mar 14 GENNAIO 2025 ore 13.38
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Bisogna avere il coraggio e la capacità di trasformare il sogno di un’esperienza in un segno concreto di speranza
di Matteo Tafuro

 

Tommaso Moro nel 1516 diede alle stampe Utopìa, romanzo in cui è descritto il viaggio fantastico di Raphael Hythlodaeus, in una immaginaria isolaregno, popolata da una società ideale. Utopìa rappresenta la società rinascimentale, pacifica e sobria, dove a dominare e a regolare la vita degli uomini è la cultura, vocabolo smarrito lungo il cammino verso la modernità.

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Eh già! Pensate che sia in vostro potere cambiare ogni cosa, volete imporre il vostro modello, salvo poi trovarvi deboli, insicuri, incerti e spiazzati.

Facevo queste mirabolanti riflessioni un giorno andando a visitare la Cappella San Severo a Napoli. La prima cosa che mi ha colpito, tra le meravigliose sculture presenti, è stata la figura di un uomo che si dimena in una rete cercando di liberarsi dai lacci che lo imprigionano, si tratta del Disinganno del Queirolo.

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Il velo rappresenta chi non si lascia schiacciare in questa vita, mentre la rete chi si affanna nel tentativo di liberarsi. La rete è ciò che permette al pescatore di raccogliere i pesci, ma la rete è anche quella in cui si può restare intrappolati, come oggi con il web. Chi non si espone o non rischia non abbandonerà mai le sue care e vecchie reti… per continuare a galleggiare.

Quello che bolle dentro di me è feroce, intenso e importante. L’ho sepolto sotto l’indifferenza di questa realtà in cui vivo, che non mi conduce da nessuna parte. Voglio sognare che le cose non sono essenziali, come questa economia ci fa credere, ma sono solo utili. Non è un invito a demonizzarle, è urgente però imparare ad utilizzarle come un bene che ci aiuta a vivere meglio. Esiste un luogo oggi, dove è possibile raccontare una nuova narrazione della società e del mondo, dove è presente il cittadino, la partecipazione democratica, la solidarietà tra generazioni, mentre è assente la predazione dell’ambiente e il furto della vita?

Un luogo in cui è abolita ed è messa al bando ogni forma di individualismo. Insomma, esiste, un laboratorio di pratiche sociali alternative, un esperimento radicale di vita comunitaria, una Zona Temporaneamente Autonoma (TAZ), come l’avrebbe definita il teorico americano Hakim Bey, dove gli abitanti come giapponesi nella foresta non sono ancora consapevoli della crisi che sta sconvolgendo l’intero suo modello di mondo?

Questa economia ladrona persegue il solo obiettivo di produrre distopie, utopie negative, dei dominanti e di quelle che costoro considerano utopie irrealizzabili. I dominanti trasformano in distopia qualunque tentativo di difendere i diritti umani, stravolgendo e mistificando il significato di parole come solidarietà, democrazia, sviluppo.

Altro che neoliberismo! Bisogna avere il coraggio e la capacità di trasformare il sogno di un’esperienza in un segno concreto di fiducia, perché bisogna rispondere alla domanda fondamentale dell’essere umano, all’ unica cosa al mondo che si moltiplica quando viene divisa: la fiducia, il sogno, l’utopia.

12Essa è diffusiva, cioè si espande quando viene condivisa e diminuisce quando è trattenuta. Le difficoltà a diffondersi dipendono dall’avarizia indotta dal richiamo a una vita dove il risparmio è vissuto come una forma d’opportunismo che deve essere compensata dal consumo. Anche il consumo può andare bene, quando, però, è presentato come l’agire di un roditore che usa cose e persone per compensare le sue frustrazioni, allora avviene che si erode la base d’umanità su cui dovrebbe edificarsi la libertà. L’io cerca il tu, non l’esso, come sottolineato dal filosofo Martin Buber. La nostra libertà non si specchia nell’uso, ma in ciò che, oltrepassando l’uso, testimonia che la libertà sovrasta il bisogno. Si tratta della capacità oblativa, che supera la funzionalità. Oblativa vuol dire essere costruttore di sogni, senza aspettarsi nulla in cambio. Significa instaurare relazioni nelle quali ci sentiamo sicuri e non proviamo sentimenti di prevaricazioni. Voglio riconsegnare le utopie a chi le ha smarrite, è la paradossale meta da raggiungere per affermare me stesso.

Nola, 13 gennaio 2025