Al Teatro Trianon una grande Lina Sastri porta in scena se stessa.
Lina Sastri al Trianon porta in scena se stessa.
di Domenico De Gregorio
Con “Mi chiamo Lina Sastri” l’artista napoletana torna nella sua città al teatro Trianon con uno spettacolo misto di musica e parole, una girandola di canzoni e musica dove tra un passaggio e l’altro si inseriscono degli sprazzi di prosa.
Lina ha sperimentato, ha fatto incursioni nella musica napoletana contemporanea, e, torna alle origini, depurando i brani più noti di ogni nota di folclore, i testi ritrovano la loro natura classica, le arie sofferte e struggenti, incarnano alla perfezione il mondo emozionale degli autori per una nuova e vincente contestualizzazione dei brani.
Diviso in due atti, lo spettacolo è un flusso e riflusso tra musica e parole, un percorso artistico che Lina Sastri racconta senza nostalgia neanche quando ricorda la mamma attraverso registrazioni della sua voce conducendo lo spettatore nel suo intimo sentire. Vestita di rosso nel primo atto, Lina da alla sua voce una carica di passione, cupa e profonda, che infiamma l’animo umano. Le canzoni sono per l’artista un condensato di emozioni che riesce, con la naturalezza del suo vissuto artistico e personale, a comunicare non solo con la voce ma anche con tutto il suo corpo.
Nel secondo atto, Lina Sastri, in camicia e pantaloni neri, inizia ad alzare il ritmo. Adesso non solo canta con voce possente ed appassionata, capace di raggiungere alte note che sembrano scappare dal rigo più alto del pentagramma, adesso si lascia trasportare dal ritmo delle canzone .
Come alla fine di un lungo viaggio il ritorno non può mettere tra parentesi il vissuto e lo fonde con note e sonorità del sud, nel senso del sud del mondo, mai dimenticato e rinnegato. Tra le canzoni trova spazio il recitato, i passi più belli della sua “Fiulena Marturano” per la regia di Francesco Rosi, insieme al suo amico Luca De Filippo. Sul finire dello spettacolo, Lina Sastri spera di conoscere quella felicità mai raggiunta, il paradiso conosciuto attraverso la letteratura ma mai vissuto, dove il bene vince sul male e la bellezza e purezza della natura cammina con l’uomo.
Un inno alla libertà, contro la paura di essere veramente se stessi fino in fondo. Cala il sipario tra applausi ed un’ultima canzone regalata dalla Sastri al suo amato pubblico.
Napoli, 15 gennaio 2017