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Non abbiate paura! Nessuno ci ama capello per capello come Dio

di frate Valentino Parente

 

 

 

 

“Non cade foglia che Dio non voglia”
è forse il proverbio meno cristiano che esista,
eppure sembra quasi alla base di ogni nostro credo
e della nostra relazione con Dio.

 

 

Anno A – 21 giugno 2020 – XII domenica del tempo ordinario

Geremia 20,10-13; Matteo 10,26-33

downloadDopo le feste della SS.ma Trinità e del Corpus Domini, riprende il ciclo del tempo ordinario. Era stato interrotto, per l’inizio della Quaresima, lo riprendiamo adesso a partire con la XII domenica.

Da ora fino all’inizio dell’Avvento seguiremo la lettura del vangelo secondo Matteo.

E la riprendiamo lì dove l’avevamo interrotta per l’inizio della Quaresima.

La liturgia della parola di oggi si apre facendoci ascoltare situazioni di angoscia e di dolore.

Una prima situazione di angoscia è quella del profeta Geremia (v. prima lettura). Un uomo che è stato perseguitato per la sua fede.

Il testo proposto è una delle cosiddette “confessioni di Geremia”: un lamento con cui il profeta, si rivela, davanti al Signore, come sofferente, angosciato, perché molti lo calunniano, lo perseguitano.

Nello stesso tempo, però, il profeta riconosce, con grande confidenza, che il Signore è al suo fianco.

Per cui Geremia è sicuro che gli avversari non riusciranno a prevalere.

E poi chiede al Signore, invocandolo con un tipico titolo della liturgia di Gerusalemme, “Signore degli eserciti” che vuol dire Signore delle schiere celesti.

Noi potremmo dire meglio: Signore dell’universo: tu che provi il giusto, che cioè conosci il suo cuore, che saggi la sua fedeltà, che vedi il cuore e la mente, possa io vedere la tua vendetta su di loro.

Possa io vedere il tuo intervento di rivendicazione dei miei diritti perché a te ho affidato la mia causa.

Geremia non ha paura della persecuzione, e affida la propria causa al Signore.

Una seconda situazione di angoscia la troviamo nel Salmo 68, che ci viene proposto come risposta alla prima lettura.

Esso contiene il lamento di una persona perseguitata che chiede con fiducia l’aiuto del Signore.

Tale angoscia è ancora più amara perché causata da persone familiari: “sono diventato un estraneo ai miei fratelli, uno straniero per i figli di mia madre”.

E tutto questo perché mi divora lo zelo per la tua casa, perché ti sono fedele.

Seguono due atteggiamenti.

Un primo atteggiamento di fiducia nel Signore: “Ma io rivolgo a te la mia preghiera, Signore (…) Volgiti a me nella tua grande tenerezza”.

Il secondo atteggiamento è un incoraggiamento per chi si trova nella stessa situazione: “Voi che cercate Dio, fatevi download (1)coraggio, perché il Signore ascolta i miseri, non disprezza i suoi che sono prigionieri”.

Su queste situazioni di angoscia che sentiamo così vicine alla nostra esperienza, il Vangelo di oggi fa scendere, come balsamo, la parola di Gesù: non abbiate paura!”

È una specie di ritornello che risuona frequente nelle parole di Gesù.

Tutto il Vangelo, e prima ancora l’Antico Testamento, è pieno di queste consolanti parole. 

Lo dice ad Abramo, quando lo invita ad uscire dalla sua terra verso un paese sconosciuto.

Lo dice ai profeti quando li manda ad ammonire il suo popolo.

Lo dice a Maria: “Non temere, hai trovato grazia presso Dio”.

Lo dice agli Apostoli, quando li manda nel mondo ad annunciare il Vangelo.

Lo ripete anche oggi, a ciascuno di noi: “Non abbiate paura degli uomini…; Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo…; Non abbiate dunque paura…”

Anche noi, in determinate circostanze, ci diciamo gli uni gli altri: forza, fatti coraggio, non temere, vedrai che andrà tutto bene!

Anche se sappiamo che le nostre parole non hanno la forza di esorcizzare la paura. 

Non così, invece, le parole di Gesù. Parole consolanti, rassicuranti. Parole che mettono nel cuore serenità e fiducia, nonostante il “terrore all’intorno”.

Il vangelo di oggi inizia proprio con questa rassicurazione: “Non abbiate paura degli uomini”.

Poi parla di persecuzioni e di uccisioni, ma né la persecuzione, né la morte, possono intaccare ciò che abbiamo di più prezioso, perché, come suoi figli, siamo al sicuro nelle mani di Dio. “Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo (…) temete piuttosto colui che ha potere di far perire nella Geenna e l’anima e il corpo”.

Gesù adopera questo termine un po’ strano, la Geenna…

Era una valle a sud di Gerusalemme, la Valle di Hinnom, in ebraico Ge-Hinnom, da cui geenna, dove veniva portata la spazzatura della città e lì veniva consumata con un fuoco che ardeva costantemente.

Finire nella geenna significa, quindi, essere rottamati, buttati nella spazzatura.

Gesù ci invita ad avere il timor di Dio; non la paura, come il terrore del giudice, ma come rispetto d’amore per colui che è il Signore della vita.

Abbiate quel timore riverenziale di Dio, perché perdendo lui, perdete tutto.

Non abbiate paura delle difficoltà, conservate la fede e l’adesione al Signore.

Riconoscete il Signore anche se vi può costare sofferenza, perché, altrimenti, si incorre in un rischio peggiore, quello di finire, anima e corpo, nella spazzatura eterna.

Il brano prosegue con una immagine molto bella: “Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure neanche uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro”.

Letteralmente: “… senza il Padre vostro”.

Ovvero, neppure un passero, cadendo a terra, è abbandonato da Dio: non cade a terra perché Dio così ha voluto (fatalismo pagano), ma anche quando cade a terra non è abbandonato dal Padre!

8350_180Allo stesso modo, anche i capelli del vostro capo sono tutti contati, tutti sotto lo sguardo di Dio.

Da una tale contemplazione nasce la fiducia che scaccia il timore: Dio ci vede come ci vede un padre, ci guarda sempre con amore e non ci abbandona mai, neanche quando cadiamo.

I discepoli di Gesù, agli occhi di Dio, ben più preziosi dei passeri e dei capelli della testa, possono essere perseguitati e messi a morte, ma anche nelle loro tentazioni il Signore è là, nelle loro sofferenze Cristo è vicino.

Perché siamo preziosi agli occhi di Dio!

Pertanto: Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!

 Napoli, 19 giugno 2020