mar 20 MAGGIO 2025 ore 16.37
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Perché amare il calcio
di Giovanni Della Pietra

 

1In una domenica calcistica di altri tempi, alla 37^ giornata di Serie A, il Napoli ha la prima occasione di aggiudicarsi il Tricolore: ospite al Tardini, il Parma ferma la capolista in un pareggio a reti bianche. In virtù, del pari per 2-2, di San Siro tra Inter e Lazio, è tutto rinviato all’ultima giornata.

Highlights
Il primo squillo del match è un tiro innocuo di Politano che si accentra dalla destra, a cui risponde la conclusione dal limite di Sohm, che costringe alla parata Meret. Giocata di autore di Anguissa: sombrero e conclusione volante, ma centra il palo. All’alba della ripresa, Sohm spaventa un Napoli tramortito, su cui ancora Meret deve intervenire. Doppia traversa degli azzurri: la prima su un tiro-cross di Politano, la seconda su una punizione di McTominay su cui Suzuki riesce ad intervenire. La gara si chiude con un rigore prima concesso e poi revocato su Neres al 96′.

Il punto Della Pietra
Parma – Napoli è una gara che, se designata per le prime fasi della stagione, avrebbe regalato qualche sbadiglio e qualche pisolino diffuso, ma relegato alla 37^ giornata è strettamente interconnessa con Inter – Lazio e qualche battito lo fa saltare. Ma andiamo per gradi: mister Chivu conferma il suo 3-5-2 dall’attacco pesante, con Circati che si aggrega al terzetto difensivo dopo il lungo infortunio che lo aveva visto lontano dai campi. Mister Conte, invece, conferma il suo duo offensivo Lukaku-Raspadori a completamento di un 4-4-2, con un acciaccato McTominay largo sulla sinistra.
Una componente fondamentale della gara odierna è l’emotività delle due squadre, fortemente influenzata da quello che accade al Meazza tra Inter e Lazio: quindi, si cerca una contemporaneità, almeno all’inizio, così alle 20.49 di una tranquillaSoccer: Italian Serie A ; Parma - Napoli domenica di maggio c’è lo start delle due gare, poi ci pensa il destino beffardo a scrivere pagine convulse della storia di questo campionato. Il Napoli prova a scollarsi di dosso paure recondite con qualche azione estemporanea, ma è lento, compassato e prevedibile, tanto che è il Parma ad andare vicino a sbloccare la gara con Sohm; mentre al Meazza, invece, c’è una lunga fase di studio che tiene tutti con il fiato sospeso. Quando gli azzurri, per una volta, riescono a condurre palla oltre la metà campo ducale, sfiorano il vantaggio con l’azione personale di Anguissa, che però si infrange sul palo: ecco che inizia a farsi largo tra le case e negli spalti la sensazione di un segnale negativo. Mentre un Napoli scialbo rientra negli spogliatoi del Tardini, a San Siro, l’Inter va in rete con Bisseck sugli sviluppi di corner. Bisogna aspettare venti minuti di gelo e pensieri nefasti, affinché il pallone torni a rotolare e la paura sembra trasformata in realtà: il gol di vantaggio neroazzurro, ci regala una truppa partenopea ansiosa, scoraggiata e frenetica ed infatti è ancora Sohm a costringere Meret ad un ottimo intervento per salvare il risultato. Un paio di azioni casuali degli azzurri, conducono ad una spinta emotiva per un forcing: mentre il Napoli trova l’occasione più importante della sua partita con McTominay, a Milano, c’è una lunga revisione VAR per valutare la regolarità della rete di Pedro, per l’eventuale pari laziale. Il boato del settore ospite del Tardini conferma: sono 1-1. Passano pochi minuti, per la precisione 7, e i nerazzurri sono di nuovo avanti con la marcatura di Dumfries sugli sviluppi di calcio piazzato.
Da lì in poi, se esiste un Dio del Calcio, ha iniziato a giocare con i cuori e i battiti di milioni di persone: al Meazza c’è una lunghissima revisione VAR per analizzare il furbetto tocco di braccio di Bisseck. Il risultato è il penalty in favore della Lazio, trasformato ancora da Pedro. La tensione è palpabile su entrambi i campi, al punto che i quattro allenatori vengono espulsi dal terreno di gioco, avendo quasi sfiorato una rissa. Il Napoli cambia palesemente approccio, passando ad un sistema più accorto accontentandosi del punticino, anche in virtù di un atteggiamento ostruzionistico dei ducali, che riducono all’osso i minuti di gioco effettivo. Eppure, in un ping pong di emozioni resta tutto vivo, anche troppo: Arnautovic a San Siro si divora l’occasione del K.O., al Tardini il Napoli ottiene un penalty sulla giocata personale di Neres, ma nel contempo ancora Arnautovic porta in rete i nerazzurri. Attimi di tensione e di suspense per il doppio VAR: annullato il gol di Arnautovic per offside e revocato il rigore dei partenopei per fallo precedente di Simeone. Resta tutto invariato, è tutto ancora in bilico e da giocare all’ultima partita: ma quante emozioni! Citando una delle più importanti voci sportive del nostro Paese mi verrebbe da dire “Grazie, Signore, che ci hai dato il calcio!”
In virtù del doppio pari, il Napoli ha un altro match point, in casa, al Maradona, contro il Cagliari. Basterà lo stesso risultato dei nerazzurri per centrare l’obiettivo, ma pragmaticamente servirà una vittoria.
Grazie al punto ottenuto al Tardini, il Parma ipoteca la salvezza, che però non è ancora aritmetica, ma le circostanze che vedrebbero i ducali retrocedere hanno del catastrofico.

Pagelle doppie
Pedro 7.5 (Lazio): “Sembrava a prima vista tanto per benino” e invece è Pedrito a rimettere in bilico la lotta Scudetto per due volte e a regalare un altro match point al Napoli, questa volta al Maradona. Sembra strano, ma il vero MVP del Tardini è lui.
Meret 7: Ci risiamo: crocifisso in pubblica piazza per un errore nella partita contro il Genoa (e anche per uno francamente non attribuibile a lui), risponde con una prestazione sontuosa. Prova ad orientare la manovra azzurra verso destra, dove Gilmour non riesce. Se il Napoli può giocarsi un altro match point, la firma in calce è soprattutto la sua.

grafica
Arbitro
Doveri 5.5: Prova a tenere un metro del fallo alto, con qualche forte oscillazione di giudizio, tanto da portare all’ammonizione di mister Conte sul contatto Leoni-Lukaku. Non riesce a contrastare l’atteggiamento ostruzionistico dei ducali nella ripresa con un tempo di gioco effettivo di solo 52′ a fronte di 103′ disputati: nella seconda frazione, la percentuale cala vertiginosamente. Sugli episodi da moviola è presente: corretto ritenere non punibile il tocco di braccio di Balogh, intento ad andare in scivolata. Sull’episodio del rigore su Neres per fallo di Lovik: il contatto in sé è ineccepibile, ma nel controllo a ritroso dell’APP, il VAR trova un contrasto falloso di Simeone su Circati. Giusta l’inversione della decisione.

Nola, 19 maggio 2025