mar 30 APRILE 2024 ore 03.14
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Dall’economia lineare a quella circolare: dal rifiuto biodegradabile al compost
di Pasquale Falco

 

Un rifiuto biodegradabile può essere alternativo ad una di quelle risorse che strappiamo all’ambiente e che sono prossime ad esaurirsi?

Certo!

In agricoltura per garantire produzioni agricole sempre più abbondanti si ricorre all’uso massiccio di concimi chimici di sintesi.

Contemporaneamente si smaltiscono in discarica notevoli quantitativi di rifiuti biodegradabili, provenienti da abitazioni, da attività commerciali e industriali.

L’analisi di queste pratiche ampiamente diffuse anche nella nostra regione, ci evidenzia che esse sono tipiche dell’economia lineare, cioè di quel modello produttivo basato:

  • sullo sfruttamento non sostenibile di risorse naturali ritenute, a torto, inesauribili;
  • loro trasformazione per ottenerne prodotti con ciclo di vita molto breve (del tipo usa e getta);
  • utilizzo rapido del bene;
  • ricorso generalizzato allo smaltimento in discarica quando questi stessi prodotti arrivano a fine uso.

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Tale modello viene sintetizzato come “estrai-produci-usa-getta”.

Chiaramente dal punto di vista ambientale non è più sostenibile per il nostro pianeta.

indexRachel Carson: nasce la consapevolezza ambientale. Nel 1962, Rachel Carson pubblicò “Silent Spring” e denunciò al mondo, le conseguenze ambientali nefaste sul pianeta frutto dell’uso delle sostanze chimiche di sintesi e dimostrò che erano state intaccate in modo irreversibile le catene alimentari, sia terrestri che marine. Il grandioso successo di vendite fece da volano per un furioso attacco all’industria chimica, John Kennedy fu costretto a inserire nell’agenda di governo i primi provvedimenti ambientali. L’opera fu tradotta in molte lingue, la Feltrinelli la pubblicò in Italia col titolo “Primavera Silenziosa” nel 1963. Rachel Carson, morì nel 1964, ma di lei è restato l’appassionato impegno, lo scrupoloso rispetto della verità e il coraggio personale che sono serviti da modello nella lotta per la difesa dell’ambiente in tutto il mondo, e lei stessa può essere considerata madre del movimento ambientalista. Le tesi, ancora attualissime esposte in “Primavera silenziosa” dimostrano che esistono alternative all’ avvelenamento del pianeta da parte delle industrie chimiche e che il lavoro congiunto degli studiosi ambientali suggerisce soluzioni biologiche, basate sulla conoscenza degli organismi viventi.

index In pratica, si estraggono dall’ambiente minerali, soprattutto fosforo e fosfati, anche per trasformarli, attraverso un ciclo di produzione, in prodotti chimici concimanti da distribuire nei campi.

Nel contempo non si sottopone il rifiuto organico ad un opportuno processo di recupero, con produzione di un ottimo ammendante per i campi, ma anzi lo si conferisce in discarica. L’esasperato ricorso allo smaltimento in discarica comporta la necessità di avere a disposizione nuove e maggiori volumetrie per lo smaltimento e non innesca comportamenti virtuosi nel minimizzare il ricorso alla discarica.

In contrapposizione a questa visione esclusivamente consumistica, occorre far affermare un nuovo modello sostenibile di produzione e consumo, noto come economia circolare. index

Il Club di Roma: attenzione e educazione al futuro. Nel 1968 l’imprenditore italiano Aurelio Peccei, lo scienziato scozzese Alexander King, insieme a intellettuali fra cui Elisabeth Mann Borgese, premi Nobel e leader politici fondano il Club di Roma. La mission del Club è di agire come catalizzatore dei cambiamenti globali, individuando i principali problemi che l’umanità si troverà ad affrontare, analizzandoli in un contesto mondiale e ricercando soluzioni alternative nei diversi scenari possibili.Aurelio Peccei e gli studiosi del gruppo stabilirono che il destino dell’umanità doveva essere analizzato scientificamente, utilizzando due concetti chiave “attenzione e educazione al futuro” e “visione del destino dell’umanità”. Era diventato un imperativo categorico che le generazioni future dovevano essere avvisate di quello che stava per succedere, dovevano essere messe in guardia sui mutamenti e sui possibili pericoli planetari. Conquistò l’attenzione dell’opinione pubblica con il suo I limiti dello sviluppo, meglio noto come Rapporto Meadows, pubblicato nel 1972, il quale prediceva che la crescita economica non potesse continuare indefinitamente a causa della limitata disponibilità di risorse naturali, principalmente il petrolio e della debole capacità di assorbimento degli inquinanti da parte del pianeta. La crisi petrolifera del 1973 attirò ulteriormente l’attenzione dell’opinione pubblica su questo problema. E´ dalla pubblicazione del Rapporto che si discute tra chi è convinto che il progresso tecnologico sia in grado di risolvere tutte le sfide e chi è preoccupato che se non cambiamo strada siamo avviati al disastro.

