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“Cambiare il mondo: innovazioni e vita migliore per le generazioni future”.

di Martina Tafuro

31 ottobre 2019: Giornata mondiale della città

La giornata è stata istituita per sensibilizzare la comunità internazionale
sul tema dell’urbanizzazione e contribuire allo sviluppo urbano sostenibile

 Gli obiettivi principali sono:

  • Aumentare la consapevolezza di come le innovazioni digitali possono essere utilizzate.
  • Implementare  servizi urbani per migliorare la qualità della vita e migliorare l’ambiente urbano.
  • Progettare nuove tecnologie di frontiera in grado di creare città più inclusive.
  • Offrire nuove opportunità per la generazione di energia rinnovabile nelle città.
  • Mostrare come le tecnologie di frontiera possono promuovere l’inclusione sociale nelle città.

Il ventesimo secolo è stato contrassegnato da un’inarrestabile crescita demografica e territoriale. L’economia si è strutturata e trasformata, sia attraverso le scelte insediative delle imprese, che favorita dal potenziamento delle infrastrutture.

L’uso del suolo  per favorire insediamenti  e infrastrutture è avvenuto a discapito dell’agricoltura, del paesaggio e della varietà delle specie vegetali e animali, apportando modifiche irreversibili. Per uno strano caso del destino, nel secondo dopoguerra questa trasformazione del suolo si chiamava progresso…oggi è stata ribattezzata crescita.

La realtà di oggi è che tutti parlano di crisi, l’ordine urbano e territoriale si è frantumato, sparpagliato, sbriciolato. Tutti fantasticano nella ripresa che verrà, ma di crisi in crisi la ricetta rimane immutata: continuare a costruire.

L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha designato il 31 ottobre come Giornata mondiale della città, con la Risoluzione 68/239.

Scopo della Giornata è promuovere l’interesse della comunità per l’urbanizzazione globale, darà impulso alla cooperazione tra i paesi per affrontare le opportunità e affrontare le sfide dell’urbanizzazione e contribuire allo sviluppo urbano sostenibile in tutto il mondo.

Tema 2019:” Cambiare il mondo: innovazioni e vita migliore per le generazioni future”

Il tema generale della Giornata mondiale della città è Better City, Better Life, mentre ogni anno viene selezionato un sotto-tema diverso, per promuovere i successi dell’urbanesimo o affrontare sfide specifiche derivanti dall’urbanizzazione.

Oltre la metà della popolazione mondiale vive attualmente in città. Con il numero che dovrebbe raddoppiare entro il 2050, l’urbanizzazione è una delle tendenze più trasformative del mondo.

Essa pone diverse sfide di sostenibilità legate a abitazioni, ambiente, cambiamenti climatici, infrastrutture, servizi di base, sicurezza alimentare, salute, istruzione, posti di lavoro dignitosi, sicurezza e risorse naturali. L’urbanizzazione può anche offrire grandi opportunità ed è uno strumento fondamentale per lo sviluppo sostenibile se fatto nel modo giusto.

È possibile utilizzare l’urbanizzazione per raggiungere lo sviluppo sostenibile adattando il modo in cui le città sono pianificate, progettate, finanziate, sviluppate, governate e gestite.

Le città sono sempre state incubatrici di innovazione e sono in grado di creare prosperità, migliorare lo sviluppo sociale e offrire occupazione. Si dice spesso che la battaglia per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile sarà vinta o persa nelle città.

Perché ciò accada, le città dovranno continuare a guidare l’innovazione in modo risoluto per ottenere un impatto duraturo nelle comunità e garantire che nessuno e nessun posto rimanga indietro.

Allo stesso tempo, l’innovazione può contribuire alla disuguaglianza e deve essere accompagnata da adeguate politiche di regolamentazione economica e sociale. I giovani e le donne hanno bisogno dell’opportunità di partecipare e contribuire maggiormente all’innovazione nelle città.

