Al Teatro Augusteo di Napoli una bravissima Veronica Pivetti in “Viktor Viktoria”.
Veronica Pivetti Interprete Perfetta di Melanconica ed Ironica Viktor Viktoria
di Domenico De Gregorio
Le apparenze spesso ingannano, e, lo sa bene la protagonista della commedia teatrale Viktor Viktoria, che ha come protagonista Veronica Pivetti nell’indimenticabile ruolo che fu di Julie Andrews nella versione cinematografica del 1982.
Dimenticatevi i lustrini, le canzoni accattivanti, i colori forti ed il mondo patinato della Parigi degli anni 30, qui siamo a Berlino ed è tutta un’altra storia. Fin dalle prime battute si percepisce che la scrittura di Giovanna Gra, e la regia di Emanuele Gamba, si rifanno all’opera originale del 1934 dove il vero protagonista del racconto è il clima politico di una nazione pronta a portare sulla terra l’inferno di dantesca memoria.
Le luci cupe e le scenografie fredde di Alessandro Chiti non lasciano spazio alla immaginazione, l’orrore del nazismo è pronto per entrare in scena, pronto a scontrarsi con la gioia di vivere della sua gente capace di vedere al di la delle convenzioni sociali o meglio ancora delle alterate e deformate visioni della realtà.
In questo contesto di allegria nascosta, di amori che vanno oltre i generi femminile e maschile, si dipana la storia di Susan una cantante senza scrittura ridotta alla fama, privata dell’amore in cui non crede più, ma non della speranza di una sorte che le può sorridere ancora. Il suo destino, grazie all’incontro con un attore squattrinato napoletano emigrante, le sorriderà nuovamente, un lavoro “en travesti” secondo i gusti proibiti del momento la trasformeranno in Viktoria, ovvero in un falso uomo travestito da falsa donna. Grazie a pannelli girevoli, rapidamente le ambientazioni cambiano, il freddo ed il gelo della miseria cede il passo al calore degli alberghi più lussuosi ed al calore dei sentimenti che come un fuoco mai spento, riprende vigore dalle sue ceneri.
Veronica Pivetti è perfetta nel suo ruolo, il suo fisico androgeno le consente di essere più che credibile nel ruolo del travestito, la sua recitazione non lascia spazio a disattenzioni, le battute sono veloci, ironiche, capaci di tenere desta la platea fino alla fine. Accanto a lei Yari Gugliucci, che porta il vento ruvido della farsa e del teatro popolare che spesso, come da tradizione, si alimenta di doppi sensi. Lupano fa il bel tenebroso, indossando il frac del conte von Stein, attratto da quel travestito fino al punto di amarlo, sorprendendo se stesso ma al tempo incurante del rischio di essere accusato di sodomia. Brava Pia Engleberth nella parte dell’impresaria lussuriosa, Roberta Carocci nel ruolo della ballerina di fila, Nicola Sorrenti nel ruolo sbarazzino dell’attrezzista Gerhardt.
Tutti, ciascuno per la propria parte, coralmente contribuiscono al successo di questa messa in scena, godibile, piena di spunti di riflessione dalla paurosa attualità e al contempo divertente ed ironica.
Napoli, 23 aprile 2018