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I Verdi lanciano allarme: nessun piano per il contenimento e la riduzione dell'inquinamento atmosferico.

Stamane i Verdi Carmine Attanasio, Francesco Borrelli e Vincenzo Peretti assieme al neo senatore del Sole che Ride Bartolomeo Pepe hanno snocciolato una serie di dati tendenti a dimostrare come sia flebile, in questa città ed in tutta la sua area metropolitana, la lotta all'inquinamento. I quattro esponenti ambientalisti hanno poi pubblicizzato un duro documento che dimostra quanto sia stata poco incisiva la politica di contrasto all'inquinamento atmosferico messa in campo dall'attuale assessore all'ambiente Tommaso Sodano, o meglio, hanno detto i quattro, assolutamente assente. Carlo Schiattarella , esperto in statistiche relative agli agenti inquinanti, ha denunciato la riduzione delle centraline di rilevamento affermando che la nostra città dopo aver perso "Silio Italico", la sensoristica a Vanvitelli e "Santobono", ha perso dal primo gennaio 2015 anche la centralina Vanvitelli che era il riferimento storico per il PM, peraltro sita in una scuola dove ci sono bimbi più ore al giorno e dove, nonostante la pedonalizzazione di via Luca Giordano, erano registrati anomali livelli di benzene; per poi perdere ancora la centralina I Policlinico, sita nel cuore della città, la stessa nell'anno 2014 aveva registrato 39 giorni di Pm10 oltre la soglia (dato per difetto, poiché mancano all'appello 60 giorni per dati non disponibili). A Napoli sono rimaste in esercizio sei centraline, ha poi detto Schiattarella. Per dare un riferimento: Gubbio 32.000 abitanti, quattro centraline; Pescara 123.000 abitanti, sei centraline; Firenze, abitanti 370.000, sette centraline; Bari 320.000 abitanti, sei centraline; Potenza 67.000 abitanti, quattro centraline.

Napoli città inquinata.

La politica ambientale in questa città è stata caratterizzata da molto fumo mediatico, per fortuna non inquinante, e da nessun risultato pratico nella lotta contro lo smog che attanaglia e avvolge in una nube irrespirabile l’intera città di Napoli. A fronte dell’impegno del Sindaco a risollevare le sorti della città ci troviamo a scontrarci con la politica degli annunci e dell’utopia dell’assessore all’ambiente del Comune di Napoli che ad oggi non ha prodotto alcun provvedimento che limitasse o arginasse l’inquinamento atmosferico nella nostra città. Nessun miglioramento del trasporto pubblico, nessuna ZTL efficace e nessuna nuova pedonalizzazione ad eccezione di quella del lungomare voluta da noi Verdi e poi attuata e ampliata per la sola ferrea volontà di Luigi de Magistris. Nessun agevolazione per il trasporto pubblico e nessun miglioramento per lo stesso. Inutili provvedimenti antismog come la limitazione della circolazione delle auto inquinanti che circolano comunque in barba alle ordinanze penalizzando soltanto quei poveri cittadini che non possono permettersi l’acquisto di un auto nuova. Domeniche ecologiche di appena qualche ora che non vengono nemmeno rispettate e fatte rispettare e che limitandosi al solo centro della città e non a tutta l’area metropolitana non portano alcun effetto positivo ad una migliore qualità dell’aria che respiriamo. Mancata attuazione dei blocchi previsti per legge nel momento del superamento delle soglie inquinanti. Nessuna nuova strategia rispetto alla mobilità ciclabile, a parte la realizzazione di una pista ciclabile finanziata e pensata nella passata consiliatura e realizzata in maniera sbagliata. Niente incentivi all’acquisto se non lo stanziamento di ridicoli trentamila euro. L’assessore al ramo non ha mai recepito i nostri suggerimenti di realizzare parcheggi custoditi per biciclette per incentivare i cittadini all’utilizzo del messo ecologico a due ruote. Dall’avvento dell’assessore all’ambiente in città sono stati tagliati migliaia di alberi e nonostante i documenti fatti approvare dai Verdi in sede di bilancio ad oggi sono disponibili soltanto 750 alberi da piantare ottenuti solo grazie alle battaglie dei consiglieri Verdi in Consiglio Comunale. Nessun aumento di nuove aree verdi e nessuna risposta alle istanze dei Verdi che pur hanno proposto e fatto approvare importanti atti deliberativi per migliorare il servizio giardini e far risparmiare milioni di euro. Nessuna risposta all’istanza di realizzare impianti d’irrigazione automatica per migliorare l’aspetto estetico di prati ed aiuole. Nessun adozione di piani traffico che potessero fluidificare la circolazione delle auto e far abbassare le soglie d’inquinamento. Nessuna programmazione di nuovi grossi parcheggi nelle zone periferiche che impedissero la penetrazione delle auto al centro. Nessun miglioramento della linea tramviaria. Nessun incentivo al trasporto pubblico e nessun provvedimento per le corsie preferenziali che ad oggi sono completamente scomparse. Nessun provvedimento contro l’inquinamento delle navi che sostano con i motori accesi nel porto, provvedimenti completamente assenti nelle prescrizioni al piano portuale approvate dalla giunta oltre due anni fa; provvedimenti per fortuna poi proposti e fatti approvare dai Verdi in sede di ratifica in Consiglio Comunale con due emendamenti con i quali si chiede l’elettrificazione della banchine e la realizzazione di un corridoio ecologico (filare di alberi di alto fusto) lungo tutto il perimetro del porto. Nessuna realizzazione di nuove centraline per il rilevamento dell’inquinamento atmosferico. Un disastro del quale i Verdi non vogliono più essere complici e che denunciano con forza all’opinione pubblica.

