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 Lo sviluppo del Burlesque negli Stati Uniti

di Cristina Iavazzo

Nonostante che negli Stati Uniti la parola Burlesque finì coll’indicare una forma di spettacolo per soli uomini eseguita da ragazze che si esibivano in abiti sempre più succinti, non bisogna però cadere nell’errore di pensare che essa, inizialmente, mancasse totalmente di contenuto.
C’era una trama nelle canzoni, seppure se scarna e ridotta, e una molteplicità di battute comiche. Per mantenere sempre alta l’attenzione del pubblico, si cominciò, però, a far esibire le ballerine in abiti sempre più “ristretti”. Malgrado lo scandalo iniziale, il Burlesque iniziò a riscuotere un successo sempre crescente tra il pubblico, al punto da indurre i produttori a rincarare le dosi: e così, da quel momento, gli abiti si ridussero sempre più, i numeri comici rimasero, e le trame cominciarono a diventare quasi inesistenti.
Col tempo fu introdotta anche la novità dello streaptease. Voci circolanti affermano che ciò avvenne per puro caso, quando per un “maldestro incidente” una ballerina perse parte degli abiti in scena, riscuotendo un tale successo da convincere i produttori a inserire il numero nello spettacolo.
Con questa nuova formula il Burlesque cominciò ad attirare non solo le attenzioni di un pubblico crescente e sempre più infiammato, ma anche della stampa, che guidata da un gruppo di ben pensanti, cominciò a scagliarvisi contro. Ciò non fece altro che aumentarne la popolarità, grazie anche al contributo di alcune artiste che riuscirono a trasmettere una visione della donna quale essere pensante, e non solo come mero oggetto di desiderio sessuale. La più importante di tutte, in tal senso, fu Mae West che si distinse per l’arguzia dei testi che scriveva per i suoi spettacoli, nonché per la sagacità delle sue battute. Molte compagnie seguirono l’esempio di queste prime, rincarando però le dosi, ma finirono per cadere nel volgare.
Intorno agli anni 20 questa moda cominciò a vedere la sua parabola discendente e i teatri utilizzati per questi spettacoli iniziarono ad avere seri problemi. Non si poteva e non si voleva utilizzarli per show più casti. E allora non restava altro da fare, per evitarne la chiusura, che destinarli a spettacoli che puntavano sullo streaptease. Per non incorrere, però, in seri problemi con la legge, si decise di far esibire le artiste coperte per l’indispensabile, e cioè con tanga e stelline. Nonostante ciò la legge ebbe la meglio e molti teatri furono chiusi e successivamente trasformati in cinema, mentre le artiste finirono ad esibirsi nei nightclub.
Nel giro di pochi anni,  il burlesque finì per diventare solamente un ricordo del passato.

Napoli, 21 luglio 2014