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Cibo e tradizioni: i simboli della Pasqua.

di Chiara Scamardella

Durante la Settimana Santa, a parte i riti religiosi, sono molte le tradizioni antiche ancora oggi in uso.

Lo scambio delle uova era un rito presente anche nelle culture arcaiche all’inizio della Primavera, dell’anno o semplicemente in occasioni di festa, poiché simboleggiava l’uovo cosmico, la nascita e rinascita dell’universo; naturalmente, il rito fu ripreso dai cristiani che lo trasformarono nel simbolo della Resurrezione, poiché dentro il guscio che sembra morto, c’è una nuova vita pronta a sbocciare. Nel Medioevo, si introdusse la tradizione di donare uova sode ai servi, colorate bollendole in acqua con erbe e fiori, e uova decorate in metalli preziosi dedicate ai nobili.
Altri simboli pasquali sono: la colomba, che rappresenta la riconciliazione con Dio avvenuta attraverso il sacrificio di Cristo, la lepre che porta le uova, in quanto la lepre non ha dimora fissa così come Gesù disse di sé, è gentile ed esprime la nuova vita che ritorna ogni Primavera e naturalmente l’agnello immolato sull’altare sacrificale.
Dunque, se è semplice capire l’origine del dolce pasquale a forma di colomba, un po’ più complessa è quella della pastiera: sicuramente risale alle torte rustiche dei contadini durante la processione delle uova per la dea Cerere a primavera, oppure la ritroviamo nel periodo di Costantino o nelle nozze romane in cui si faceva una morbida torta di farro e crema di ricotta. Ma il mito più bello è quello in cui la sirena Partenope, avendo omaggiato gli abitanti del Golfo col suo dolce canto, fu ringraziata con sette doni: la farina, simbolo di ricchezza; la ricotta, simbolo di abbondanza; le uova, simbolo di rinascita; il grano cotto nel latte, simbolo di unione del regno animale a quello vegetale; i fiori d’arancio, odore campano; le spezie, per ricordare i popoli lontani ed infine lo zucchero, dolce come il suo canto.

Napoli, 3 aprile 2015