17 ottobre: Giornata Internazionale per l’eradicazione della povertà
17 ottobre: Giornata Internazionale per l’eradicazione della povertà
di Martina Tafuro
“Che futuro vuoi attenderti in
una società come la nostra sgobbando
a forza di studio e lavoro?
Tanta fatica e sottomissione per
poche e risibili soddisfazioni.
Meglio addentare subito una
cicciosa dote quale quella della
signorina Victorine che, d’accordo,
sarà pure una racchia,
ma ti garantirebbe una rendita
annua di 50 mila franchi”.
Papà Goriot (Honoré de Balzac, 1835)
Il 17 ottobre ricorre la Giornata internazionale per l’eradicazione della povertà, istituita dall’ ONU il 22 dicembre 1992 con la risoluzione A/RES/47/196.
Il giorno scelto fa memoria dell’iniziativa di padre Joseph Wresinski, che il 17 ottobre del 1987 riunì centomila persone nella piazza del Trocadèro a Parigi, luogo dove venne firmata la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani nel 1948, per ricordare le vittime della povertà estrema, della violenza e della fame.
Questo è il tempo in cui l’umanità vive l’Era delle Accelerazioni, continuamente attenta a proteggersi, perché è sotto il fuoco incrociato di tre superpotenze: la tecnologia, la globalizzazione e i cambiamenti climatici.
Dovendo schierarci per forza dobbiamo scegliere se essere apocalittici o allineati. Quindi, oggi 17 ottobre 2019, è la giornata internazionale contro la povertà o la giornata mondiale del rifiuto della miseria?
La situazione è sotto gli occhi di tutti. Pochi ricchi continuano a sperperare ingenti somme di denaro mentre molti poveri non sanno come sfamare i loro bambini.
Dovete chiedervi, voi che avete fremiti di santo sdegno: “A quale ricchezza ambite?”
La povertà tiene sotto schiaffo tre miliardi di persone in tutto il mondo.
La situazione è così grave da aver conquistato il primo posto tra i “Millennium Develpment Goals”, gli ambiziosi obiettivi del millennio. Si sperava di riuscire a dimezzare, tra il 1990 e il 2015, le persone che vivono con meno di 1 dollaro al giorno.
Il risultato raggiunto è stato misero!
Secondo i dati riportati dalla World Bank, nel 2011 il tasso di povertà mondiale era pari all’11%, certamente meno del 1981, dove esso era del 43%.
Questi dati ci rendono fiduciosi del fatto che effettivamente la povertà può essere sconfitta.
Oggi, invece, l’Europa deve fronteggiare un forte aumento delle persone che sono in stato di povertà. Poi, ci sono i nuovi poveri, cioè di quelle persone che pur lavorando non riescono a sbarcare il lunario, un numero considerevole di imprenditori è arrivato a togliersi la vita.
Questo quadro, dunque, rende il problema della povertà attuale e vicino a noi.
A rifletterci bene basterebbe così poco per migliorare la vita di molti, si pensi solo che le 300 persone più ricche del mondo possiedono quanto i 3 miliardi di poveri hanno per vivere.
Da più parti, si progettano e si sperimentano varie soluzioni, la perenne indecisa Europa, attraverso la Commissione ha stabilito tra le priorità per il 2020 quella di elaborare una strategia che combini cinque obiettivi irrinunciabili: occupazione, innovazione, istruzione, riduzione della povertà e clima/energia.
Quest’anno la giornata internazionale contro la povertà si focalizza sul tema “Agire insieme per consentire ai bambini, alle loro famiglie e alle comunità di porre fine alla povertà”, insistendo sulla necessità di eliminare discriminazione, emarginazione ed esclusione basati sulla povertà, origini etniche, genere, età, disabilità o lo status socio-economico.
OTTO COSE DA SAPERE SULLA FAME
- Il mondo produce abbastanza cibo per nutrire tutti, tuttavia circa 800 milioni di persone soffrono la fame. Il 60% di queste sono donne.
- Circa l’80% degli estremamente poveri del mondo vive in aree rurali. La maggior parte dipende dall’agricoltura.
- La fame uccide ogni anno più persone della malaria, della tubercolosi e dell’aids insieme.
- Circa il 45% delle morti infantili è correlato con la malnutrizione.
- Il costo per l’economia globale causato dalla malnutrizione equivale a 3500 miliardi di dollari l’anno.
- 9 miliardi di persone, più di un quarto della popolazione mondiale, è in sovrappeso.
- Un terzo del cibo prodotto nel mondo va perso o è sprecato.
- Il mondo dovrà produrre il 60% di cibo in più entro il 2050 per nutrire la popolazione in crescita.
- Nessun settore è più sensibile dell’agricoltura ai cambiamenti climatici.
Napoli, 17 ottobre 2019
Sono Martina Tafuro e ho 22 anni: laureata in Economia Aziendale alla Federico II. Scrivo per cercare di capire chi sono e dove sto andando, per dare sfogo alla mia inquietudine. Il mio desiderio più grande è quello di conoscere il mondo e i suoi meccanismi, partendo dall’indagine dei suoi più piccoli tasselli: le persone. Credo in un mondo più equo, ma sono già follemente innamorato di questo.