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La figura femminile  nel tango

di Cristina Iavazzo

Donne e tango: donna come “musa ispiratrice” di un uomo malinconico nei testi del tango, ma anche parte di un tutt’uno nella coppia che balla, nella quale assume un ben preciso ruolo. Tante le donne che incontriamo nei testi del tango, come altrettante sono le visioni che ne ha di lei il poeta-scrittore, che ogni volta la dipinge con colori diversi: traditrice in alcuni casi, rinnegatrice delle proprie origini in altri, ma anche ingrata, amata come nessuna e, dulcis in fundo, madre (figura sacra che mai tradisce). Tutti questi ruoli a lei attribuiti possono riassumersi in due figure femminili di riferimento: da una parte c’è colei che rappresenta il fiore che sboccia anche in condizioni avverse e in ambienti a lei poco consoni; dall’altra, invece, colei che si allontana dalle origini, le tradisce e si perde, ma nonostante tutto conserva sempre nel cuore il sogno di sposarsi in chiesa, in abito bianco.
Diverso è il discorso se invece parliamo del ballo e prendiamo in considerazione il ruolo che la donna assume nella coppia, nella quale ha il compito di lasciarsi portare, di seguire colui che la sta guidando. Non è affatto semplice saper ascoltare, per poi eseguire perfettamente ciò che l’uomo le sta indicando: è necessaria una buona dose di fiducia e complicità nei confronti del partner. Bisogna però lasciarsi guidare e nello stesso tempo opporre resistenza, onde evitare di apparire quasi un peso da trascinare e contemporaneamente mettere in gioco il proprio modo di ballare,mostrando il proprio stile. Ciò non significa però accettare una sorta di subordinazione nei confronti dell’uomo, ma piuttosto riconoscere le regole della danza e divertirsi assieme. E’ infine fondamentale che la donna stia perfettamente in equilibrio sul proprio asse, onde evitare di pesare sull’uomo, che deve essere libero di poter effettuare tutte le rotazioni utili per guidarla. Solo così si possono creare i presupposti affinché il tango possa essere ballato.

Napoli, 8 giugno 2014