Si torna sempre dove si è stati bene! Giovanni Della Pietra. Nola
Si torna sempre dove si è stati bene!
di Giovanni Della Pietra
Nel match valido per la 16^ giornata di Serie A, i partenopei sono ospiti al Bluenergy Stadium, teatro di dolci ricordi: è Udinese – Napoli. Gli azzurri si impongono in rimonta con il risultato di 1-3: dopo la marcatura iniziale di Thauvin, ci pensano Lukaku, lo sfortunato autogol di Giannetti ed Anguissa a ribaltare il match.
Highlights
La gara sboccia subito con numerose occasioni: alla conclusione alta di Thauvin su recupero palla nell’indecisione di Buongiorno, risponde il tiro al lato di Neres dopo un’iniziativa personale. Al 20’, conclusione di Zemura dal limite, Lobotka devia con il braccio: per Doveri è calcio di rigore. Meret ipnotizza Thauvin, ma non può nulla sul tap-in del francese. Reazione azzurra affidata ai calci piazzati: con Anguissa che trova la conclusione dall’interno dell’area di rigore, ma Sava risponde in maniera egregia. All’alba della ripresa, il Napoli la rimette in equilibrio con la palla verticale di McTominay per Lukaku, che trasforma. Serprentina di Neres, che semina il panico nella retroguardia friulana, con lo sfortunato Giannetti, che nel tentativo di allontanare il pericolo, scaglia il pallone nella sua porta, per il vantaggio azzurro. Chiude il match, la progressione di Anguissa lanciato a rete, liberato dalla combinazione verticale Lobotka-Simeone, per l’1-3 decisivo.
Il punto Della Pietra
Nello stadio che consegnò lo scudetto agli uomini di Luciano Spalletti, il Napoli di Antonio Conte ritrova il feeling con la vittoria, ma Udinese – Napoli andrebbe divisa a metà per essere analizzata nei particolari: nel primo tempo, la pressione forsennata dell’Udinese, conduce a qualche errore tecnico e tattico la formazione partenopea. Gestire, però, ritmi così alti risulta complicato e, se ne avvede la compagine friulana, che nella ripresa, cede campo agli azzurri, più liberi di imporre il proprio gioco.
Ai blocchi di partenza, Runjaic ritrova la difesa a 3 con un folto centrocampo, per limitare il calcio in ampiezza di mister Conte e sfruttare i difetti di sistema azzurri manifestati contro la Lazio. Nonostante le varie prove confessate in conferenza stampa, il tecnico azzurro conferma il suo 4-3-3 fluido con i suoi fedelissimi titolari: unica eccezione David Neres che sostituirà per qualche tempo l’acciaccato Kvaratskhelia.
La chiave della prima frazione di gioco è la pressione alta dell’Udinese che gli consente di portare tanti uomini nella metà campo avversaria. In fase di non possesso, Thauvin e la mezz’ala di turno lavorano per togliere respiro e visione a Lobotka e costringere le uscite esterne degli azzurri: da qui, l’isolamento continuo delle ali costrette ad uno svantaggioso 2vs1. In fase di costruzione per l’Udinese, l’uscita rapida su Thauvin mette in difficoltà Buongiorno, che per le caratteristiche del suo avversario non riesce a sfruttare uno dei pezzi forti del suo repertorio, ovvero l’anticipo. Ed è proprio il calciatore francese ex OM a sbloccare la gara sul tap-in dopo il penalty parato da Meret. Nella seconda frazione di gioco, la pressione bianconera cala, e gli azzurri riescono ad imporre il proprio gioco grazie sia a Lobotka, più libero di gestire palloni che gravitano “lì dove si vincono le partite”, sia grazie all’apporto dei terzini che si inseriscono tra esterno e braccetto avversario creando un 2vs2 sulla fascia. Eppure il gol del pari arriva da una palla diretta di McTominay per Lukaku per vie centrali, che sfrutta il movimento dei compagni per liberare il corridoio vincente. Dagli esterni, invece, viene propiziato l’autogol di Giannetti con la grande cavalcata di Neres che semina il panico tra le file bianconere.
I friulani provano a recuperare l’inerzia del match con qualche cambio, ma non hanno più la stessa verve della prima frazione e l’attacco disperato li espone al contropiede azzurro, che sfrutta la verticale Lobotka-Simeone per liberare strada ad Anguissa per il definitivo 1-3.
In casa Udinese, Runjaic può essere fiducioso nel prosieguo del campionato per l’ottima prestazione della prima frazione di gioco, confermandosi la squadra rognosa vista nelle prime gare di campionato e che si sta ritrovando dopo un breve periodo di difficoltà.
In casa Napoli, ottimo l’approccio al secondo tempo e la reazione per ribaltare la gara. Un po’ meno lo start del match che ha fatto temere una squadra in difficoltà dopo gli inciampi contro la Lazio, regalando un tempo agli avversari. La lotta per le posizioni di vertice si fa sempre più intensa e un punto perso o guadagnato può fare la differenza nel destino di questa squadra.
Pagelle
Meret 6.5: Para il rigore di Thauvin, di più non può.
Lobotka 6: Nella prima frazione viene inghiottito dalla pressione alta dell’Udinese, fornendo una prestazione non all’altezza di chi ti riconcilia col calcio. Largo il braccio sul penalty. Nella seconda ripresa, con il forcing friulano che cede, Stan sale in cattedra e inizia a dispensare palloni di qualità nel corto e nel lungo: trova la verticalizzazione sul terzo gol.
Thauvin 6.5: Con la sua rete mette paura al Napoli. Si prodiga in un doppio compito: inibisce Lobotka con l’aiuto delle mezze ali, si mostra avversario spigoloso per Buongiorno quando la palla gli arriva diretta, costringendolo a qualche imprecisione. Cala alla distanza.
Conte 6.5: Contava reagire e la partenza ad handicap non ha scombussolato il suo Napoli, che ha ritrovato una buona ripresa. Ad Udine erano fondamentali i tre punti, da adesso è importante la prestazione per dare continuità.
Arbitro
Doveri 6.5: Partita seria del fischietto di Roma, che lascia poche volte al caso. Corretto assegnare il penalty sul tiro di Zemura deviato con l’avambraccio da Lobotka: apre troppo il braccio e aumenta il volume del corpo. Manca un’ammonizione a Rrhamani per intervento scomposto su Zemura.
Nola, 16 dicembre 2024