indexAl contrario del modello lineare, per l’economia circolare i rifiuti sono una risorsa essenziale; infatti, i principi su cui essa si basa puntano a:

  •  prolungare il ciclo di vita dei prodotti, già a partire da una progettazione ecosostenibile;
  •  promuovere la loro riparabilità e il riuso;
  • massimizzare il riciclaggio dei materiali;
  •  minimizzare lo smaltimento dei rifiuti, e, alla fine di tutto il ciclo;
  •  ridurre al minimo l’estrazione e il consumo di risorse naturali.

Economia-circolare

Il grafico che meglio rappresenta l’economia circolare è a forma di un cerchio, in cui compaiono tutte le azioni virtuose elencate in precedenza.

La sua chiusura però può avvenire solo se i materiali di cui è costituito un determinato prodotto, al termine del loro ciclo di vita, vengono reintrodotti, laddove possibile, in un successivo ciclo economico per produrre nuovi articoli e beni.

In tal modo il rifiuto non diventa scarto, ma risorsa preziosa per un prodotto successivo, limitando il sovra sfruttamento e l’utilizzo delle risorse e delle materie prime, fino ad azzerarli.

L’economia circolare applicata genera non solo vantaggi ambientali, garantisce anche occupazione grazie alla nascita di nuove attività e nuove professionalità e conseguente maggiore ricchezza per i vantaggi economici che derivano da tale modello.

L’economia circolare può definirsi come il momento
e il luogo in cui ambiente rispettato,
benessere sociale garantito ed economia florida coesistono
.

In pieno accordo con i principi dell’economia circolare, i rifiuti biodegradabili, se intercettati e trasformati in compost di qualità, producono vantaggi economici ed ambientali notevoli in quanto possono sostituire o limitare il massiccio ricorso ai concimi chimici, con notevoli risparmi di risorse naturali, e possono eliminare o limitare il ricorso allo smaltimento in discarica.

Il fosforo e i fosfati rientrano tra gli elementi e minerali strategici, perché sono indispensabili per tutta una serie di prodotti, tra cui anche i concimi.

Essendo, però, reperibili in pochissime Nazioni, sono destinati a divenire sempre più costosi, perché sempre più rari fino a quando non si esauriranno del tutto.

Con l’economia circolare, invece, si privilegiano programmi avanzati di recupero del fosforo dai rifiuti e dalle acque reflue, al fine di rendere il nostro Paese non più dipendente dall’importazione di tale risorsa, ed in grado di avere a disposizione fosforo recuperato e non più strappato all’ambiente.

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I Limiti allo sviluppo: nasce lo Sviluppo Sostenibile. Nel 1972 il MIT, commissionato dal Club di Roma, presentò lo studio sui limiti dello sviluppo, “Limits to Growth”[1]. Questo studio scientifico aveva lo scopo di studiare il problema dello sviluppo, la sua scarsità e i suoi limiti. Questa ricerca, pubblicata da Donella Meadows, portò alla dimostrazione dell’esistenza di un grosso limite dello sviluppo economico causato dalle risorse non rinnovabili, quelle risorse presenti in natura in una quantità fissa (petrolio, carbone, gas, etc). Il rapporto si basava su una simulazione fatta a computer che calcolasse gli effetti sulle riserve naturali e sull’ecosistema causati dalla crescita demografica della popolazione mondiale. Questo studio dimostra come il continuo aumento della popolazione mondiale vada a scontrarsi con il limite delle risorse esauribili, disponibili in natura in numero limitato e non incrementabili. Una volta varcata la soglia di questo confine lo scenario prende un aspetto malthusiano, la produzione smette di crescere o diminuisce drasticamente e l’aumento della popolazione rallenta poiché le risorse naturali esauribili diventano insufficienti per la soddisfazione dei bisogni di tutti. In questo scenario la popolazione mondiale diminuisce fino a raggiungere un punto stazionario dove tutti vivono in povertà ai limiti della sussistenza. Gli autori dello studio per evitare questa possibilità apocalittica ed eliminare i limiti allo sviluppo proposero la via dello sviluppo sostenibile, ossia una politica basata sul limite sostenibile dello sfruttamento delle risorse non rinnovabili. Con questo tipo di politica, il pianeta avrebbe potuto procedere con una crescita economica costante senza incorrere nell’esaurimento delle risorse.

