mar 30 APRILE 2024 ore 18.23
Home Politica A che gioco giochiamo noi primati

A che gioco giochiamo noi primati

di O’ndleò

C’è una crepa in ogni cosa ed è da lì che entra la luce.
Leonard Cohen

Vi siete mai chiesti perché il bacio alla francese è diventato un simbolo della passione amorosa?

Prima di addentrarci nel discorso è bene chiarire che il french kiss è nato in Italia, precisamente a Firenze. La prova sarebbe l’espressione francese baiser à la florentine, modo di dire usato nel romanzo erotico Vénus dans le cloître, scritto, presumibilmente, da l’Abbé du Prat nel 1672, nome d’arte forse o di Jean Barrin o di François de Chavigny de La Bretonnière.

I responsabili dell’ offesa all’ars amatoria italica sarebbero stati i soldati inglesi e americani, che nel corso della loro permanenza in Francia durante la Prima Guerra Mondiale, avrebbero sentito l’espressione baiser à la florentine, ma l’avrebbero ripetuta male e la parola florentine sarebbe diventata française.

Tornando a bomba, per imparare come si bacia alla fiorentina e tante altre cose, Dario Maestripieri, ha scritto: A che gioco giochiamo noi primati. Evoluzione ed economia delle relazioni sociali umane.

Il libro prende spunto dalla vita quotidiana delle scimmie, poiché questi primati testano la fedeltà del partner, sono deferenti nei confronti dei soggetti più forti. I maschi fanno gli sbruffoni e le femmine si comportano da smorfiose… ecco siamo parenti…

Friedrich Nietzsche diceva: “In passato foste scimmie, ma ancor oggi l’uomo è più scimmia di qualsiasi scimmia”. Maestripieri fa ben capire che gli studi biologici realizzati sulle scimmie accorciano di molto la distanza tra noi e i vostri cugini che stanno ancora sugli alberi.

Lo scienziato, biologo evolutivo dell’Università di Chicago, ci fa vedere con dovizia di esempi, come la gran parte dei nostri comportamenti non si discostino poi molto da quelli visibili in un branco di babbuini.

Tanto per dire, prendiamo i pendolari stipati in treno, a nessuno piace essere rinchiuso, costretto a breve distanza da un estraneo, allora scattano piccoli gesti inconsci: non ci si guarda negli occhi, si sta in un angolino, si parla, nella migliore delle ipotesi, del più e del meno.

Se si osservano due scimmie messe in una gabbia stretta fanno esattamente lo stesso, anche se la chiacchieratina assume la forma del grooming, ossia lo spidocchiamento reciproco.

Un combattimento tra Macachi Rhesus, ad esempio, può facilmente avere esiti mortali, allora, fin che resistono, le scimmie non si guardano, poi, se proprio non si può evitare, si spulciano a vicenda per dimostrarsi non aggressive, infatti se le scimmie un pò si conoscono con la spulciatura dipende dai rapporti di forza.

Se voi salite in ascensore col vostro direttore sarete voi a sentirvi in dovere di dare una… spulciatina al capo.

Beh direte, ma questa è la base!

Quando qualcuno cerca di farsi strada in un’agenzia ambientale, le tre principali strategie di carriera sono:
lenta prudente ascesa;
attacco alla baionetta al potere;
machiavellico studio degli equilibri.

Sono gli stessi percorsi che sono alla base della vita di un qualunque gruppo di scimmie!

I babbuini creano alleanze e bande per prendere il potere nei loro grandi branchi, vince chi conquista la fiducia degli altri, chi si crea un claque di sostenitori devoti, disposti a rischiare la vita in combattimento per lui.

Ah!, nel caso dei babbuini, i maschi come fanno a dimostrare la loro fiducia nel leader?

Accettano uno strano rituale in cui i vari alleati si palpeggiano reciprocamente i testicoli in segno di fiducia. Insomma anche l’espressione “lo tiene per le p…” può essere retrodatata di qualche milione di anni.

Anche cose moderne come il nepotismo e la raccomandazione non sono proprio roba nuova. In molti branchi poter contare su un fratello ai piani alti del potere aiuta, tra i macachi chi ha una madre potente impara di più e mangia meglio… alla faccia della meritocrazia.

A questo punto se pensate di rifugiarvi nei sentimenti dolci come l’amore, Maestripieri non vi rende facile nemmeno questa via di fuga. Molte scimmie, come l’orango, sono meno sentimentali di noi, il maschio fa la sua cosa e poi molla il pargoletto alla femmina, che per lui è solo una sporadica compagna.

Ma tutte le scimmie che hanno cuccioli con lo sviluppo lento e quindi da allevare in due, optano per la coppia e allora è tutto un fiorire di regali, sondaggi demoscopici per vedere se il partner è fedele, spidocchiamenti reciproci per rinsaldare il legame e sbruffonate.

Sì sbruffonate!

I maschi iniziano a fare cose senza senso compreso come stuzzicare i predatori, l’equivalente di comprarsi un possente suv, per far vedere alle femmine che sono i tipi giusti.

E le femmine cosa fanno? Quello che fanno le femmine umane, flirtano col palestrato di turno e poi vanno a cercarsi uno capace di tenere al sicuro i cuccioli.

Tutto ciò mi rassicura, perché siamo furbi come scimmie… non proprio.

In un piccolo branco di primati, come le chiese, tutti osservano e tutti giudicano, quindi conviene essere onesti, provate a mettere i libretti dei canti sui banchi e poi ditemi quanti non li portano via… il grande fratello è la scimmia dentro di noi.

Napoli, 18 settembre 2019