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Dove si trova l’ombelico del mondo? Laddove il viaggio allarga la mente e le dà forma.

di Martina Tafuro

“Il vero viaggio
di scoperta
non consiste
nel cercare
nuove terre,
ma nell’avere
nuovi occhi”
M. Proust

Gli ominidi che abitano il pianeta Terra hanno sempre avuto la fissa di trovare un centro ideale del pianeta, l’Ombelico del mondo.

Per il mito degli antichi greci, Zeus in persona si interessò della questione.

Egli liberò due aquile agli antipodi e osservò dove si sarebbero incontrate. Queste si incrociarono a Delfi e qui fu fondato un santuario dedicato al dio Apollo. Il luogo dell’incontro è rappresentato da una pietra a forma di cupola che rappresenta l’Omphalos (l’ombelico), cioè l’esatto centro del mondo.

L'Omphalos esposto alle rovine di Delfi. A quanto pare sarebbe una copia antica di quello che veniva ritenuto l'originale.Omphalos Delfi

Il santuario rimarrà attivo fino al 381 d.C., quando Teodosio I ne sancì la chiusura.

Una nuova religione aveva, infatti, soppiantato i culti antichi. Il mondo aveva bisogno di un nuovo centro.

Per gli ebrei il centro del mondo era situato dove era custodita l’Arca dell’Alleanza, cioè nel tempio di Gerusalemme.

Con la diffusione del cristianesimo e il declino del paganesimo, l’Omphalos da Delfi verrà collocato all’interno della chiesa del Santo Sepolcro a Gerusalemme, divenendo il nuovo centro del mondo il luogo di contatto tra la terra, la divinità e il mondo ctonio, cioè sotterraneo.

10 luglio, è l’ora dell’ombelico del mondo 2019!

In fondo, ma molto in fondo, tutti hanno il loro ombelico del mondo, anzi nell’era della globalizzazione lo si può raggiungere persino in automobile.

Pardon faccio per dire. L’immagine dell’ombelico è un modo per parlare dei viaggi estivi che  richiamano ombelichi, il cui vero centro è solo dentro di noi e che solamente a parole sembrano degne di un biglietto di sola andata.

Alla fine, gira e rigira, ritorni a casa con la palla di neve, quel qualcosa di scadente che ti riconduce d’inverno al tuo ombelico 2019.

Sun, sea, sex, sight, ci sussurra il venditore esperto del discount che vuole propinarci il fantasmagorico pacchetto turistico. S come sostenibilità e S come salviamo il mondo, dicono gli ambientalisti, come strumenti che incentivano lo sviluppo locale sostenibile e la lotta alle disuguaglianze globali.

Ah si? E allora rilancio passo alle tre L, landscape, leisure e learning (paesaggio, tempo libero e apprendimento).

Ecco, il mio ombelico del mondo, dove viaggio e vacanza sono occasione di sviluppo economico, opportunità di scambio culturale e strumento per favorire la reciproca comprensione tra persone, popoli e culture diverse.

L’Organizzazione Mondiale del Turismo, usa questa definizione: “un turista è chiunque viaggi in paesi diversi da quello in cui ha la sua residenza abituale, al di fuori del proprio ambiente quotidiano, per un periodo di almeno una notte ma non superiore ad un anno e il cui scopo abituale sia diverso dall’esercizio di ogni attività remunerata all’interno del paese visitato”.

In questa descrizione trovano posto tutti coloro che si mettono in viaggio per svago, riposo e vacanza, per visitare amici e parenti, per motivi di affari e professionali, per motivi di salute, religiosi/pellegrini e altro.

Nella vostra soporifera modernità liquida il turismo ha smesso di essere appannaggio dei più ricchi.

E’ il motore pulsante di una nuova industria che porta a spostamenti massicci di popolazione.

Avete conquistato la gestione del vostro tempo libero, ma questa nuova industria ha mantenuto le sue promesse di emancipazione?

Non lo so!

Dal mio semplice osservatorio vedo cittadini che investono, capitali presi a prestito, nella fisima della vacanza annuale … per allontanarsi dalla alienazione del lavoro, si finisce per rafforzarlo.

Il mondo è stato commercializzato dal turismo massificato, il vacanziere è stato dopato e indotto a spendere.

Me lo raffiguro il povero villeggiante, segregato in un recinto elitario, il sacro feticcio chiamato villaggio, entra in una realtà parallela che gli impedisce di relazionarsi con gli autoctoni.

L’ostaggio/vacanziere è parcheggiato come una batteria di polli, a voi la scelta o al mare o in montagna, non aspetta altro che gli si dica come comportarsi, che ballo fare, che gioco fare, quando parlare con gli altri vicini di loculo.

Che mestizia!

L’alienazione professionale, la crisi economica, l’inquinamento, il rumore, l’incomunicabilità nei rapporti sociali, elenco in ordine sparso di raffigurazioni della condizione cittadina quotidiana vissuti tutto l’anno, vengono fagocitati dalla mistificazione di chi c’ha venduto il pacchetto all inclusive Natura & Benessere per quindici giorni.

Se proprio devo scegliere  preferisco di vivere tutto l’anno in un posto di vacanze, facendo mia l’equazione utopica di Ernst Bloch: “tempo libero = spazi liberi”.

Prima di partire per un lungo viaggio, porta con te la voglia di non tornare più, non per sfuggire alla realtà, ma per cogliere gli insegnamenti che porterai dal tuo ombelico del mondo nella tua realtà…

“Questo è l’ombelico del mondo
dove non si sa dove si va a finire
e risalendo dentro se stessi
alla sorgente del respirare
è qui che si incontrano uomini…”
Jovanotti

Napoli, 10 luglio 2019