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 Carnevale: origini e significato

di Cristina Iavazzo

Passeggiando, in questi giorni, per le strade della nostra città, possiamo facilmente imbatterci in bambini mascherati ma anche in adulti alle prese con una frenetica ricerca del travestimento più originale per la festa alla quale sono stati invitati. Ma qual è l’origine del Carnevale, così tanto amato da adulti e bambini? “Carnevale” indica il periodo di tempo che in genere intercorre (il suo inizio non coincide per tutti i paesi) tra la festa di S. Antonio Abate e il mercoledì delle Ceneri (primo giorno di quaresima). La parola Carnevale deriva dal latino carnem levare che significa letteralmente, eliminare la carne e si riferisce al fatto che con la Quaresima comincia un periodo di astinenza e digiuno durante il quale è fatto divieto per i cristiani di mangiare la carne.
Nonostante il chiaro riferimento alla cristianità, il festeggiamento del Carnevale trae origine da antiche feste religiose pagane come le Dionisiache greche o i Saturnali, che si svolgevano nell’antica Roma ed erano dedicati a Saturno, dio delle seminagioni.
Durante il periodo che andava dal 17 al 23 dicembre, i cittadini romani erano soliti fare ricchi banchetti (che se svolti in privato, si concludevano con mascherate e vere e proprie orge), durante i quali venivano scambiati auguri di salute e prosperità.
Da un punto di vista religioso tale periodo aveva una valenza purificatoria e culminava con un rinnovamento spirituale simbolico dopo una fase durante la quale aveva regnato, sovrano, il caos. Era un tempo in cui tutto era concesso e l’ordine naturale delle cose veniva sovvertito: lo schiavo era promosso a padrone, il padrone serviva gli schiavi, il re veniva umiliato, si facevano orge e ci si mascherava. L’usanza di mascherarsi veniva poi dalla convinzione che gli spiriti circolassero, in questa fase di caos, tra cielo e terra. Tali anime andavano onorate, altrimenti si indispettivano e diventavano pericolose. Per questo gli si prestava dei corpi provvisori, rappresentati appunto dalle maschere. Terminato questo tempo, l’ordine naturale delle cose veniva poi ripristinato attraverso un rituale che prevedeva la morte del “Re Carnevale”. Tale rituale avviene a tutt’oggi in alcune località europee ed extraeuropee.
Con l’avvento del cristianesimo questo periodo di festeggiamenti perse quel carattere magico e rituale che i riti pagani gli avevano imposto, per assumere la veste di puro divertimento popolare.
Il Carnevale, con la sua gioia sfrenata, era difatti il periodo che precedeva la Quaresima, tempo di “penitenza disciplinata”, e si contrapponeva completamente ad essa. Rappresentava una fase di divertimento e di soddisfacimento dei bisogni materiali, prima di entrare nel tempo della penitenza, che avvicinava ad una vita diversa, più eterna e spirituale.
Al giorno d’oggi la chiesa inquadra il Carnevale come una fase di preparazione alla quaresima durante la quale vengono osservate le 40 ore di adorazione del Signore, che terminano appunto, l’ultima domenica di Carnevale.

Napoli, 10 febbraio 2015