mar 26 NOVEMBRE 2024 ore 05.26
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Tango che passione
di Cristina Iavazzo

Nonostante la depurazione che il tango subisce a Parigi, le polemiche verso questo ballo che sembrava mimare l’incontro-scontro della coppia nel rapporto amoroso, non si placano, anche se non ne impediscono l’ulteriore diffusione.
Gli anni 20 rappresentano periodo d’oro per il tango, soprattutto in Argentina, periodo che si interrompe negli anni 30, quando il paese subisce un colpo di stato. La ripresa si ha negli anni 40, soprattutto durante la seconda guerra mondiale, periodo ribattezzato come “nuova guardia” e caratterizzato da un’enorme produzione musicale. Dalla fine degli anni 50 cominciano ad emergere nuove correnti delle quali fanno parte tanti artisti indiscussi, il più grande dei quali risulta essere il compositore Astor Piazzolla, esponente e simbolo di un tango nuovo ed amato. Tra le sue composizioni ricordiamo in particolar modo la famosissima Libertango, ancor oggi usata come colonna sonora di molti spot televisivi. Tra il 60 e il 70 il tango diventa oggetto di scontri tra la vecchia e la nuova generazione, più votata verso il rock, e subisce quindi un nuovo calo.
Nonostante i comprensibili alti e bassi storici che questo ballo ha subito, esso continua ad essere il più grande fenomeno che l’’America latina” abbia mai creato e che non può far a meno di coinvolgere a tutt’oggi intere generazioni di ballerini letteralmente impazzite per esso e che continuano a riempire i locali di tutto il mondo.

Napoli, 16 marzo 2014