Carmine Attanasio (Consigliere Comunale e Metropolitano di Napoli)
Francesco Emilio Borrelli (Componente Esecutivo Nazionale dei Verdi)
Bartolomeo Pepe (Senatore dei Verdi)
Vincenzo Peretti (Componente Coordinamento Regionale dei Verdi)

Inquinanti e riorganizzazione rete di monitoraggio

di Carlo Schiattarella

POSSIAMO archiviare il 2014 come l'anno dell'instabilità atmosferica, pioggia e in particolare vento, durante tutte le stagioni. Questa situazione meteo ha fatto sì che i giorni di superamento soglie per il Pm10 siano stati 65 contro i 140 del 2013 e i 117 del 2012. Un progresso, così almeno sembra. Gennaio 2014 si conferma come gennaio 2013 e 2012, con un numero di superamenti in linea. Qualche avvisaglia di diminuzione (non di miglioramento) la raccogliamo già a febbraio (Pm10 solo 2 giorni oltre soglia, mentre nel 2013 i giorni furono 17 e 11 nel 2012). A partire da aprile un crollo verticale dei superamenti. Naturalmente le mie osservazioni nascono dalla lettura dei dati pubblicati da Arpac e assicuro che il disastro di cui sopra è materiato di cifre per difetto. Il 2015 non si annuncia facile: il trasporto pubblico locale annuncia l'emissione di biglietti a diversa tariffazione, mediante l'inutile cattiveria di utilizzi parzializzati per metro e funicolari, che certamente non incentivano l'uso del mezzo pubblico; né tantomeno, visti i disservizi, si pensa a un prolungamento della durata del biglietto orario, in caso di permanenza di valori alti di inquinanti. Finalmente Arpac, come previsto dal decreto legislativo 155/10, ha riorganizzato la rete di monitoraggio dell'aria, in Agglomerato Napoli-Caserta, Zona costiera, Zona montuosa e ha installato centraline nelle aree limitrofe agli impianti di trattamento rifiuti. Eccoci dunque "accontentati"? Resta da chiederci, in funzione di una misura puntuale della qualità dell'aria, e dello storico delle misure effettuate e della popolazione residente, perché sono state dismesse centraline tra cui quelle che hanno fatto registrare superamenti per più di 35 giorni per il Pm10. Il decreto 155/10 in "criteri per la zonizzazione" chiede per Pm10 e Pm2,5 la stessa zonizzazione, eppure nel bollettino giornaliero questi dati non ci sono. La città di Napoli (961.000 abitanti) dopo aver perso "Silio Italico", la sensoristica a "Vanvitelli" e "Santobono", ha perso dal 1° gennaio 2015 la centralina Vanvitelli (riferimento storico per il Pm10 e sita in una scuola dove ci sono bimbi per più ore al giorno e dove sono stati registrati anomali livelli di benzene); la centralina I Policlinico, sita nel cuore della città, l’anno 2014 ha registrato 39 giorni di Pm10 oltre la soglia (dato per difetto, poiché mancano all'appello 60 giorni per dati non disponibili).
Sono rimaste in esercizio sei centraline. Per dare un riferimento: Gubbio 32.000 abitanti, quattro centraline; Pescara 123.000 abitanti, sei centraline; Firenze, abitanti 370.000, sette centraline; Bari 320.000 abitanti, sei centraline; Potenza 67.000 abitanti, quattro centraline.
Inquinanti presso Stir:
finalmente, a partire da settembre 2014, abbiamo cominciato a conoscere la qualità dell'aria presso gli Stir. Le centraline attive oggi sono 9. Voglio ricordare che dicembre 2014 è cominciato con il Pm10 a livelli "cinesi". Identico discorso per il Pm2,5, anche se relativamente a questo inquinante le conseguenze per la salute delle persone sono più gravi, poiché esso raggiunge le parti più profonde del nostro apparato respiratorio. E veniamo infine all'area dell'inceneritore di Acerra: con la riorganizzazione della rete di monitoraggio, effettuata da Arpac, per risalire alla situazione dei livelli di inquinamento dell'area acerrana è necessario, a differenza dell'unico report come nel 2014, consultare diversi bollettini: per i dati di Acerra zona industriale e Acerra Caporale, "Agglomerato Napoli Caserta", per Acerra Capasso, "aree limitrofe impianti di trattamento rifiuti", per i dati di San Felice a Cancello, "zona Costiero collinare". Un'attenzione particolare è da dedicare alle centraline dell'area acerrana, proprio quelle che furono installate a "guardia" dell'inceneritore, in quanto riportano livelli di Pm10 molto elevati che non trovano riscontro, per lo stesso periodo, nella città di Napoli e ancor di più i livelli di Pm2,5. Manca purtroppo ancora la caratterizzazione del particolato per conoscere la fonte di tale elevato inquinamento. Inoltre, a mio parere, è il caso che le autorità sanitarie allertino la popolazione tutta, e in particolare quella di San Vitaliano, dove i livelli di inquinanti sono altissimi, di limitare le attività fisiche all'aperto, sforzi eccessivi, corsa e andare in bicicletta. Come proposto da tempo, la comunicazione dei dati ambientali, in forma grafica e numerica, può essere effettuata a costo zero, utilizzando gli innumerevoli monitor già installati, che troviamo ovunque, nelle sale di attesa di ospedali, ferrovie, bar, scuole, sui quali, con un semplice intervento di software, si potrebbe caricare un link, che renda visibili i dati degli enti preposti al monitoraggio. Questo non risolverebbe certo la situazione inquinanti in Campania, ma renderebbe la popolazione più attenta e sensibile alla connessione dei temi salute- ambiente.

Napoli, 14 febbraio 2015