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Il carnevale
di Giulia Di Nola

Le origini del termine “carnevale” sono dubbie. Alcuni storici pensano che possa derivare da car navalis, il rito della nave sacra portata per le vie dei paesi su di un carro; per il nostro mondo cattolico il carnevale è quel periodo dell’inverno che, iniziando con l’Epifania, si chiude col Martedì Grasso e significa, letteralmente, digiuno e astinenza dalle carni – “carnes levare”.

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Il Mercoledì delle Ceneri, infatti, è il primo giorno di Quaresima che ci porta diritti alla Pasqua di nostro Signore Gesù. Per gli antichi il carnevale era la festa della fecondità, rappresentava cioè anche il momento di transizione dall’inverno alla primavera; la natura, dunque, usciva dal letargo e svegliandosi nutriva tutti gli esseri viventi.

Grande valore si attribuiva, oltre ai baccanali della fertilità, pure al riso, all’allegria, alla spensieratezza, perché il ridere, sempre secondo gli antichi, consentiva di dimenticare il lutto, la morte in genere e le danze, come i balli, glorificavano l’eterno ritorno della primavera. A carnevale, “laddove ogni scherzo vale”, si vivono, insomma, momenti di burla, sregolatezza e danze essendo anche il tempo del divertimento sfrenato e quello delle grandi scorpacciate.

I balli e le maschere del passato sono presenti tuttora nel carnevale moderno sentito in particolar maniera dai bambini e ogni regione italiana ha una maschera che la rappresenta; ma tutte nacquero a Venezia ove si celebra il carnevale più rinomato al mondo seguito da quello di Agrigento e Viareggio.

I vestiti d’oggi, creati in serie, non hanno nulla a che fare con quello di Arlecchino, la maschera del bergamasco, simpatica e vivace, dalla voce stridula e che s’esprime canticchiando. Il costume, alle origini, era completamente bianco come quello di Pulcinella a Napoli. Tra un rattoppo e l’altro, sua madre, non avendo più la possibilità di aggiungere stoffe dello stesso colore, trasformò il vestito da bianco in variopinto utilizzando rimasugli di stoffe. Arlecchino, dispettoso, oggigiorno, ne combina ancora di tutti i colori.

Napoli, 10 febbraio 2017