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Inaugurato il Museo della Civilta’ Contadina dell’area del Fortore
Gran folla a Montefalcone

di Luigi Antonio Gambuti

Con una tavola rotonda sul tema “Realtà contadina del Fortore, problemi e prospettive” si sono concluse le manifestazioni collaterali della Mostra della civiltà contadina, aperta a Montefalcone per idea e cura di Cosimo Nardi e organizzata dalla scuola elementare e dal Comune del paese fortorino.

Grosso successo di visitatori nei primi quindici giorni di apertura; quanto molto rilievo hanno riscosso gli incontri politico-culturali che su di essa si sono innestati.

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Area della Valle del Fortore

In questi giorni sono presenti a Montefalcone, a dare il loro contributo di idee e di presenza, Francesco Polizio, assessore regionale all’agricoltura, i consiglieri regionali Ernesto Mazzoni e Costanzo Savoia, il deputato europeo Roberto Costanzo, Antonio Bocchini, capo dell’ispettorato Provinciale dell’agricoltura, De Filippo dell’ Ispettorato forestale, Carmine Santanelli , vice presidente del Partito Liberale Italiano, Genovese del Partito Repubblicano, Crisci del Pdup, Sepe della Dc, l’ispettore centrale dirigente superiore del Ministero della Pubblica Istruzione Marco Cavallo la pittrice romana Imperia Ciletti, il pretore di Ariano Irpino, il giornalista Clemente Cassese, Luigi Nespoli, segretario regionale della Lega per le autonomie e i poteri locali, Angelantonio Mercuro, presidente del Distretto scolastico di San Marco dei Cavoti, il comandante della tenenza dei CC di San Bartolomeo in Galdo, Facchino del PSDI, Miraglia del PCI, Giuseppe Pizzi docente di legislazione scolastica, qualche sindaco del comprensorio, sindacalisti, professionisti, giovani operai e contadini, segretari politici, studiosi e ricercatori.
Tutti entusiasti dell’iniziativa, hanno dato indicazioni e suggerimenti,taluni assumendosene gli impegni, per la costruzione di un museo della civiltà contadina dell’area del Fortore, per non disperdere l’ingente patrimonio di testimonianze oggettuali raccolto da Cosimo Nardi, “un atto d’amore per la propria terra”.

Così scrivevo su il Mattino di domenica 18 luglio 1982.

A distanza di trentasei anni, Montefalcone di Valfortore ha vissuto la stessa intensa giornata di studio e di indirizzo per celebrare l’apertura del Museo della Civiltà Contadina nell’Area del Fortore, intitolato a Cosimo Nardi che, con tanti altri, dette l’avvio all’iniziativa.

Molti di coloro i quali si dettero convegno nel lontano mese di luglio del 1982 non ci sono piu’.

Noi, sopravvissuti alle sfide della vita, siamo stati testimoni oggi di un impegno che ha realizzato quanto tanti anni fa fu ideato e progettato da quella cordata di virtuosi che, pur nelle difficoltà della realtà in cui si muovevano, osarono sognare qualcosa che desse vita e respiro ad una cultura che già in quei tempi era considerata non egemone, se non proprio di irrilevante importanza, nella scala valoriale della storia.

Onore a loro e se ne conservi la memoria; e auguri a quanti, oggi, sono e sono stati protagonisti, attori e comprimari di un evento realizzativo che, ed era ora, rappresenta un dato di certezza (e di concretezza!) nella narrazione delle vicende umane della terra fortorina.

I dati sono certificati ed offerti da ben tremila reperti di una civiltà che si è fatta, e si fa tuttora storia, tessuto e ordito di una esperienza umana che è stata, e per fortuna, continua ad esserlo, matrice e compagna di viaggio di intere generazioni.

Così, all’inizio dell’estate,ci siamo recati a Montefalcone dove, nella stupenda struttura museale sorta sulle rovine della vecchia scuola elementare, si sono dati convegno autorità civili e militari, molte rappresentanze religiose, studiosi e protagonisti di una realtà che rappresenta lo stimolo a non mollare nella convinzione che, quando ci si mette l’anima e la volontà, qualcosa si riesce a fare.

Così, al microfono,  nella sala gremitissima modernamente attrezzata, si sono alternati il dott. Olindo Vitale, sindaco di Montefalcone di Valfortore; il prof. Luigi Capasso, direttore scientifico del Museo Civico di Montefalcone; Francesco Nardi, Presidente dell’Associazione della Civiltà Contadina dell’Area del Fortore; l’architetto Luigi Luongo, progettista e direttore dei lavori, che hanno dato vita alla struttura museale; la prof.ssa Gea Palumbo, dell’Università di Roma Tre, che ha relazionato sul tema ”Donne e Uomini della cultura contadina meridionale-la ricerca di Cosimo Nardi.”

Hanno portato il loro saluto il sindaco di Benevento, on.le Clemente Mastella e il presidente della provincia Claudio Ricci.

A chiusura, l’intervento del sottoscritto che,  con Cosimo Nardi, nel lontano 1980, a San Giorgio La Molara, lanciò e condivise l’idea del recupero dei materiali –non soltanto “oggetti”, per fondare una struttura museale per recuperare e tramandare la memoria delle antiche e recenti generazioni.
Una comunicazione “secca”, poco umorale perché letta , che non ha – e lo dice chi ne è stato l’attore-  soddisfatto chi la ha realizzata e chi, forse suo malgrado, ne è stato destinatario.

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Museo della Civiltà Contadina del Fortore

CAPITA

Capita. Capita a tutti -e chi lo nega è in malafede o è tanto sicuro di sé da non avere senso di autocritica, dopo una “fredda” autoanalisi – capita che, tornando a casa dopo aver preso parte ad un convegno ed avervi “preso” la parola, riemergono tra i pensieri quelli che avresti voluto dire e che non hai detto, le parole che avrebbero qualificato il tuo discorso e non le hai dette, quel concetto-chiave che avrebbe dato un significato importante alla tua esposizione. Capita, così, che al ritorno da Montefalcone, ripensando al poco o niente che hai lasciato come testimonianza della tua presenza – ti viene in mente l’universo di persone, fatti ed opere che hanno lastricato il percorso che ha attinto il traguardo che ha visto nel Museo la sua realizzazione.

E allora pensi ai maestri di San Giorgio La Molara e ai loro alunni; ai contadini di Calise e Perazzeta, alle sortite lungo il “Tammaro sassoso” in cerca di mulini; ai canti popolari raccolti a Monteciraso; alla radio Sannio Tre che fu canto collettivo per allarmare e risvegliare le coscienze; alle ricerche di camini e di cortili; alla neve che ostruiva il lago e impediva a Raimondo di andare a Montefalcone per “fare” il Direttore; a Guglielmo Lucarelli onnipresente; al professor Jovannowsky e ai reperti romani rinvenuti a valle della Morgia delle Fate; alla corrispondenza quotidiana sul Mattino e alle collaborazioni su Realtà Sannita e sul Messaggio; agli incontri con Pedicini e Fuccio, stimolatori e sostenitori di interessi culturali; al pane di Teodora e al prosciutto di De Cicco…a Nicola Ciletti e ai premi di pittura e letteratura nazionali con Del Vecchio e Sciarelli in commissione; al teatro “3T” del sociologo Miraglia, alle luci di Basaleone e alla casa dell’oro nel fosso, giù al piano sotto Tufi…allora pensi a tutto ciò che è stato pentagramma di una vita, le cui note risuonano tuttora, vibranti e potenti, sì da sorreggere il passo di un cammino che s’accorcia mano a mano verso la meta designata…

Napoli, 11 settembre 2018