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Quando gli allevatori bufalini lavorano rispettando la légge…
Santa Maria La Fossa: Arrivano I Carabinieri? In Regola L’azienda Della Vecchia
Il fiero capostipite Sebastiano a capo di un’esemplare unità agrozootecnica

di Raffaele Raimondo

L’episodio rientra nel novero delle buone notizie e …fa notizia, proprio considerando che in genere simili vicende si traducono spesso in “cattive notizie” corredate da inevitabili sanzioni per questa o quella violazione delle norme vigenti. Non così per Sebastiano Della Vecchia alla guida di un’azienda agrozootecnica (attiva in territorio fossataro al podere 512) che qualche giorno fa ha ricevuto la visita del Nucleo Carabinieri dell’Ispettorato del Lavoro.

Primo accertamento sul personale: risultati regolarmente inquadrati il figlio e l’indiano dipendente. Subito dopo, controllati animali, raccolta e trattamento del letame, vasche e quant’altro serve per gestire in efficienza una delle tante unità produttive disseminate nella pianura del Basso Volturno ove si produce, da tempo immemore, il miglior latte bufalino d’Italia. In sintesi, non è emersa alcuna inosservanza delle léggi sul lavoro e quindi ispezione conclusa: questo il felice esito della compiuta azione-lampo.

Fiero, naturalmente, il capostipite Sebastiano e contenti, stavolta, anche i militari che hanno preso atto della praticata legalità.

La vicenda, posta a confronto con quanto sovente riportano le cronache, assume carattere eccezionale, perché i dominanti precedenti storici e lo stesso complessivo contesto attuale svelano ben altre incrostazioni, tendenze e furbizie, sommando le quali si spiegano tanti disastri strutturali, ingiustizie sociali ed errori gestionali che, nel tempo, hanno causato il ritardo economico di cui la zona soffre tuttora, a prescindere dalle miopie culturali e politiche che hanno da sempre contribuito pesantemente ad aggravare le situazioni. La qualità del prodotto finale e la consistenza del fatturato dipendono soprattutto dalla robustezza d’un tripode: efficacia, efficienza, legalità. Tale, in fondo, è il segreto del capostipite, la cui esperienza viene da lontano e guarda lontano. Dunque, l’antica saggezza fa il paio con la lungimiranza che, alle previste scadenze, dà i suoi buoni frutti e rinforza speranze per l’avvenire e nuovi investimenti. In realtà, Sebastiano Della Vecchia è conservatore dei tradizionali valori di genuinità a tutto campo e innovatore al rapido passo del cambiamento. Ecco la sua marcia in più che, però, non esclude sacrifici e cammini controcorrente.

Se inoltre si tien conto di due non secondari fattori aggiuntivi, il quadro è chiarissimo, fino a diventar esemplare per quanti ancòra preferiscono ricorrere a sotterfugi e mezze misure. Infatti, il primo riguarda l’immancabile partecipazione di Sebastiano alla cordata di 20 agricoltori cui il Comune di Santa Maria la Fossa ha affidato la coltivazione di altrettanti fondi de La Balzana, enorme bene confiscato e rimasto per anni all’abbandono. Il 15 settembre 2017 si organizzò il raduno generale sul sito dove, in effetti, andava a decollare un esperimento di cooperazione che tuttavia attende, dalle istituzioni deputate, numerosi perfezionamenti e sostegni configurati da Agrorinasce diretta da Giovanni Allucci. Il secondo fa leva sulla mobilitazione della famiglia, giacché i Della Vecchia, molto affettuosamente ma fermamente coordinati dal capostipite, lavorano in spirito di unità, di coesione. E, in un’area dissanguata dall’emigrazione, questo conta non poco e tramanda di padre in figlio le competenze, come avveniva nell’antica civiltà contadina. Una positiva ispezione dei Carabinieri racconta tutto ciò ed altro ancòra.

Santa Maria la Fossa, 8 giugno 2018