La nuova economia digitale si basa sui dati, riduce i costi di transazione e le piattaforme di condivisione e ha già un profondo effetto in molte città. Le innovazioni nella mobilità, compresi i trasporti autonomi e i veicoli elettrici, richiederanno approcci diversi alla pianificazione urbana. Tecnologie come l’intelligenza artificiale, la realtà virtuale e l’internet delle cose presentano efficienza e opportunità di comunicazione che richiedono nuovi modi di confronto e di approccio.

Attraverso lo sviluppo di conoscenza, partecipazione, trasparenza e capacità di ascolto, dobbiamo riconsiderare le ex città bene pubblico appartenente alla collettività e quindi non appartenente all’economia del libero mercato.

Urbanizzazione all’italiana

Gli anni Cinquanta e Sessanta, è stato il periodo della prima espansione dell’urbanizzato,erano gli anni della ricostruzione postbellica, processo realizzato in funzione della crescita demografica e delle nuove attività produttive.

Nei primi anni sessanta questo processo si bloccò e si risolse aumentando le risorse pubbliche in favore della costruzione di alloggi economici  e popolari, spacciati come edilizia pubblica anche se di pubblico c’era  ben poco. Questo processo, continuerà nel decennio successivo e farà da sfondo al passaggio dall’alloggio in affitto al condominio in proprietà e rappresentò miglioramento sociale e culturale.

La seconda ripresa espansiva dell’urbanizzato si arena nei primi anni Novanta, con la crisi della prima Repubblica. Si accorciano gli intervalli fra una crisi e l’altra. Il ciclo edilizio si riprende nell’ultimo decennio, avvio del  3° millennio; quando trionfa quella che sarà definita la “bolla edilizia americana”.

Il tempo presente è contrassegnato dalla svendita del Demanio Pubblico, con la fine della pianificazione urbanistica. Lo Stato per aumentare le entrate e per denunciare minore indebitamento, usa cartolarizzare così come molte aziende.

Lo Stato vende i propri Ministeri, in genere a un’immobiliare che le affitta al venditore. L’estate, come si usa in inglese con l’affitto paga la rata del mutuo pattuito con una banca per l’acquisto.

La banca ha tutto l’interesse a gestire, a far proprio, il capitale delle stesse immobiliari, specie se quotate in Borsa.

Non è necessario che i fabbricati siano occupati, la banca ha tutto l’interesse a gestire il capitale delle stesse immobiliari. L’aumento di valore delle azioni, della banca o dell’immobiliare o del faccendiere, permette di acquisire nuovo capitale da investire, ancora in edilizia, per ottenere altro capitale, successivo rialzo del valore delle azioni, altri mutui.

Insomma, da una parte si proclama lo sviluppo sostenibile e la crescita qualificata, l’etica del mercato e l’estetica del paesaggio, intanto si privatizza il territorio e si fa dimenticare il reale significato delle parole.

Patrick Geddes, biologo e pianificatore,  ha detto che la moltiplicazione dei mezzi materiali “tende solo a una maggiore produzione di una crescita di povertà”.

Con la perequazione, cioè la vendita da parte delle Amministrazioni comunali di metri cubi edificabili nei terreni ancora liberi, i profitti non pareggiano le spese di gestione che aumentano con l’espandersi dell’urbanizzato, fino a diventare insostenibili.

Non si fa più manutenzione, in primis le amministrazioni pubbliche e il degrado aumenta.

La continua urbanizzazione non può essere un ciclo perpetuo. La città è diventata il palcoscenico della dissipazione collettiva di risorse pubbliche e private.

Approfondimenti:

Napoli, 29 ottobre 2019

Sono Martina Tafuro e ho 22 anni: laureata in Economia Aziendale alla Federico II. Scrivo per cercare di capire chi sono e dove sto andando, per dare sfogo alla mia inquietudine. Il mio desiderio più grande è quello di conoscere il mondo e i suoi meccanismi, partendo dall’indagine dei suoi più piccoli tasselli: le persone. Credo in un mondo più equo, ma sono già follemente innamorato di questo.