ven 27 DICEMBRE 2024 ore 04.25
Home Riceviamo e pubblichiamo Amara riflessione di un cittadino ed amministratore pubblico, Carmine Attanasio.

Amore e odio per la mia città. (“Vorrei fosse una città normale”)

di Carmine Attanasio

Sono le 10.52 dell’otto giugno 2014, è una giornata molto calda e stamani avevo deciso di accompagnare mia moglie e mio figlio al bosco di Capodimonte dove gli stessi dovevano incontrarsi con altre persone per trascorrere una mattinata all’aria aperta. Scendo in tenuta sportiva con pantaloncini e scarpette da tennis convinto di trascorrere qualche ora rilassato. Mi sono diretto verso l’ingresso di Porta Piccola e già da lontano avevo avvistato alcuni parcheggiatori abusivi che prendevano soldi da coloro che parcheggiavano nelle strisce blu. Dal lato opposto invece parcheggiavano altre auto in divieto di sosta, finanche sotto la fermata del bus e contromano. Davanti a tale scena ho cercato di spostarmi un po’ più lontano ma altri parcheggiatori presidiavano anche zone limitrofe dove è vietata la sosta. Da cittadino civile e soprattutto in qualità di amministratore pubblico mi guardo bene dal parcheggiare l’auto in divieto di sosta! Ma, nel frattempo, mia moglie e mio figlio stavano facendo tardi alla seduta di tai chi prevista per le dieci con amici nel bosco di Capodimonte, allora ho deciso di lasciarli nei pressi di Porta Piccola dicendo che sarei andato a trovare un posto per l’auto. A questo punto avevo due soluzioni: parcheggiare sul lato destro ma in divieto di sosta, oppure attendere che si liberasse un posto nelle strisce blu dal lato opposto con la certezza di dover litigare con i parcheggiatori abusivi che avrebbero preteso la tangente nonostante il sottoscritto, di sicuro, avrebbe inserito le monetine nel parcometro. A questo punto, anche per un problema cerebrale avuto la settimana scorsa che mi ha obbligato ad un ricovero ospedaliero e a non arrabbiarmi, ho deciso di tornare a casa da cittadino civile e libero; cittadino che non vuole sostare dove c’è divieto o sostare nelle strisce blu espropriate al Comune da personaggi che hanno ormai occupato ogni metro di territorio senza che si faccia niente di serio per contrastare tale fenomeno; cosa che mi porta a chiedermi per quale motivo paghiamo profumatamente un colonnello dei carabinieri e perché a questo punto non aboliamo le strisce blu considerato che come Comune non traiamo benefici da questa gabella imposta ai cittadini. Da amministratore pubblico mi sento sconfitto, umiliato ed impotente davanti a tale tracotanza. Questa lettera però è dovuta! Dovuta a quei miei concittadini che come me non vogliono piegarsi e che trovano difficoltà a vivere in queste condizioni in una città cosi bella ma allo stesso tempo cosi assurda! Mi chiama mia moglie, torno al Bosco di Capodimonte per riprendere lei e mio figlio; la discussione si fa accesa: “tu non puoi vivere in questa città! O accetti come vanno le cose o andiamo via! Sono tutti collusi, le persone perbene vanno via! Lotti contro i “mulini a vento”! Hai un figlio! Hai visto cosa ti è successo per pensare solo a questa bellissima città abitata però da tanta gente di m…………..? Vuoi farti sparare???

Napoli, 8 giugno 2014