e nei mari”, scrive la Commissione, “si propongono nuove norme di portata unionale per i 10 prodotti di plastica monouso che più inquinano le spiagge e i mari d’Europa e per gli attrezzi da pesca perduti e abbandonati, che rappresentano il 70% dei rifiuti marini”.

In questa prospettiva, già dal 2019 in Italia è in vigore la normativa contro i cotton fioc usa e getta. In Italia è stato lanciata l’iniziativa Plastic Free Challenge.

La normativa europea è seguita alla regolamentazione delle buste in plastica varata nel 2015: un provvedimento che, stando ai dati dell’Ue, ha portato a un abbandono definitivo del prodotto da parte del 72% degli europei.

La battaglia, comunque, è appena iniziata, secondo lo: “Studio del Parlamento Europeo: Plastica monouso e attrezzi da pesca: riduzione dei rifiuti marini” almeno 8 milioni di tonnellate di plastica finiscono in mare ogni giorno.

In questo quadro si aggiunga che il nostro Paese è il primo consumatore in Europa, e secondo al mondo, per utilizzo di acqua imbottigliata.

Personalmente sono convinta che solo attraverso la conoscenza è possibile raggiungere un sistema economico maturo e consapevole.

Umberto Eco evidenzia i tre vertici del triangolo di questa economia: la ricerca, la formazione e l’industria creativa.

Di mio, aggiungo la salute dell’ambiente, la salute fisica e psichica dell’uomo, per trasformarlo nel pentagono dello sviluppo.

È un’economia partecipativa che agisce per il bene dell’altra persona, amandola e aiutandola concretamente ed è aperta alla speranza.

Napoli, 20 settembre 2019