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BIRICHINO IO? E TU PRIMA DI ME
di Luigi Antonio Gambuti

Così si ristabilisce l’ordine tra maggioranza e opposizione. Con questa battuta si fa chiarezza nei pensieri perduti nel fasto dei palazzi romani, risistemando i confini per riorientare le scelte di coloro i quali saranno chiamati ad esprimere il consenso nelle prossime tornate elettorali.
E nelle faccende dell’esecutivo, là dove si governa per amministrare il Paese.
Tra una birichinata e l’altra ma di quelle che fanno male a chi, suo malgrado, ne diventa destinatario si trascorre il tempo e le parole diventano sempre più dense di significato, tendenti a definire nuovi assetti istituzionali -riforme costituzionali; nuovi soggetti politici- il partito della Nazione; e nuovi scenari sociali, qualcosa che ancora non prende forma che va – dovrebbe- definendosi sulle linee dei Podemos spagnoli e della Syriza greca.
Dovremmo elencare tutta una serie di segnali -evento per dare concretezza di lettura alla nostra riflessione. Ci limiteremo ad alcune semplici considerazioni per tracciare i segni e dare sostanza alla nostra paginetta.
Niente di straordinario, si intende.
L’evento più significativo, quello che ha elevato Renzi agli altari della celebrità politico-mediatica, è stato l’elezione di Sergio Mattarella a Capo dello Stato.
Tutti concordano nel riconoscergli l’abilità con la quale ha dettato i tempi e raggiunto l’obiettivo, bruciando d’un colpo i dissensi interni al Partito Democratico – sub specie et ad horas, si intende!- e le intenzioni-aspettative del suo compagno di merenda che voleva sul colle più alto di Roma una persona a lui più “confacente” per rassicurarlo, più di ogni altra cosa, sulla tenuta “politica” delle sue non poche e non semplici vicende imprenditoriali.
Oltre che sul suo sempre più delicato e preoccupante presente e futuro giudiziario.
Con l’ elezione di Mattarella s’è riproposto un metodo che nella sua spaesante realtà si è dimostrato vincente,sia per chi lo ha impostato,sia per le sorti del Paese.
Per Renzi ha rappresentato la verifica del suo peso decisionale nel partito e della sua spregiudicata conduzione del potere.
Ha avuto buon gioco perché la proposta Mattarella non gli ha creato problemi,visto il consistente e riconosciuto tasso di credibilità del personaggio; ha trascinato il Cavaliere nelle terra di nessuno, ricacciandolo nella condizione minoritaria di partenza ad abbaiare alla lunae riassestando le strutture del suo partito, dando il benservito alle polveri dei dissidenti, quantomeno nell’occasione che lo ha visto vincitore agli occhi del mondo intero.
Ci sono stati parecchi inciuci sulla remunerazione del Cavaliere tradito nella gestione dell’elezione del Capo dello Stato: lo sconto della pena; l’invito a sedersi fra i grandi nell’occasione della cerimonia di insediamento dello stesso Mattarella al Quirinale, e la rassicurazione (?) sulla proposta della fiscalità agevolata di cui alla manina a suo favore.
E di non poche lamentazioni si è nutrito il calendario di queste settimane.
Berlusconi tradito dal giovane toscano non riesce a contenere il suo rancore rompendo a tratti-voteremo quello che ci convince!; siamo in una deriva autoritaria – il patto del Nazareno .
Renzi, il contraente bleffatore ed insolente-mai tanta irriverenza a sua maestà l’Unto del Signore!- gli fa sapere che di lui non c’è bisogno perché i voti per andare avanti ci sono e ce ne avanza, visti inuovi entrati,profughi dei partitini in disfacimento di destra e di sinistra.
Che succede in questo diffuso scilipotismo di ritorno?
Rientra il cavaliere sempre più stordito e isolato, ammorbidisce il tono delle sue rivendicazioni;abbozza una protesta e sta lì a leccarsi le ferite in attesa di trovare le occasioni per fare pesare il suo consenso là dove il birichino toscano dovesse averne ancora bisogno.
Come se niente fosse accaduto, oggi, nella predisposizione di una feroce piattaforma di rivendicazioni per le prossime, si presume,travagliate competizioni elettorali.
Sia nell’area berlusconiana, sia nella metà campo del partito democratico, dove per niente si è spenta la voglia di lottare. Basta osservare da vicino la triste vicenda delle primarie per la prossima competizione elettorale regionale, diventate occasioni di lotte e di rivendicazioni da parte di correnti e di capibastone che non mettono bene per chi dovrebbe calare il consenso sulle domande del partito.
Questo è uno scorcio di realtà che rappresenta il momento politico che sta vivendo il Paese.
Lontana dai problemi reali della gente-giocata lontana dai risentimenti sacrosanti messi in campo e portata avanti a colpi di annunci e pacche sulle spalle, attenta a non toccare i fili scoperti-e ce ne sono tanti!- delle centrali del sistema economico-finanziario;impegnata a realizzare grandi progetti per mettere sotto controllo grandi risorse e grandi opportunità di fare altrettanti grandi affari ed ottenere altrettanti grandi consensi e via dicendo per sfruttare intensivamente l’opportunità offerta dalla barra del comando , la politica si attorciglia su se stessa e si legittima. Siamo alle solite.  E non ci piace mettere mano ai grani di un rosario di lamentazioni in attesa di salutare qualcosa di concreto che metta una toppa alle tristissime condizioni in cui , milioni di persone scontano la vita. Perchè la fame c’era, c’è e ci rimarrà ancora per molto.
Mattarella ha segnalato l’agenda esigente dei problemi e l’ha affidata a coloro i quali tocca l’onere della loro soluzione. Si è detto arbitro imparziale, il Presidente, e quel che conta,umanizzandone la funzione,ha richiesto che i giocatori l’aiutino con la loro correttezza.
E’, forse, questo il problema, caro Presidente.
Poiché ha pronunciato una parola che ha scarsa residenza negli ambulacri romani. Noi, nel farle gli auguri più sentiti, la salutiamo , sfumandone il profilo, come ”The End” dei film americani, là dove si dissolve la sua andatura alla crozzamaroni e si affaccia furbesca da una quinta laterale la testa d’ un personaggio che si eleva al di sopra dell’orizzonte più del convenuto, come l’abbrivio presuntuoso all’infinito di leopardiana memoria.

Napoli, 14 febbraio 2015

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