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2018: Il clima in Italia dal ciclone Vaia al record di caldo

di Martina Tafuro

Pubblicato sul sito dell’ISPRA il Rapporto:“Gli Indicatori del Clima in Italia nel 2018”.

Il XIV rapporto Ispra dedicato al clima in Italia, illustra l’andamento del clima nel corso del 2018 e aggiorna la stima delle variazioni climatiche negli ultimi decenni in Italia. La pubblicazione fonda la sua analisi sulla gran parte di dati, indici e indicatori climatici derivati dal Sistema nazionale per la raccolta, l’elaborazione e la diffusione dei dati Climatologici di Interesse Ambientale (SCIA, www.scia.isprambiente.it), realizzato dall’ISPRA in collaborazione e con i dati degli organismi titolari delle principali reti osservative presenti sul territorio nazionale.

In Italia, nel 2018, la temperatura media annuale ha segnato un nuovo record, con uno scarto di +1.71 gradi centigradi.

Nello stesso tempo, le precipitazioni sono state più abbondanti del solito.

E’ nel ricordo di tutti il passaggio del ciclone Vaia, verificatosi nel mese di ottobre, è stato un evento meteorologico estremo, con venti fino a 120 chilometri orari e raffiche a 200.

Il 2018 è stato in Italia il quarto anno più caldo della serie storica

La fotografia tracciata dal rapporto: “Gli indicatori del clima in Italia” ci dice che le conseguenze dei cambiamenti climatici sono ormai visibili chiaramente anche nel nostro paese.

Vedi il caldo intenso e precoce che stiamo vivendo in questo mese di giugno, sono questi tutti fenomeni che sono stati ampiamente previsti dagli scienziati di tutto il mondo.

I dati e le informazioni sul clima dell’Ispra vengono trasmessi all’Organizzazione meteorologica mondiale e contribuiscono a comporre il quadro conoscitivo sull’evoluzione a scala globale.

A conferma poi del trend di crescita, il documento sottolinea che “il 2018 è stato il 28esimo anno consecutivo con anomalia positiva rispetto alla norma”.

Invece, sulla superficie dei mari, i dati risultano perfino più allarmanti: “I valori sono stati nettamente superiori alla norma. Con un’anomalia media di +1.08 gradi rispetto al valore climatologico di riferimento, il 2018 si colloca al secondo posto dell’intera serie storica, dopo il 2015. I valori medi annui della temperatura media superficiale dei mari italiani nel 2018, così ottenuti, sono compresi tra 19.3°C (Mare di Sardegna) e 20.8°C (Ionio). L’anomalia media è stata positiva in tutti i mesi dell’anno; gli scostamenti più elevati dai valori normali sono stati registrati in primavera e in estate, con un picco nel mese di agosto (+2.2 gradi)”, si sottolinea nel Rapporto.

Sul fronte delle precipitazioni, lo scorso anno esse sono state “moderatamente superiori ai valori climatologici normali. L’andamento nel 2018 è stato tuttavia piuttosto altalenante: marzo, maggio e ottobre sono stati caratterizzati da piogge abbondanti, estese a tutto il territorio nazionale, mentre ad aprile, settembre e soprattutto dicembre le precipitazioni sono state scarse in tutte le regioni”.

Quanto al numero massimo di giorni consecutivi nell’anno con precipitazione giornaliera inferiore o uguale a 1 mm, i valori più alti si registrano nella Sardegna settentrionale (fino a 90 giorni secchi consecutivi), seguita dalla Sicilia sud-occidentale e dalla Sardegna occidentale (fino a 60 giorni secchi consecutivi). Nel resto del Paese i giorni secchi consecutivi sono stati relativamente bassi (quasi ovunque inferiori a 40), a conferma di un anno in media, sia pur moderatamente, più piovoso della norma.

Napoli, 27 giugno 2019