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Conosciamo la Kizomba col Maestro Luca Kalù

di Cristina Iavazzo

Andando in giro per locali che offrono serate latine, è capitato a tutti noi, negli ultimi tempi, di imbatterci in un nuovo fenomeno danzante, la kizomba di recente approdo in Italia. Abbiamo il piacere di parlarne con un maestro d’eccezione, Luca De Marino, conosciuto anche con il nome d’arte di Kalù, che insegna salsa e kizomba, e che ha formato una buona parte del popolo salsero campano.

Luca, ma, cos’è la kizomba?

La kizomba è un ballo di origine angolana che trae spunto dal Semba (un tipo di musica e ballo secolare caratteristico dell’Angola). Tra la fine degli anni ‘70 e l’inizio degli anni 80 il Semba comincia a diffondersi e contemporaneamente ad evolversi, subendo la contaminazione di altri ritmi musicali. Partendo dall’Angola, esso approda a Capoverde e li subisce le prime contaminazioni fino a diventare Kizomba. La stessa Semba, andando invece verso l’Europa, è diventata Zouk (un tipo di musica e danza ottenuta miscelando musiche e stili africani, caraibici ed europei), mentre in Brasile si è evoluta in Samba.
La kizomba è oggi diffusa in tutto il mondo grazie alle possibilità di sviluppo fornitele dalle contaminazioni che ha subito nei diversi paesi e dalle diverse lingue utilizzate nelle canzoni, che sono il portoghese, l’inglese, il francese e lo spanglish ( fenomeno di interazione tra spagnolo e inglese, iniziato da coloro che parlano spagnolo negli USA, e che ha generato questa particolare lingua). In Italia siamo un po’ arretrati poiché la kizomba è arrivata con notevole ritardo.

La kizomba ha qualcosa che ricorda la milonga ed il tango. Ci sono state contaminazioni da parte di questi due generi?

Assolutamente no. Kizomba, milonga e tango non hanno nulla a che vedere l’uno con l’altra. Non ci sono state contaminazioni da parte di questi due generi, anche se nei movimenti la kizomba ricorda un po’ milonga e tango. Solo una serie di coincidenze hanno condotto a questa somiglianza. Oggi invece ci sono contaminazioni che non dovrebbero esistere tra tango e kizomba e purtroppo troppo tango viene messo nella kizomba e troppa kizomba nel tango.

Perché la gente dovrebbe ballare la kizomba?

La gente dovrebbe ballare a prescindere, perché se il ballo è vita e socializzazione, dovrebbe farlo a dispetto della materia e del ritmo. Sicuramente la kizomba permette di abbattere diverse barriere con l’altro sesso, proprio perché i due partner ballano estremamente attaccati l’uno all’altra.
Inoltre stiamo parlando di un fenomeno nuovo, che in quanto tale è più facile che si alimenti rispetto ad un altro che è già andato.

Luca, possiamo dire che sei stato tra i primi a diffondere questo genere a Napoli?

Ho la presunzione di dire di si, perché ho cominciato a ballarla quattro anni fa durante un “Salsitaly” con Fernando Bum Bum, un angolano precursore della kizomba in Italia e poi ho continuato studiando con lui a Terni. In seguito mi sono perfezionato in Francia e a Capoverde approfittando di una vacanza fatta li. Fondamentalmente la kizomba capoverdiana non è tra le mie preferite ma comunque l’ho imparata per una questione didattica. Oggi molte persone la studiano con me.

Napoli, 23 febbraio 2015