gio 31 LUGLIO 2025 ore 22.38
Home calcio Osimhen: Da supereroe mascherato a villain. Giovanni Della Pietra. Nola

Osimhen: Da supereroe mascherato a villain
di Giovanni Della Pietra

 

1Qualcuno avrà sicuramente perso le tracce di Victor Osimhen, spedito nell’ultimo anno – o rifugiatosi, dipende da che parte della narrazione vi schierate – alla periferia del calcio che conta: in Turchia, al Galatasaray. Ripercorriamo insieme il cammino della telenovela più calda dell’estate.

Victor-ia azzurra

Nel mercato estivo del 2020, Victor Osimhen arriva alle pendici del Vesuvio tra lo scetticismo generale, con la targhetta di circa 80 milioni di euro investiti dal Napoli (considerando l’inserimento di numerose contropartite tecniche). Alla prima amichevole, lascia intravedere già le sue caratteristiche: corsa poderosa, fiuto del gol notevole ed innato, tecnica rivedibile con scarsa partecipazione alla manovra. L’allora mister Gattuso cuce sulle sue peculiarità una squadra verticale, in grado di sfruttare la velocità del suo attaccante. Durante la stagione, però, mette anche in mostra una fragilità fisica che lo porta a perdere ben 18 partite. Con l’arrivo di Luciano Spalletti, viene levigato nelle sue difficoltà tecniche e diviene punto cruciale della manovra azzurra, raggiungendo il suo apice nell’annata del Tricolore, in cui mette a referto la bellezza di 31 reti in 38 partite, diventando eroe incontrastato della tifoseria. Salta, però, anche in quell’annata numerose gare (6 con la maglia azzurra). Nella nefasta annata post-terzo Scudetto, con l’addio di Spalletti, ha inizio un’involuzione calcistica evidente e la leadership, che sembrava aver acquisito, diventa frustrazione quando la squadra non riesce ad ottenere i risultati attesi: che fosse merito dell’orchestra messa su dal Maestro di Certaldo? Anche in quella stagione, però, fa valere il suo istinto da bomber e marca il tabellino per 31 volte, saltando 16 gare in maglia azzurra, tra infortuni e Coppa d’Africa. Da lì, la decisione irreversibile di lasciare Napoli e il Napoli, trapelata e annunciata in modo sibillino più volte durante la stagione.

La telenovela

Si rende necessario quindi un primo rinnovo contrattuale per Osimhen: con l’inserimento di una clausola rescissoria pari a 130 milioni e uno stipendio annuo di 10 milioni di euro, per evitare perdite di potere contrattuale dovute alla durata dell’accordo. Nell’estate del 2024, le offerte sperate e sbandierate ai quattro venti dall’entourage del nigeriano tardano ad arrivare, o almeno nessuno si spinge fino al punto di fare pazzie sia per quanto riguarda il costo del cartellino sia per l’ingaggio del calciatore. Condizione necessaria per il trasferimento dell’attaccante è uno stipendio annuo che si aggiri intorno ai 12 milioni: solo dall’Al-Ahli arriva ad una proposta faraonica per il nigeriano, ma che non corrisponde alle richieste della società partenopea. La (non) scelta di Osimhen su cosa fare da grande tiene in ostaggio il mercato azzurro fino alla sonora sconfitta del Bentegodi, che convince il patron partenopeo a compiere acquisti indipendentemente dalla cessione del nigeriano, che poi apriranno la strada al quarto scudetto del Napoli. Nel frattempo, PSG e Chelsea sono alla finestra, ma nessuna delle due contendenti riesce a trovare l’accordo decisivo entro la chiusura del calciomercato europeo. O meglio, quasi tutto il mercato europeo, perché sboccia l’ipotesi Galatasaray in prestito che farebbe tutti momentaneamente contenti, ma si richiede un altro rinnovo contrattuale con clausola rescissoria abbassata a 75 milioni, valida solo per club non italiani, ma con possibilità unilaterale di prolungare il contratto a vantaggio del club partenopeo. Così Osimhen vola in Turchia dove vince la Süperlig con il Gala suggellandola con 26 reti in 30 gare, ma anche alle pendici del Vesuvio si festeggia il tricolore della truppa di Antonio Conte. Terminate le feste, si ripropone il problema: che ne sarà di Victor? Inizialmente, il giovane attaccante tentenna sotto i colpi a suon di milioni dell’Al-Hilal, pronto a ricoprirlo d’oro e ad accontentare le richieste economiche del Napoli. Ma Victor si impunta e decide che vuole solo il Gala, che nel frattempo inizia una faticosa scalata verso quella che è il valore imposto dalla clausola, dopo essersi avvicinato in maniera rapida allo stipendio proposto dagli arabi. Ci vogliono settimane e il club turco arriva ai 75 milioni di euro, ma poi bisogna contrattare sulle modalità e la dirigenza turca chiede dei trattamenti di favore, che gli azzurri non vogliono concedere. Nel frattempo, le mobilitazioni social di ex calciatori del Galatasaray non scompongono minimamente ADL, pronto a richiedere garanzie finanziare per farsi pagare il suo gioiello, che lo ha tenuto bloccato per un anno. Al 19 luglio, secondo Fabrizio Romano, sembra essersi sbloccata la telenovela più calda dell’estate con Victor che dovrebbe riabbracciare il Gala e salutare in malo modo la squadra che lo ha fatto conoscere al grande pubblico europeo.

2

Punto Della Pietra

Finalmente Victor Osimhen sembra destinato a salutare il Napoli per 75 milioni di euro, che ora come ora sanno di liberazione di un macigno che la SSC Napoli si trascinava addosso da due anni. Il trattamento da fenomeno che Victor ha ricevuto a Napoli e che si aspettava dalle potenze europee dopo l’annuncio di voler lasciare le pendici del Vesuvio, ma che non sono mai arrivate, lo ridimensionano di parecchio.
Realizzatore ottimo, corsa forsennata e voglia di mangiare il mondo in campo, ma anche gambe tolte ai 400 metri per la tecnica rivedibile che Osi ha mostrato in terra partenopea, per nulla paragonabili a quella che attaccanti – quelli sì davvero grandi – hanno mostrato al Maradona, anche solo nell’era De Laurentiis. Basti pensare al solo Pipita Higuaín, bistrattato e offeso per l’aver “tradito” la piazza azzurra con la rivale di sempre, ma dal punto di vista calcistico il paragone è davvero impari in favore dell’argentino. Poi Cavani, Mertens…
Per due anni prova a tenere le redini di una trattativa che in realtà non sembra mai essere stata nelle sue mani: richiede stipendio da fenomeno e cartellino da promessa. Il Napoli non sta ai giochetti del nigeriano, che non decide se essere l’Oscar di turno e ricoprirsi dei soldi arabi o scegliere la carriera europea, ma sempre con un salario non inferiore ai 12 milioni di euro.

E dai qui la domanda: come mai le superpotenze della Premier League – Arsenal e Manchester United in primis – non guardano verso l’attaccante nigeriano con la clausola, ma preferiscono scontrarsi contro il muro dello Sporting Cp per Gyökeres oppure strapagare Matheus Cunha per 74 milioni di euro? Chiedo per un “amico” mascherato.

Nola, 21 luglio 2025