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La Valanga Azzurra Zittisce Giulietta!

Buona la Prima! Gli Azzurri Asfaltano il Verona e i  Cori Razzisti con la Manita.

di Carlo Gimmelli

Riparte il Campionato più anomalo di sempre sotto il solleone di Ferragosto in attesa dei mondiali d’inverno e gli azzurri espugnano Verona con una cinquina che non ammette repliche.

E’ stata un’estate caldissima (e il meteo non c’entra nulla) per De Laurentiis e la sua rifondazione che avevamo anticipato a maggio; nonostante il ritorno in Champions e lo scudetto sfiorato è stato il suo annus horribilis, la tifoseria organizzata e mestierante lo ha massacrato mediaticamente via social, ma anche con striscioni e manifesti nelle piazze cittadine e insulti personali nelle sue uscite pubbliche.

Ora che l’imprenditore romano non sia un gigante della comunicazione è cosa nota ai più , e,  le sue intemerate uscite pubbliche circa il ridimensionamento del monte ingaggi e la rinuncia ai big certamente hanno depresso un’ambiente affamato di vittorie, ma che ci sia un odio, a prescindere dal risultato, da parte dei gruppi organizzati contro il personaggio definito “pappone”, per la perdita di molti benefits, è cosa altrettanto nota.

La verità, al solito parrebbe stare nel mezzo: Don Aurelio è lontano anni luce dal presidente sanguigno e “pasionario” pronto a svenarsi per prendere campioni affermati, e in diciotto anni di presidenza ha portato a casa 3 Coppe Italia e una Supercoppa di Lega oltre a svariati secondi e terzi posti e un paio di scudetti accarezzati (uno scippato!); il suo obiettivo è sempre stato l’Olimpo del calcio europeo che conta, ovvero i soldi della Champions e finire stabilmente tra i primi quattro club del campionato; lo scudetto?

Non è importante, anzi forse dannoso per il bilancio.

Ovviamente al tifoso, a maggior ragione quello professionista, la solidità del bilancio e gli utili della proprietà interessano poco se non si vincono trofei e poco importa se il club da più di dieci anni entra puntualmente in Europa e con i conti in ordine.

Gli addii del decotto Insigne, prepensionato in Canada, ma soprattutto del diamante nero Koulibaly, venduto con maestria al Chelsea per 40 milioni euro a un anno dalla scadenza del contratto e dell’amatissimo napoletano adottivo Ciro Dries Mertens, trentacinque anni, a fine contratto, che ha preferito accasarsi in Turchia piuttosto che prolungare con un ingaggio ridotto, calciatori top ma, ormai, senza stimoli e con ingaggi pesanti, hanno sancito il de profundis tra la parte più intransigente della tifoseria e il club.

Ora la rifondazione con acquisti mirati di giovani talenti su cui aprire il nuovo ciclo.

Il georgiano KvaratsKhelia, il giovanissimo campioncino dal nome impronunciabile, che a Verona ha fatto impazzire i difensori: corsa, tiro potente, colpo di testa e visione di gioco: gol e tanti assist a Verona, la spalla ideale per Osimhen (anche lui a segno!), il coreano Kim, un difensore gigante con il difficile compito di organizzare la difesa e sostituire KK; il laterale sinistro Olivera, ancora da rodare, considerato uno dei più forti cursori di fascia sul mercato; e l’utlimo arrivato il talento argentino ex Verona, “Cholito” Simeone (17 reti l’anno scorso) che ha fortemente voluto Napoli , per alternarsi o sostituire Osimhen.

A breve l’addio di Fabian Ruiz, altro insoddisfatto dall’ingaggio ingombrante, venduto per 25 milioni al PSG a meno di un anno dallo svincolo gratuito.

Resta solo il nodo portiere che vedrebbe l’incerto Meret, ieri in campo, in partenza e l’arrivo dell’esperto Navas dal PSG, ingaggio permettendo; nei prossimi giorni dovrebbe definirsi il tutto.

In attesa del probabile arrivo di Raspadori, il fantasista nazionale del Sassuolo che gioca al rialzo infinito, ultimo colpo chiesto da Spalletti, che potrebbe completare una rosa già competitiva e mettere a tacere gli scettici di professione che, al momento , godono e forse rosicano in silenzio per la “manita” in terra scaligera.

Una partita che gli azzurri hanno dato l’impressione di poter vincere in qualsiasi momento, anche quando, con due gol trovati per caso gli scaligeri si sono portati sul 2 a 2.

Una squadra “verticale” che ha infilato la difesa avversaria senza soluzione di continuità, cinque reti che potevano essere sette oppure otto, pali, gol annullati in maniera dubbia: Lobotka ( a segno) e Anguissa padroni assoluti del centrocampo, Osimhen terrore della difesa ma soprattutto il giovanissimo KvaratsKhelia è parso devastante sulla fascia destra, dribbling, tiro potente, fisicità e assist “no look” che hanno cancellato lo sbiadito Insigne dell’ultimo anno.

Inutile soffermarsi sui frustrati cori razzisti contro i napoletani e i “buuuu” al gol di Osimhen, purtroppo la miserrima disperazione sportiva dei provinciali tifosi scaligeri fa sempre di questi scherzi!

Prossimo turno esordio al Maradona stadium contro il neopromosso Monza del sempiterno Berlusconi.

Buona la prima!

Napoli, 18 agosto 2022

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