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A Bologna migranti in passerella
Un sarto ivoriano presenta i suoi modelli attraverso rifugiati e richiedenti asilo.
di Mario Mormile

All’interno delle iniziative presenti a Bologna per il Festival dei diritti umani e di “Via Guerrazzi in Festa” in svolgimento in questi giorni, una rievocazione del percorso dei migranti africani verso l’Italia attraverso la moda.

Promosso dall'associazione “Vicini d’Istanti” fondata da italiani e persone di varie nazionalità dall'Africa tra cui Mamadou Camara un sarto della Costa D'Avorio, l'associazione si occupa di promuovere la solidarietà nei confronti dei migranti attraverso iniziative di vario genere che puntano a ridare loro dignità e mostrarne le capacità.

Un' iniziativa come quella promossa nei giorni scorsi nei pressi della Cineteca di Bologna dal titolo "Yadu Partire" dove un rifugiato della Guinea raccontava il proprio viaggio per giungere fino in Italia alternato dalla voce di un italiano che mostrava il suo punto di vista sulle migrazioni. Il tutto all'interno della cornice della sfilata di moda, un modo diverso di raccontare le migrazioni, di mostrare le capacità dei migranti e di senzibilizzare le persone su temi più che mai attuali.

I modelli che hanno partecipato erano tutti dei rifugiati e richiedenti asilo provenienti dalla Guinea Equatoriale e della Costa D'Avorio, gli abiti sono stati confezionati con stoffe provenienti dall'Africa Occidentale. Per arricchire ulteriormente il discorso sull'integrazione accanto a loro hanno sfilato modelli e modelle italiani che si sono prestati per l'evento.

Al fine di ricordare i diversi status l'associazione ha spiegato come i modelli fossero caratterizzati da situazioni diverse: dal richiedente asilo, al rifugiato, al migrante già integrato nella società, al fine di fare maggiore chiarezza sui temi dell'immigrazione e sulle difficoltà burocratiche a cui si va incontro. Un'ottima esperienza per sensibilizzare la cittadinanza verso le difficoltà di chi arriva nel nostro paese ed un modo nuovo di promuovere le loro capacità.

Bologna, 21 maggio 2017