I “Conte” si fanno alla fine. Giovanni Della Pietra. Nola
I “Conte” si fanno alla fine
di Giovanni Della Pietra
Nell’ormai tradizionale Sabato Santo di calcio della Serie A, i secondi in classifica vanno sul campo dell’ultima nella lega italiana: all’U-Power Stadium, è Monza – Napoli. Il match termina con il risultato di 0-1, con la rete decisiva di McTominay, riacciuffando la vetta.
Highlights
Diverse sono le azioni potenziali degli azzurri, su cui spicca il colpo di testa di Rrhamani che sfiora il palo sugli sviluppi di corner. Risponde Castrovilli con l’azione personale che semina il panico nell’area partenopea. Nella ripresa, si fa largo il game changer: Jack Raspadori, prima con un passaggio illuminante per Politano che non riesce a trasformare in gol, poi il cross perfetto per McTominay, che sfrutta un’incertezza di Turati, per il decisivo e definitivo vantaggio partenopeo.
Il punto Della Pietra
Monza – Napoli è uno stantio testacoda che mette in difficoltà un Napoli con i nervi a fior di pelle e con poche idee, anche tutte confuse, ma i partenopei riescono a trovare il bandolo della matassa con una giocata vincente di McTominay. Ma andiamo per gradi: mister Conte conferma il canonico 4-3-3 con il doppio play, su cui pesano le assenze di David Neres, di Buongiorno e di Juan Jesus: ecco, Spinazzola adattato esterno alto e Rafa Marin alla prima da titolare. La squadra di Nesta si schiera invece con il 3-5-2 con Caprari a sostituire l’infortunato Keita Balde. Il Monza sceglie di aspettare la squadra partenopea in blocco basso rendendo inutile il doppio play, e ripartire in contropiede sfiorando anche il colpaccio con l’azione personale di Castrovilli: così dentro Anguissa per riempire l’area avversaria. Nella ripresa, però, non cambia la linea, palleggio azzurro lento, compassato e prevedibile con Bianco fondamentale nello schermare la giocata su Lukaku. Poi la luce, in un sabato di Pasqua, forse divina, sotto forma del cross di Raspadori per la testa di McTominay, per il vantaggio partenopeo. Anche il finale contro l’ultima in classifica è palpitante forse più per la prestazione incolore che per l’effettiva pericolosità delle azioni brianzole. Il Monza sfodera una buona prestazione per salutare – non ancora matematicamente – la massima categoria.
In casa Napoli, invece, di riffa o di raffa si riescono ad ottenere i 3 punti per mettere pressione all’Inter in attesa della sfida del Dall’Ara: la prestazione è da rivedere, ma la vittoria, a questo punto della stagione, rende più digeribile anche una scialba partita.
Pagelle
McTominay 7: È l’ariete del Napoli per sbloccare gare complicate: 6 volte ha siglato l’1-0! Quando la palla scotta, ci pensa Scott!
Conte 6.5: All’allenatore nulla da dire: inizialmente schiera il doppio play, poi c’è bisogno di presenza in area: ecco Anguissa. Si cerca la maggiore qualità: ecco Raspadori. Poi il neo: giocatori in panchina mai neanche presi in considerazione o a cui sono riservati solo gli ultimi scampoli di partita. Ma davvero Okafor avrebbe fatto più danni di uno Spinazzola impalpabile e adattato?
Conte comunicatore 8, o forse no: Il buon vecchio Antonio ha spostato l’attenzione dalla gara dell’U-Power Stadium e allora proviamo a seguire il flow. Annuncia di non voler “sacrificare il suo fondoschiena” per salvaguardare quello altrui, ma quando le storie terminano hanno sempre una doppia versione. Conte, dopo aver terminato il suo rapporto vittorioso con l’Inter ed essere stato egregiamente sostituito da Inzaghi, che non solo ha vinto quanto e più di lui in nerazzurro ma ha anche fornito all’Inter un gioco riconoscibile in tutto il mondo calcistico, trova una ricca opportunità nel Tottenham, dove per l’ennesima volta spala letame su squadra e società e gli viene dato il ben servito nonostante uno stipendio da 17 milioni. Dopo un anno sabbatico, prova a ritornare in pista e, poco elegantemente viene sbolognato dal Milan che lo ritiene un “manager”, si accontenta del Napoli, non avendo trovato le ambizioni di vittoria e di stipendio a cui aspirava, camminando sulle macerie, come ha spesso fatto. Diciamocelo chiaramente, squadre di un certo profilo guardano altrove se da un giorno all’altro la loro immagine può essere macchiata in una conferenza qualunque. Così, il buon Antonio prova a rimettere in sesto la sua carriera, favorito da un mercato estivo, quello azzurro, in cui arrivano McTominay, Lukaku, Neres e Gilmour tra gli altri, per un totale di circa 130 milioni di euro, senza contare la grana Osimhen e senza introiti europei. La stagione parla di una Coppa Italia relegata a misera appendice e una narrazione del Campionato che parte dal migliorare il 10° posto della nefasta scorsa stagione alla meravigliosa cavalcata Scudetto passando per un’inaspettata qualificazione Champions. Diciamolo chiaramente, la verità è un’altra: nel momento in cui ingaggi Antonio Conte, l’obiettivo è tornare in Europa dalla porta principale e possibilmente con il tappeto rosso. E rieccoci qui, a spalare letame, questa volta per giustificare il 7° infortunio al soleo per un totale di 133+ giorni di assenza attribuita dal tecnico salentino alla scarsa qualità dei campi di Castel Volturno. Piccolo inciso però: nell’anno titolato di Spalletti, il Napoli ha 3 problemi relativi al polpaccio certificati per un totale di 9 giorni totale di assenza dei calciatori. Le domande sono innumerevoli ma se alla fine tutto andrà, come sembra debba andare, potrà anche essere stato un bel viaggio, ma il piacere è stato tutto tuo, caro Antonio.
Arbitro
La Penna 6.5: Gestione della gara senza patemi, che si mantiene sui binari del sano agonismo. Corretta la lettura del contatto Castrovilli-Rafa Marin: il centrocampista monzese si lascia andare con estrema facilità. Nel finale convulso, rischia tanto Rrhamani, che spinge in area di rigore Caldirola a due mani dopo un alterco con il pallone in gioco: ingenuità che poteva costare cara.
Nola, 22 aprile 2025