Tra sacro e profano. Giovanni Della Pietra. Nola
Tra sacro e profano
di Giovanni Della Pietra
Per la terza volta quest’anno – nella 5^ giornata di League Phase – tornano le stelle della Champions all’ombra del Vesuvio. Ma questa sera, che qui non sarà mai una data qualunque – con la “voce” più piena del solito – allo stadio Diego Armando Maradona, sarà Napoli-Qarabağ. Il match termina 2-0 per gli azzurri con la rete di McTominay e la sfortunata autorete di Janković, propiziata dallo stesso centrocampista scozzese.
Highlights
Il primo squillo della gara è azero con il tiro di Addai, che sibila vicino alla porta difesa dal Milinković-Savić. Risponde il Napoli con un’acrobazia di David Neres in area di rigore ma Kochalski gli nega la firma sul capolavoro. L’opportunità più nitida della prima frazione di gioco capita sui piedi di Di Lorenzo, che vis-à-vis con il portiere, scivola non indirizzando il pallone all’angolo. All’alba della ripresa, Kochalski neutralizza il penalty di Højlund, concesso per un intervento sul capitano azzurro. Al 65′, McTominay riesce a trovare il vantaggio di testa per i partenopei dopo un pasticcio difensivo di Mustafazada. Va subito vicino al raddoppio il Napoli con la doppia occasione Lang – McTominay su cui il portiere polacco si esalta. Anche Neres va vicino al 2-0 con una traiettoria indecifrabile che però si infrange sulla traversa. La rete del doppio vantaggio azzurro arriva nel modo più clamoroso: Janković devia una girata volante di McTominay, beffando l’incolpevole Kochalski.
Il punto Della Pietra
È il 25 novembre, il Napoli scende in campo in una fondamentale serata di Champions. Il Maradona ribolle per spingere la sua truppa, ma anche per celebrare un’entità para-divina che 5 anni fa lasciò le mortali spoglie. E il cielo piange, da
giorni sopra Napoli, rendendo il tutto ancora più malinconico. Si affaccia al DAM il Qarabağ che non ha alcuna voglia di fare da sparring partner. Mister Conte ripropone la formazione che ha battuto l’Atalanta nel weekend con il 3-4-2-1, con il solo Oliveira al posto dell’acciaccato – l’ennesimo – Gutierrez. I campioni di Azerbaijan si schierano con il canonico 4-2-3-1 di mister Gurbanov, che tante soddisfazioni ha raccolto in Europa: 7 punti nelle prime quattro di gare di UCL. Partono forte gli azeri con la pressione alta a tutto campo che li contraddistingue, mentre i partenopei sembrano in standby, quasi attendendo quel 10′ preannunciato in cui i cori del Maradona invocano chi in quella terra ha vissuto tra il mito e la divinità. Tutti cantano, tutti si alzano, non importa l’età, non importa l’averlo visto in campo o meno: si crede e basta! E da lì, il Napoli, quasi come ringalluzzito, inizia pian piano a trovare le sue trame di gioco. Sfiora anche il vantaggio con una prodezza di Neres, che per bellezza avrebbe riconciliato sacro e profano. La divinità riccia, che da lassù si gode lo spettacolo, decide che non è ancora il momento del vantaggio: né sul passo falso di Di Lorenzo davanti al portiere né sul rigore – rivedibile nella concessione – sbagliato da Højlund. Al momento giusto, però, si trova al posto giusto Scott McTominay che sfrutta di testa un mezzo pasticcio della difesa azera. La buona sorte aiuta lo scozzese anche in occasione della seconda rete azzurra: una deviazione di Janković cambia la traiettoria dell’ormai giocata da trademark del MVP della scorsa Serie A. Il Napoli vince.
Il Maradona esplode.
La pioggia si ferma.
Gli azzurri di Antonio Conte riescono a confermarsi dopo la vittoria contro l’Atalanta, nonostante la rosa sia ridotta all’osso dagli innumerevoli infortuni. Questa vittoria dà una stabilità maggiore in classifica di UCL, almeno in ottica play-off. Sarà necessario uscire con il massimo risultato in almeno una delle due trasferte.
Il Qarabağ resta nel gruppone delle squadre a 7 punti e può puntare a rimpolpare il bottino quando l’Ajax, ultima in classifica, farà visita a Baku, dove gli azeri proveranno a compiere l’impresa che nessuno si sarebbe aspettato dal sorteggio di Monaco.
Pagelle
Lang 6.5: Dopo le “Lindstrøm vibes” delle prime apparizioni, Conte lo catechizza: Noa dà spunti offensivi, ma anche interessanti rincorse difensive.
Rrahmani 7: Sempre sottovalutato, dà risalto agli altri, ma è il padrone assoluto della retroguardia azzurra. 5 duelli vinti su 7, 4 chiusure difensive: con lui in questo stato di grazia non passa nulla. Un santino di Amir nel portafogli per sentirsi più protetti.
McTominay 7.5: Inizia boccheggiando – come per sua stessa ammissione – quando il Napoli si abbassa a subire il palleggio azero. Quando gli azzurri piantano le tende nella metà campo avversaria, inizia a titaneggiare, ad invadere l’area, ad essere il MVP della scorsa Serie A. Turbo diesel.
Neres 7.5: Dipinge nel cielo piovoso del Maradona una rovesciata che sapeva di magia. Pennella una traiettoria beffarda che si infrange sulla traversa. Resta un enigma per la retroguardia azera. Insomma: Qarabaggio! Perdonate la citazione poco colta…
Kochalski 7: Senza ombra di dubbio il migliore degli azeri. Mette a referto ben 8 parate, tra cui il penalty di Højlund. Viene punito dal fuoco amico di Mustafazada, sul gol di McTominay, e di Janković. Di più sarebbe stata violazione di copyright del Courtois da finale di UCL.

Arbitro
Marciniak 5.5: Ogni maledetta domenica puntiamo il dito contro i fischietti della Serie A, ma in Champions arriva uno dei migliori al mondo – così dicono – che al Maradona qualche pasticcio lo aveva già fatto. Autore di una prestazione non da
incorniciare, con un metro del fallo che definirei artistico. Concesso un rigore controverso su Di Lorenzo e anche dopo un silent check con il VAR, l’arbitro polacco non cambia opinione. Ci pensa poi Højlund a spazzare via eventuali polemiche. Giusto non assegnare il penalty sul contatto McTominay-Silva: troppo leggero per assegnare la massima punizione.
Ci mette tanto, forse troppo tempo, a richiamare i sanitari quando Medina riceve in piena faccia il bolide di McTominay.
Nola, 26 novembre 2025




