Bonus pareggio. Giovanni Della Pietra. Nola
Bonus pareggio
di Giovanni Della Pietra
Nel posticipo domenicale della 36^ giornata di Serie A, il Napoli ospita un Grifone ormai libero mentalmente e senza più obiettivi: al Maradona, è Napoli – Genoa. Il match termina con il risultato di 2-2: nella prima frazione di gioco, l’equilibrio viene mantenuto dalle reti di Lukaku e dall’autorete di Meret, mentre, nella ripresa, il pari viene ripristinato dai gol di Raspadori e Vásquez.
Highlights
La partenza aggressiva del Napoli si concretizza nel tiro a giro di Politano, che sibila vicino al palo della porta genoana. Al 15’, Romelu Lukaku sblocca la gara sfruttando l’imbucata di McTominay e vincendo un corpo a corpo con Vásquez. Il Genoa risponde prima con la traversa di testa in girata di Pinamonti, e poi con la testata vincente di Ahanor, che porta all’autogol di Meret. All’alba della ripresa, gli azzurri prima sfiorano il vantaggio sul tap-in di Anguissa su cui si immola Vásquez, poi lo agguantano grazie ad una nuova imbucata di McTominay, questa volta per Raspadori. Il Grifone, però, sfrutta tutto il campo che il Napoli gli lascia e sul cross tagliato di Martin, si inserisce di testa Vásquez per il 2-2 definitivo, anche se i partenopei sfiorano il bottino grosso con il colpo di testa di Billing allo scadere.
Il punto Della Pietra
Napoli – Genoa è un thriller tribolante in cui viene ribaltato quello che dovrebbe essere l’esito annunciato, ma che dai primi minuti di gara fa intuire dove vuole andare a parare. Sembra ripetersi il copione nelle due frazioni di gioco: il Napoli fatica a costruire, ma su un’azione in recupero alto, trova il vantaggio ed entra in fase di gestione, con il Grifone che via via si assume l’incombenza di fare gioco e sfrutta il punto di forza di casa, ovvero il colpo di testa.
Ma andiamo per gradi: mister Conte conferma il 4-4-2 con Oliveira adattato al centro della difesa, e l’acciaccato Lobotka in mediana rischiato dal primo minuto – piccolo spoiler la sua gara ne dura solamente 13. Mister Vieira, invece, conferma il suo 4-2-3-1 con un atteggiamento molto aggressivo, infatti, i due centrocampisti, Masini e Frendrup, si alzano oltre gli attaccanti per impedire la costruzione tra Lobotka (poi Gilmour) e Anguissa. L’alternativa è l’uscita sulla sinistra con Spinazzola limitato da un ottimo Norton-Cuffy coadiuvato da Sabelli.
Gli azzurri, quindi, cercano lo sprint iniziale per indirizzare immediatamente la gara, come fatto nelle ultime due sfide – Torino e Lecce: e al 15′ ci riesce anche, con la rete di Lukaku. La scelta però è quella di abbassare il baricentro e portarsi il nemico in casa, che su una serie di cross, prima centra la traversa e poi trova il pari propiziando l’autogol di Meret. I partenopei subiscono il contraccolpo emotivo e la prima frazione di gioco scivola in maniera scialba verso la sua naturale conclusione.
La reazione azzurra all’alba della ripresa è furente ma disorganizzata, quindi, i napoletani non riescono a creare occasioni da rete di alta rilevanza. Al minuto 63′, sembra che il Destino si sia impossessato nuovamente dei piedi di Jack Raspadori, che mette ancora sul piatto della bilancia un gol dal peso megalitico, o almeno così sembra, perché, dopo qualche minuto di predominio, il Napoli inizia a rallentare, a gestire il possesso, a giocare con il cronometro, fino a rintanarsi di nuovo nella propria area di rigore. E così, come al primo tempo, ma questa volta dal lato opposto, basta una testata ben assestata per rimettere il tutto in equilibrio.
In casa Napoli, c’è la consapevolezza di essersi giocati il bonus pareggio in vista dello Scudetto, inseguiti da un’Inter che, dopo l’impresa europea contro il Barcellona, sembra non voler sbagliare più un passo. È vero che “la storia la scrive chi vince”, ma la storia e la dinamica di questa gara sembrava evidente e bastava saperla leggere per mantenere invariato il distacco.
Un Genoa gagliardo, invece, pur senza obiettivi, onora il campionato fino alla fine lasciando intravedere ottimi spunti per la prossima stagione.
Pagelle Raspadori 6.5: È l’intrattenimento della prima frazione di match con cui si può giocare a “Dov’è Wally?” con Jack in maglia azzurra: dovrebbe essere l’uscita della manovra azzurra, ma Vásquez lo segue a tutto campo. Mette nuovamente il macigno sulla bilancia per fare pendere il risultato verso gli azzurri, ma stavolta non basta.
Meret 5.5: Pagella onestà intellettuale: il buon Alex compie un mezzo pasticcio in occasione della prima rete genoana con una parata tecnicamente e stilisticamente non perfetta. Sul secondo non può nulla! Mostra costanti miglioramenti sulla gestione del pallone in pressione.
Masini 7: E poi c’è uno squarcio di novità in un piattume stantio: Masini mette in campo una prestazione da veterano braccando prima Lobotka e poi Gilmour in costruzione, fin sulla linea dei difensori. Inevitabilmente cala nella ripresa e Billy inizia a respirare. La salita è stata ardua, ma il futuro è suo: fino a tutta la vita che c’è!
Arbitro
Piccinini 6: Gestione della gara senza grandi intoppi con un metro del fallo molto basso, motivo per cui il numero delle interruzioni si alza vertiginosamente. Corrette le tre ammonizioni conferite durante il match, ma mancano la sanzione per Frendrup – dopo un fallo su McTominay per cui è stato concesso “vantaggio” e poi finito nel dimenticatoio – e il secondo giallo per Billing che entra scomposto su Vásquez allo scadere.
In seguito, l’episodio da moviola principe: risultato di 2-2, minuto 85 sul cronometro, Di Lorenzo stacca sul primo palo di testa sugli sviluppi di corner e Venturino la tocca nettamente con il braccio. Ora, il giovane calciatore rossoblù è sì in posizione di attesa, ma il braccio non sembra così aderente al corpo. La vicinanza, messa in ballo da alcuni esperti, non sembra a mio avviso, un fattore che possa salvare dal penalty in questo caso. Il VAR è silente. Il dubbio ci attanaglierà per tanto e ora, a due giornate dal termine, il confine fra dubbio e rimpianto si è assottigliato tantissimo.
Nola, 12 maggio 2025