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Digiunate soprattutto dall’ingiustizia

di Manlio Maglio

Siamo in tempo di Quaresima e Papa Francesco coglie tutte le occasioni per richiamare credenti e non al rispetto dei valori più importanti come la verità, la carità, la giustizia; Così , nell’omelia della Messa che ha celebrato ieri in Santa Marta, ha severamente ripreso coloro che si servono del nome di Dio per commettere ingiustizie di ogni genere: “Usare Dio per coprire l’ingiustizia è un peccato gravissimo”. Questo severo monito era riferito in modo particolare contro quelli che sfruttano i lavoratori, costringendoli ad un super lavoro e pagandoli meno del dovuto.
Francesco ha preso spunto dalla preghiera di Colletta rivolta al Signore perché ci accompagni nel cammino quaresimale, così che “l’osservanza esteriore corrisponda a un profondo rinnovamento dello Spirito”, vale a dire che “quello che noi facciamo esteriormente abbia una corrispondenza, abbia frutti nello Spirito”, cioè che “che quella osservanza esteriore non sia una formalità.
Per far meglio comprendere il concetto, il papa ha spiegato che ci sono cristiani che il venerdì non mangiano carne ma, in compenso, consumano un bel piatto di pesce prelibato. In questo modo, non solo non rispettano il digiuno ma peccano di gola. Ed ha ricordato il passo biblico di Isaia in cui il popolo si lamentava perché Dio non ascoltava le sue preghiere ed i digiuni che faceva. Ma il Signore risponde: “Nel giorno del vostro digiuno, voi curate i vostri affari, angariate tutti i vostri operai. Voi digiunate fra litigi e alterchi e colpendo con pugni iniqui. Questo non è digiuno, non mangiare la carne ma poi fare tutte queste cose: litigare, sfruttare gli operai ed altro ancora”.
Dio non apprezza le esteriorità ma guarda il cuore, perciò il Profeta aggiunge: “Non digiunate più come fate oggi, cambiate il cuore. E qual è il digiuno che io voglio? Sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo, dividere il pane con l’affamato, introdurre in casa i miseri, i senzatetto, vestire uno che vedi nudo senza trascurare i tuoi parenti, facendo giustizia”. E il Pontefice ha sottolineato: “Questo è il digiuno vero, che non è soltanto esterno, un’osservanza esterna, ma un digiuno che viene dal cuore”. Ha quindi spiegato che “l’amore a Dio e l’amore al prossimo sono un’unità e se vuoi fare penitenza, reale non formale, devi farla davanti a Dio e anche con il fratello, con il prossimo”.
Pertanto – ha detto il Papa – a chi cerca di mettersi a posto con la coscienza assicurando: “Io sono un gran cattolico, padre, mi piace tanto… Io vado sempre a messa, tutte le domeniche, faccio la comunione”, io domando: “Va bene. E com’è il rapporto con i tuoi dipendenti? Li paghi in nero? Paghi loro il salario giusto? Versi i contributi per la pensione? Per assicurare la salute e le prestazioni sociali? E, ancora, “Ma fai elemosina? E con quelli che dipendono da te, siano i figli, siano i nonni, siano i dipendenti, sei generoso, sei giusto?”. Perchè non si possono fare offerte alla Chiesa “sulle spalle della ingiustizia” a danno dei propri dipendenti. Ed ha precisato”Non è un buon cristiano quello che non fa giustizia con le persone che dipendono da lui e nemmeno quello che non si spoglia di qualcosa necessaria a lui per dare a un altro che abbia bisogno”.
Bergoglio ha quindi chiarito che la Quaresima non è il non mangiare carne il venerdì e poi lasciar crescere l’egoismo, lo sfruttamento del prossimo, l’ignoranza dei poveri. Bisogna compiere un salto di qualità, pensando soprattutto a chi ha meno o nulla e non dimenticare i malati che non hanno la possibilità di curarsi per mancanza di denaro. Ma non vanno trascurati neppure i carcerati: “Ma se tu non sei in carcere è perché il Signore ti ha aiutato a non cadere. Nel tuo cuore i carcerati hanno un posto? Tu preghi per loro, perché il Signore li aiuti a cambiare vita?”.
Un’omelia forte, pronunciata senza peli sulla lingua, per convincere i credenti a vivere la Quaresima in modo coerente con il proprio credo e operando in modo che “l’osservanza esteriore corrisponda a un profondo rinnovamento dello Spirito”.

Napoli, 25 febbraio 2015