Il grande compositore E. A. Mario attraverso le parole della nipote Delia Catalano
Il grande compositore E. A. Mario attraverso le parole della nipote Delia Catalano
di Cristina Iavazzo
Chi è che, essendo di Napoli, non ha mai sentito parlare del grande compositore Giovanni Ermete Gaeta, in arte E. A. Mario? Chi non si è lasciato trascinare dal meraviglioso ritmo di “Tammurriata Nera”, un pezzo di storia del nostro paese ai tempi della guerra e della fame, o non si è lasciato emozionare dalla famosissima “Leggenda del Piave”, inno di incoraggiamento ai nostri soldati che stavano combattendo? Oggi abbiamo incontrato la nipote, la signora Delia Catalano.
Cosa significa per lei essere nipote di un così grande compositore?
E’ un eredità importante ed il mio compito è soprattutto quello di non far dimenticare quest’uomo, che non è stato soltanto musicista ed autore di versi, ma anche poeta ed autore di saggi storici, ed ha dovuto subire numerose ingiustizie. Dopo mia madre, che gli è stata accanto tutta la vita, anche io sto cercando di portare avanti il suo nome. Sono state organizzate anche alcune iniziative, come i due concerti al conservatorio di Napoli nel 2012 e nel 2013 ed è stato anche ricordato all’ “Istituto della Storia Patria”, il 6 Novembre 2014, come “E. A. Mario: testimone del tempo”. Spero che per il centenario della guerra del 1915-1918 le istituzioni non si dimentichino di mio nonno che scrisse anche “La leggenda del Piave”, che servì a rincuorare i soldati e a spingerli ad andare per la vittoria.
Com’è nata “Tammurriata Nera”?
Nel 1944 il grande poeta e paroliere Eduardo Nicolardi, stava per imparentarsi con mio nonno, dal momento che il figlio Ottavio era fidanzato con mia zia. Nicolardi, oltre a comporre canzoni, era anche direttore amministrativo dell’ospedale Loreto Mare. Un giorno egli arrivò tutto trafelato a casa di mio nonno e gli raccontò, con aria di stupore, di un episodio al quale aveva assistito proprio al Loreto Mare. Disse: “Mario ti devo raccontare una cosa. Ma sai che oggi in ospedale è arrivata una ragazza di non più di 15 anni, che doveva partorire? E sai qual è stata la grande meraviglia? Ha partorito un bambino nero. Alche tutti quanti le hanno proposto di far sparire il piccolo. Ma lei con assoluta determinazione ha risposto di no. Ha raccontato che quella creatura era nata non per vizio ma per un rapporto dettato dalla necessità di guadagnare soldi al fine di sfamarsi, e che l’avrebbe cresciuto lei”. Mio nonno Mario, che era una persona estremamente sensibile, propose ad Eduardo di scrivere una canzone su questa bellissima storia. E prendendo spunto dalla caratteristica musica di Napoli e cioè la Tammurriata, mio nonno suggerì a mia madre, che era pianista e nel frattempo si era offerta di aiutarlo, di comporre un ritmo che lui aveva in mente. E così con il ritmo dettato da mio nonno e i versi composti da Nicolardi, è nata “Tammurriata nera”, primo manifesto dell’integrazione razziale.
Quando sente suonare “La leggenda del Piave” cosa prova?
Un’emozione grandissima che si rinnova ogni volta che la sento.
Sua madre Bruna ha scritto un libro per suo nonno. Perché?
Negli anni sono state scritte tante cose su mio nonno che non rispondevano al vero. Così mia madre si è decisa a scrivere una biografia: “E. A. Mario: leggenda e storia”.
Napoli, 10 luglio 2014