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Capodanno a Napoli: La doppia vita dei numeri.

di Stefania Di Martino

La doppia vita dei numeri è un’opera del grande Erri De Luca (che di certo non ha bisogno di presentazioni), un misto tra narrazione e teatro, suddivisa in tre parti in cui a prendere voce sono i soli due protagonisti presenti: un uomo e una donna.

Un uomo e una donna che nella narrazione non hanno né un’identità né un volto: un fratello e una sorella che decidono, dopo anni, di riunirsi per aspettare la mezzanotte a Napoli la quale si prepara ad accogliere l’anno nuovo con la solita “gara” di botti.

Un altro uomo e un’altra donna che hanno avuto il permesso di fare una visita proprio durante la notte di san Silvestro: un padre e una madre che “rivedono” i loro figli invecchiati.

Durante la narrazione Erri De Luca mette l’accento su quelle che sono le tradizioni napoletane e cioè la tombola narrata (durante la quale ad ogni numero estratto corrisponde una storia), la gara di botti (gara che inizia prima della mezzanotte e durante la quale quello che spara prima si mette sopra agli altri, per far vedere che è carico), l’indissolubile legame coi genitori (che anche se sono all’aldilà vengono sempre menzionati soprattutto durante le feste comandate. Sì, perché durante le feste comandate i ricordi del passato prendono il sopravvento – con prepotenza – sul presente) e il modo con cui – qui a Napoli – per tirare innanzi ognuno se ne deve uscire con una battuta.

L’altro giorno al vicolo qua sotto ho visto una signora uscire dal portone con i cani. Ne portava al guinzaglio tre o quattro. Il vicolo è stretto, ci passano pure le macchine, i bassi non tengono il balcone e mettono sul marciapiede due bastoni con un filo per appendere i panni sul marciapiede. Qualche vecchietto porta la sedia fuori, si legge il giornale, si fuma il toscano. Insomma, passa la signora con la sua muta al seguito e ‘sti cani si vanno a infilare intorno alla sedia, dietro a un bastone della biancheria, in un momento il vecchietto è scotoliato, scosso sulla sedia, i panni finiscono per terra, i guinzagli si arravogliano e s’imbrogliano, i cani tirano, la signora si agita innervosita dal contrattempo e dagli ostacoli che ha trovato lungo la sua passeggiata, esce la donna dal basso e si mette a districare i panni da sotto i cani, il vecchierello cerca di tenersi alla sedia per non essere travolto e nessuno dice niente: è una scena muta e frenetica. […] Finalmente la signora raduna la sua muta di cani e prosegue senza una parola. Un vecchietto seduto su una sedia del marciapiede di fronte, a saldo della scena commenta: “Stamattina ‘a signora è asciuta a caccia”.

Napoli, 31 dicembre 2019