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Fiato sul collo su Bagnoli: presentata un’interrogazione parlamentare e inviata una lettera aperta al Sindaco di Napoli

 Il Movimento 5 Stelle torna ad interrogare il Governo sul destino del SIN Bagnoli – Coroglio, e lo fa tramite un’interrogazione parlamentare depositata ieri in Senato a prima firma della senatrice Paola Nugnes e sottoscritta da altri dieci parlamentari del M5S, destinata al Ministro dell’ambiente Galletti. Contestualmente, gli attivisti del M5S Napoli hanno inviato una lettera aperta al Comune in cui pongono dieci domande per l’amministrazione de Magistris.

INTERROGAZIONE PARLAMENTARE

RICOSTRUZIONE DI CITTA’ DELLA SCIENZA – Il M5S si oppone alla ricostruzione di Città della Scienza sulla spiaggia, ricordando al Ministro che su quella zona gli strumenti urbanistici vigenti prevedono il ripristino del litorale e la destinazione della spiaggia ad uso pubblico, così come deliberato dal Comune di Napoli a seguito di una petizione sottoscritta da 14mila cittadini napoletani. La scelta di ricostruire Città della Scienza in loco risponde soltanto ad oscure logiche politico-gestionali, e pertanto si chiede al Ministro se non intenda valutare uno spostamento dell’edificio nell’entroterra.

ASSENZA DEL CERTIFICATO DI BONIFICA – Il Movimento chiede al Ministro se sia in possesso del certificato di avvenuta bonifica del suolo su cui insiste Città della Scienza, poiché ai cittadini di Bagnoli che ne hanno fatto richiesta non è mai stato esibito.

FINTECNA E I DUBBI SUL FALLIMENTO DELLA BAGNOLIFUTURA – Il fallimento della Bagnoli Futura SpA è stato decretato dal tribunale di Napoli su richiesta del pagamento dei suoli da parte di Fintecna, ossia proprio del soggetto direttamente responsabile dell’inquinamento dei suddetti suoli (in quanto subentrato al gruppo IRI): non è chiaro il motivo per il quale la Fintecna vanti i 60 milioni di euro di crediti verso la Bagnoli Futura, tenendo conto che tali suoli, acquisiti nel 2001 dal Comune di Napoli, non potrebbero affatto avere questo valore: infatti, se la Bagnoli Futura avesse adempiuto alla propria mission aziendale, in mancanza della bonifica degli arenili e dei fondali che Fintecna non ha mai svolto, nessun privato si sarebbe mai presentato per aprire un’attività turistico-balneare. Inoltre non sono conosciute le modalità con cui la Fintecna abbia pagato la bonifica e il risarcimento del danno in ottemperanza al noto principio europeo “chi inquina paga”. Pertanto si chiede al Ministro se abbia promosso o intenda promuovere misure per recuperare dalle società Ilva, Eternit e Cementir le somme necessarie a coprire i costi per la completa bonifica dell’area, in virtù del principio suddetto.

GLI ALLARMI INASCOLTATI – I parlamentari ricostruiscono le vicende della Commissione comunale di Vigilanza sulle attività della Bagnoli Futura SpA istituita nel 2005, entrata in funzione soltanto nel 2007 dopo che i primi due anni la Commissione non aveva mai potuto riunirsi in seduta valida per la reiterata assenza dei vertici della Bagnoli Futura e degli stessi consiglieri comunali che ne facevano parte, tanto che l’ex presidente Passariello presentò un esposto in Procura. Già nella relazione conclusiva della Commissione, nel 2007, si evidenziavano i ritardi accumulati rispetto al piano di intervento della Bagnoli Futura, alla bonifica della linea di costa e dei fondali marini. Inoltre la relazione parlava di “numerosissime ed inquietanti anomalie procedurali” relative ad imprudenze nella gestione della bonifica, inadeguatezza dei bandi di gara, superficialità nell’affidamento degli appalti. Al Ministro si chiede quindi di sapere se è a conoscenza degli ostacoli frapposti fin dall’inizio alle attività di controllo della Commissione e perché non sono state adottate fin da allora misure volte ad interrompere queste “scorrettezze” (in senso eufemistico).

I PERICOLI PER LA SALUTE PUBBLICA – Dal 2013 si è aperto un procedimento penale a carico di numerosi amministratori pubblici ed industriali per la mancata bonifica di Bagnoli, che secondo la Procura avrebbe provocato un disastro ambientale. Poiché dal quadro attuale si evince una contaminazione dovuta da idrocarburi, PCB, metalli pesanti e amianto, si chiede al Ministro se siano state intraprese delle misure volte a scongiurare pericoli per la salute dei cittadini di Napoli e in particolare del quartiere Bagnoli – Fuorigrotta, anche in accordo con il Ministero della salute.

LETTERA AL SINDACO DI NAPOLI

Nel corso di una seduta del Consiglio comunale del 16/06/2011, il sindaco de Magistris fece questa dichiarazione:

“…stiamo già al lavoro per creare le condizioni perché a Bagnoli si possa immediatamente ripartire non come è stato fatto nel passato per costruire abitazioni private, ma per rilanciare l’innovazione tecnologia, la ricerca, il terziario, la piccola e media impresa, il turismo, per restituire il mare e la spiaggia ai bagnolesi, ai napoletani e a tutti i turisti che vogliono venire a Napoli!”
In virtù di quelle parole che ad oggi sono state disattese, il MoVimento 5 Stelle Napoli ha indirizzato al sindaco e all’assessore all’urbanistica Piscopo una lettera aperta, ponendo dieci domande sul futuro che il Comune ha in serbo per Bagnoli.
In particolare il M5S Napoli ricorda che in quell’area non potrà essere realizzata nuova edilizia residenziale, poiché l’area di Bagnoli sarà inclusa nella zona rossa del Piano di rischio vulcanico dei Campi Flegrei annunciato dall’INGV e dall’assessore regionale Cosenza qualche mese fa.

Si chiede poi perché il Parco dello Sport non sia stato ancora aperto, nonostante il sindaco ne avesse prospettato l’imminente apertura già nel 2012.

Si chiede se Nisida diverrà un porto turistico o un parco naturale protetto e se vi siano all’esame ipotesi di delocalizzazione del carcere minorile.

Napoli 05/08/2014