indexIn tale quadro generale, i rifiuti biodegradabili, trasformati in compost, permettono un risparmio di fertilizzanti e quindi di fosforo.

Il trattamento assicurato ai rifiuti biodegradabili e la loro trasformazione in compost è in linea anche con i principi gerarchici, la sequenza da rispettare nella gestione dei rifiuti garantisce il miglior risultato ambientale.

Il grafico che meglio descrive i criteri gerarchici da applicare ai rifiuti è una piramide.

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Il modello gerarchico vuole ribadire il concetto che il rifiuto va inteso come risorsa, a cui applicare in sequenza varie tipologie di trattamenti.

Il fine è quello di limitare al massimo le quantità da smaltire in una discarica autorizzata, intercettando prima quantità sempre maggiori di materiali attraverso l’applicazione successiva delle seguenti azioni:

a) prevenzione;

b) preparazione per il riutilizzo;

c) riciclaggio;

d) recupero di altro tipo, per esempio il recupero di energia;

e) smaltimento.

La prima azione consiste nella prevenzione della formazione del rifiuto/risorsa, questo passaggio presuppone l’adozione di nuovi modelli di consumo e di strategie produttive in grado di ridurre la quantità dei rifiuti già all’origine.

Ovviamente, quelle risorse/rifiuti che non potranno essere oggetto di azioni di prevenzione/riduzione vanno sottoposte a preparazione per il riutilizzo.

Questo secondo passaggio implica il prolungamento della vita utile di tali risorse grazie all’applicazione delle strategie per riutilizzarle come materie prime-seconde.

Successivamente, le risorse, che non possono essere soggette a preparazione per il riutilizzo, vanno sottoposte a riciclo,

Invece, quelle che non si possono riciclare sono avviate ad altre forme di recupero. Prioritariamente si opterà sempre per un recupero di materia, attraverso il compostaggio, per esempio, e poi energetico, attraverso la digestione anaerobica.

Alla fine, in corrispondenza del livello meno virtuoso (eppure anch’esso necessario), ciò che non può essere sottoposto ad altre forme di recupero, cioè il vero rifiuto, quello non recuperabile, va a smaltimento in discarica controllata.

Napoli, 1 marzo 2021

 



[1] Il Rapporto sui limiti dello sviluppo aveva come base teorica il modello World3.
funzionamento-rapporto-limiti-allo-sviluppo-di-meadowsIl modello World3 è un modello matematico scritto in un linguaggio chiamato DYNAMO. Il codice sorgente DYNAMO è stato pubblicato su Dynamics of Growth in a Finite World (1974) assieme all’analisi del sistema di equazioni differenziali accoppiate che costituiscono il modello World3.
I punti-leva del World3 sono essenzialmente tre:
1) La crescita economica è correlata all’attività industriale con una curva crescente e l’attività industriale al consumo di materie prime. In pratica, per fare più soldi si deve scavare di più.
2)La crescita economica è correlata alla fertilità tramite una curva bizzarra che dice essenzialmente questo: i poveri tendono a fare molti figli (faccio molti figli perché pochi sopravvivranno), l’aumento della ricchezza porta il tasso di fertilità a stabilizzarsi attorno ai due figli per coppia (faccio i figli che mi posso permettere) salvo crescere ancora all’aumentare della ricchezza oltre un certo limite (faccio più figli perché sono ricco e milimiti-allo-sviluppo-rapporto-mit-club-di-roma-1972 posso permettere di averne tanti).
3)La produzione industriale è direttamente correlata all’inquinamento e, indi, al tasso di mortalità. Altrimenti detto, producendo oltremisura si finisce per morire di inquinamento.