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Allora Dio è morto?

di Giulia Di Nola

Nella società odierna, non a torto definita fluida e perciò caratterizzata da repentine trasformazioni storico-culturali, i valori morali, quali la sacralità della Persona umana, capitolano sotto i duri colpi d’un severo degrado antropologico.

Di fronte a un tale imbarbarimento si leva la voce altisonante e sempre attuale del beato Rosmini che pone all’apice della sua visione filosofica proprio il concetto di Persona, intesa come DIRITTO e categoria delle categorie.

Alfa e omega dell’intero creato, tra le leggi la LEGGE, specchio del Dio vivente, bene prioritario su quelli esistenti: la Persona umana avanza gloriosa nella prospettiva etica dell’Abate il quale, riprendendo un’arcaica definizione del concetto di Persona risalente ai Latini (per-sonare), afferma che la Persona, come “sonante”, ci sveglia, ci scuote da sonni letargici e grida la sua inviolabilità, dal concepimento alla dipartita.

I due mondi, quello umano e quello divino, s’incontrano nella persona, nella soprannaturalità di quest’ultima, nell’innocenza e purezza di sentimenti come quelli che albergano nel cuore degli umili e in quello indifeso dei bambini.

Oggi, più che mai, si sente parlare di infanzia violata e di diritti lesi. La pedofilia, scandalosa e oscena, dilaga espandendosi a macchia d’olio e coinvolge molte fasce del tessuto sociale; ma ciò che maggiormente sgomenta è il fatto che quella infangante aberrazione abbia implicato parte dell’insospettabile clero.
Ma forse i pastori della Chiesa non ricordano che abusare dei bambini è al contempo abusare della persona umana come di quella divina: quindi chi stupra i minori, stupra anche il Divin Maestro perché è scritto: “qualunque cosa avete fatto al più piccolo lo avete fatto a me” Mt 25,40

E questo nel bene come nel male!

Napoli, 30 aprile 2017