Strepitoso successo l’apertura al pubblico della biblioteca dei Girolamini.
Strepitoso successo l’apertura al pubblico della biblioteca dei Girolamini.
di Tina Pollice
Napoli, domenica 11 ottobre 2015
L’orologio segna le 12.30 quando il primo gruppo, di trenta persona circa , si avvia, al seguito della guida del ministero dei Beni Culturali, alla visita delle tre sale della biblioteca dei Girolamini, sala Camino, Croce e Vico, ricche di preziose cinquecentine, aperte al pubblico in occasione della “Domenica di Carta”.
Era il 2012 quando l’allora direttore Massimo De Caro depredò i preziosi volumi, custoditi tra gli scaffali della biblioteca, vendendoli ad appassionati d’arte sparsi in tutto il mondo. Una brutta pagina di cronaca giudiziaria che vide coinvolti nell’inchiesta nomi eccellenti quale quello dell’ex senatore di Forza Italia Marcello dell’Utri. La biblioteca, ora, è coordinata dal ministero dei Beni Culturali e dai custodi giudiziari tra i quali Mauro Giancaspro fondatore della neonata associazione “Amici dei Girolamini” che previa autorizzazione della Procura ha avuto la brillante idea di aprire al pubblico la visione del prezioso patrimonio culturale di cui Napoli dispone e di rendere noto i lavori sinora svolti : bonifica degli scaffali ed il recupero, grazie al certosino lavoro del nucleo tutela del Patrimonio culturale dei Carabinieri, di circa 3000 libri ritrovati all’estero; gli ultimi ritrovamenti a Bologna ed a Firenze in librerie antiquarie. Tre le sale aperte al pubblico: quella del Camino, del Croce e del Vico; straordinaria l’affluenza dei napoletani e dei turisti. La direttrice generale delle biblioteche italiane , Rossana Rummo ha mostrato la sala più depredata, quella intitolata a Vico, la più bella e la più antica della biblioteca con al centro il busto ed il leggio di Vico, scaffali lignei del 700 e pavimentazione con maioliche di Vietri con opere del 500 e del 600. Nella biblioteca dei Girolamini non esistevano sistemi di sicurezza, erano rimasti solo tre bibliotecari dal momento che De Caro aveva tentato di estromettere i dipendenti storici e, gli scaffali vuoti, che saltano all’occhio, sono proprio quelli della razzia del De Caro, un furto senza precedenti che brucia ancora ai napoletani sistematicamente saccheggiati nella loro primaria ricchezza: la cultura. Oltre la biblioteca, la speranza è quella di recuperare l’intero complesso monumentale dei Girolamini con la bella basilica che sorge nella omonima piazza dei Decumani, attigua alla biblioteca, e, chiusa da anni.
Napoli, 12 ottobre 2015