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Luigi Antonio Gambuti
Testimone d’Amore nei suoi Scritti di Politica e Costume

di Pasquale Maria Mainolfi

La prima e insostituibile forma di evangelizzazione è la testimonianza della vita. Paolo VI afferma: “L’uomo contemporaneo crede più ai testimoni che ai maestri, più all’esperienza che alla teoria, più ai fatti che alle parole”. E Giovanni Paolo II asserisce con coraggio: “Sbagliano coloro che, sapendo che non abbiamo una cittadinanza stabile ma cerchiamo quella futura, pensano di poter per questo trascurare i propri doveri terreni, e non riflettono che invece proprio la fede li obbliga ancora di più a compierli, secondo la vocazione di ciascuno. Il distacco, che si constata in molti, tra la fede che professano e la loro vita quotidiana va annoverato tra i più gravi errori del nostro tempo”.

Un antico detto recita: “Fare un libro è meno che niente, se il libro scritto non rifà la gente”. Anche questa ultima pubblicazione del prof. Gambuti rappresenta un contributo alla formazione di un costume, di un ethos di valido spessore culturale-sociale-politico-etico-religioso che, mentre distoglie dalla vertigine del vuoto, assiologico ed esistenziale, orienta gli animi all’accettazione empatica e gioiosa della vita.

Il Saggio “Itinerari – Scritti scelti di politica e costume”, Book Sprint Edizioni, prefazione di Rosa Russo Jervolino, 600 pagine con circa 250 articoli, è una raccolta di scritti che spingono il lettore a riflettere ed osare con responsabilità operosa nella costruzione del bene comune. L’Autore realizza un dialogo intenso con se stesso nel mentre esamina attentamente il quotidiano, nell’incessante fluire del tempo. Una lucida analisi di denuncia che si fa voce di chi non ha voce e diventa foriera di progetti validi e preziosi nella costruzione della polis.

Il generoso sognatore Gambuti trasforma gli aeropaghi del suo intenso impegno culturale, didattico e politico in un caldo luogo di memorie e dentro l’incantevole scenario artistico e ambientale privilegia “la gente dalla faccia pulita” e allora “le foglie sparse d’autunno” diventano volume corposo dove le antiche memorie ed i recenti ricordi si mescolano insieme, ed una scintilla d’ispirazione sincera trasfigura il prezioso lavoro in un poema stile “amarcord”. Per questa ragione, la sua “Terra” diviene come per incanto anche la nostra, di ogni lettore. La lettura del libro permette un bagno, un’immersione così intensa e vera nella cultura meridionale, da portarne a lungo il conseguente gradevole profumo. E poiché l’amore vero non si dimentica mai, attraverso lo stile vibrante, moderno e appassionato si scopre il cuore del “guerriero sannita”, nativo di Solopaca, che vanta un antico e duraturo legame con San Giorgio La Molara dove negli anni Settanta ha iniziato la sua professione di Direttore didattico, entrando in contatto empatico con l’opera dell’artista Nicola Ciletti (1883-1967), pittore di scuola napoletana con una squisita tendenza verso il realismo, capace di tracimare valori esistenziali umili e semplici ma immutabili nel tempo. La cittadinanza onoraria conferitagli dall’Amministrazione comunale di San Giorgio La Molara rimane il sigillo di un legame antico e indissaldabile.

Luigi Antonio Gambuti

Lo stimato professore Luigi Antonio Gambuti è un uomo benemerito per la cultura e l’insegnamento, avendo dedicato tutta la sua vita allo studio e alla promozione umana della gioventù. Egli vanta un curriculum di tutto rispetto e di grande valore. Ha pubblicato ben dieci libri. Nelle sue pagine, alla tempra del ricercatore e impegnato saggista, aggiunge quella di giornalista oggettivo, veritiero, abituato all'indagine, con il tocco del poeta che si muove agevolmente tra squarci descrittivi di alto lirismo. Chiaro, lineare, sobrio, essenziale, avvincente e con una carica affettiva e amorevole che traspare dal lessico puntuale e dall'aggettivazione che rapisce il lettore. Con lui i personaggi descritti sono destinati a non morire mai più: “Exegi monumentum aere perennius” (Orazio).

Il carissimo amico Gambuti è veramente l’uomo “versatus ad omnia”: uomo vero, sannita doc, laureato in Pedagogia, maestro prima, Direttore didattico poi, Presidente del Distretto scolastico di Afragola, Presidente regionale dell’Associazione Italiana Maestri Cattolici, consigliere comunale, grande penna per quotidiani e periodici locali e nazionali. La sua vera passione: la scuola, il ruolo dei cattolici in politica, l’appartenenza alla terra, la costruzione della città di Dio nella città dell’uomo, il cocciuto ottimismo e l’irrefrenabile speranza.

Titolare straordinario di una virtù oggi assai rara e che in lui ammiro al di sopra di tutto: la cordiale amabilità. E’ infatti noto a tutti per la sua squisita disponibilità e competenza.

*Prof. Mons. Teologo

Napoli, 12 giugno 2020