Canto di Pasqua
Canto di Pasqua
di Don Giulio Cirignano*
Quest’anno la Pasqua sarà più dolce. Un clima speciale lo garantisce. Avrà il sapore di un nuovo inizio nel segno del Vangelo della misericordia, del perdono, della accoglienza. Ma non possiamo restringere il senso della pasqua dentro un orizzonte individuale o intimistico. Tutto il popolo di Dio è invitato a far festa intorno al suo Signore, vincitore della morte. Poi, dal cuore della festa, guardare al futuro con ragionevole ottimismo.
La ragione di tutto ciò è presto detta. L’amore di Dio per il mondo è stato rimesso al centro della fede cristiana. In esso, la chiesa riscopre con gioia la sua vocazione profetica. Qualcuno potrebbe dire che è sempre stato al centro. Certo, ma c’ è modo e modo di mantenerlo e, soprattutto, di renderlo creativo.
L’amore di Dio per l’ uomo, al centro. Una luminosa costellazione di parole e pensieri inediti, di continuo richiamati nel magistero di Papa Francesco, con ordinata esposizione consegnate alla responsabilità di tutti nella esortazione apostolica “evangeliigaudium”.
Clima nuovo dunque. Per restarne convinti basta scorrere l’indice del documento:” una Chiesa in uscita, pastorale in conversione, dal cuore del Vangelo, una madre dal cuore aperto”. Alcune sfide del mondo attuale: “no a un’economia dell’esclusione, no alla nuova idolatria del denaro, no ad un denaro che governa invece di servire, no all’inequità che genera violenza….”.L’elenco potrebbe continuare inoltrandoci nel capitolo terzo, nel preziosissimo capitolo quarto, per finire nell’ultimo.
Il telegrafico elenco di temi spinge immediatamente a formulare due tipi di domande. Il primo: quanto è lievitato, questo provocante discorso, nella coscienza del popolo di Dio? Quanto, cioè, è amorevolmente letto, attentamente meditato, intelligentemente recepito? Il secondo: quanto è assunto come punto di partenza per una rinnovata programmazione nella Chiesa italiana?
Quest’ultima è domanda fondamentale e rivelativa. Da essa ne scaturiscono altre: tutto, nella nostra Chiesa è continuato come prima? Si è veramente compreso, in basso e in alto che questo pronunciamento del magistero di Papa Francesco ha chiuso una stagione e ne ha aperta una nuova? Quanto ha generato, almeno nella intenzione, un nuovo modo di pensare e di parlare?
Quest’anno davvero la pasqua sarà più dolce se il popolo di Dio, in basso e in alto, saprà aprirsi alle provocazioni dello Spirito. Dobbiamo riconoscerlo: anche se un reale cambio di marcia ha bisogno di tempi lunghi, niente può più essere come prima. Le provocazioni della bellezza non possono essere facilmente messe a tacere.
E’ bella la gioia del Vangelo. Bella e impegnativa è la fatica del dialogo. E’ bella la consolazione di camminare insieme agli altri, anche e, soprattutto, se diversi. E’ bella la fantasia spirituale capace di creare speranza. Bella è l’impossibile ragionevolezza della pace. Bello il profilo di Chiesa povera e dei poveri. Della mitezza e della continua sete e fame di giustizia. Bella la Chiesa della insistente e utopica ricerca della pace.
Bella perché segnata dal marchio delle beatitudini. Capace di mettere in scena una ricerca condivisa, collegiale, intorno ai numerosi problemi di ordine teologico, morale e pastorale. Bella una Chiesa convinta della collegialità. No, niente può essere come prima.
Cominciamo allora il canto della pasqua, il canto della Chiesa purificata dagli orpelli della ambizione e del potere. Della mondanità. Iniziamo il canto della fraternità, delle umile ma tenace attenzione ad ogni problema che minaccia la gioia. Il canto che sogna la fine della cultura della indifferenza e dello scarto. Il canto del coraggio contro ogni nequizia fonte di indicibili pene.
Si, quest’anno la pasqua sarà davvero più dolce se, dopo il canto, sapremo trovare lo spazio per la preghiera. Dobbiamo trovare per la nostra interiorità nuovi sentieri. La fiamma accesa dallo Spirito dovrà farsi larga e luminosa. A papa Francesco la consolazione di essere alla testa di una nutrita, folta processione di persone redente dalla gioia del Vangelo.
*prof. Emerito di Sacra Scrittura.
Facoltà Teologica dell’Italia Centrale – Fi
15 aprile 2014