Un’associazione di Hackers turchi blocca il Sito del Vaticano
Un’associazione di Hackers turchi blocca il Sito del Vaticano
di Manlio Maglio
Sono più di 24 ore che il sito ufficiale del Vaticano è stato bloccato da un gruppo di hackers turchi ( @THTHeracles) per protestare contro le parole del Papa che domenica scorsa, prima dell’Angelus, ha parlato apertamente del genocidio di un milione e mezzo di cristiani armeni, operato tra il 1915 ed il 1917, da parte dei turchi ottomani. Tale genocidio, ampiamente documentato (proprio oggi monsignor Raphael Minassian, arcivescovo cattolico di Armenia, Georgia e Russia a Erevan, ha consegnato a PapaFrancesco un dossier di oltre 1.120 pagine sul genocidio degli armeni). Tale genocidio, però, non è riconosciuto dai turchi e quando Recep Tayyip Erdogan, Presidente della Turchia, è venuto a conoscenza delle parole del Papa, è andato su tutte le furie ed ha richiamato il suo ambasciatore dal Vaticano.
Anche il Presidente U.S.A. Obama – probabilmente su su pressione della potente comunità armena della California – si è unito alla posizione di Papa Francesco. Secondo quanto riferito dalla portavoce della Casa Bianca, Marie Harf, infatti: “Il presidente (Obama) e altri alti esponenti dell’amministrazione hanno più volte riconosciuto come un fatto storico che 1,5 milioni di armeni furono massacrati negli ultimi giorni dell’impero ottomano e che un pieno, franco e giusto riconoscimento dei fatti è nell’interesse di tutti”.
Anche il Parlamento Europeo, oggi, ha approvato una risoluzione con cui chiede alla Turchia “L’apertura degli archivi per accertare il passato” e chiede altresì , l’istituzione di una “Giornata mondiale” per il ricordo dei genocidi.
Erdogan, per parte sua, ha sprezzantemente dichiarato che ignorerà la
Risoluzione dell’Europarlamento: “Mi entrerà da un orecchio e mi uscirà dall’altro” ed ha aggiunto che in Turchia lavorano circa centomila armeni che, non essendo cittadini turchi, potrebbero essere espulsi in qualsiasi momento.
Il portavoce vaticano Mons. Lombardi, per altro, ha dichiarato: “Se da parte turca ci sono state reazioni ne prendiamo atto, ma non abbiamo ritenuto il caso di fare una polemica, battibecchi, prendiamo atto unicamente che ci sono state reazioni”. Ha poi aggiunto: “Quello che ha detto il Papa mi sembra chiaro come il sole: lo ha detto, lo ha articolato, ha fatto riferimento alla dichiarazione comune di Giovanni Paolo II e Karekin, cioè ha usato il termine genocidio mettendosi in continuità con un uso già compiuto di quella parola, ha sottolineato la contestualizzazione storica, ricordando che era uno di tante altre cose orribili successe nel secolo scorso e che stanno succedendo ancora”.
L’intensa reazione del governo turco è motivata dal timore che possano avvenire altri riconoscimenti internazionali del genocidio, in vista delle commemorazioni per il primo centenario, in programma nella capitale dell’Armenia, Erevan, il 24 aprile.
Napoli, 17 aprile 2015