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Vincenzo Salemme sempre più introspettivo nel nuovo lavoro teatrale “Sogni E Bisogni”

di Domenico De Gregorio

Torna al teatro Diana di Napoli l’attore e regista partenopeo Vincenzo Salemme con la commedia “Sogni e bisogni” continuando quel lavoro sperimentale di nuovo teatro iniziato con la commedia “ Il Diavolo custode”, dove la quarta parete crolla dando vita ad una fusione tra attori e pubblico che diventa parte integrante dello spettacolo. A sentire dagli applausi, questa nuova formula di teatro piace, infatti i primi li strappa, a soli dieci minuti dall’inizio, appena il protagonista “ il tronchetto della felicità”, Vincenzo Salemme, mette piede in scena chiudendo dietro di sé la porta della toilette. L’uso del dialetto è ben dosato, ora irrobustito, ora ammorbidito consente in maniera più esplicita la comprensione del messaggio di fondo della commedia quale quello di non smettere mai di sognare, non abbandonare mai la speranza di migliorare se stessi, quasi a voler sottolineare il maggior bisogno che oggi si avverte. I tempi teatrali azzeccati e frizzanti sono il frutto di un lavoro di lima di un testo dello stesso Salemme scritto nel 1995 con il titolo di “Io e lui”, dove l’intreccio narrativo trova oggi nuova vita. A rivendicare maggiore protagonismo sulla scena e nella vita, è quel “tronchetto della felicità” che, geloso del fegato e stufo di essere considerato un semplice “inquilino del piano di sotto” fino a tentare il suicidio con l’elastico delle mutande, si stacca materialmente dal corpo del cassintegrato Rocco Pellecchia per spronarlo a fare altrettanto visto che la moderna società impedisce all’uomo di sognare. Intorno alla vicenda umana del Pellecchia ruotano tutta una serie di vicende e bizzarri personaggi. Gli equivoci si susseguono con forza mescolandosi alle illusioni e visioni oniriche del protagonista, il ritmo incalzante non lascia spazio alla tristezza ma alla intelligente riflessione sul nostro essere interiore. “Il segreto – svelerà alla fine Salemme che scrive, dirige e interpreta lo spettacolo – è accettare che non siamo banali, ma nemmeno speciali. Cerchiamo carezze. Sogni leggeri, senza bisogni”. Cala il sipario e la vita ci appare più dolce e serena.

Napoli, 6 febbraio 2015

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