“Dacci un taglio” di Haifaa al-Mansour
“Dacci un taglio” di Haifaa al-Mansour
di Maria Teresa Luongo
Disponibile sulla piattaforma Netflix, “Dacci un taglio” è una commedia originale con un retrogusto amaro di cui si sentiva il bisogno.
Da troppo tempo siamo lobotomizzati da film romantici con trame trite e ritrite, con i soliti stereotipi della donna bella e perfetta, con una lunga chioma fluente e una innaturale predisposizione per il tacco 12, che ha tutto ma non ha davvero tutto se non ha anche il suo principe azzurro.
Invece la regista saudita Haifaa al-Mansour, con uno stile più che apprezzabile caratterizzato da toni intelligenti e da un’ironia sagace capace di far riflettere con il sorriso su aspetti non così divertenti della società, cambia la prospettiva di quella che all’inizio sembra essere la solita storia d’amore. E con il suo sguardo acuto, emerso già nel film drammatico “La bicicletta verde” (una vera perla), fa meditare soprattutto sul mondo pubblicitario e su quanto influenzi negativamente l’universo femminile, dall’acconciatura all’atteggiamento.
Violet Jones (interpretata da una brava Sanaa Lathan) è una donna in carriera, ricca, fidanzata con un medico a sua volta ricco e attraente. Ogni cosa sembra impeccabile fino a quando la mancata proposta di matrimonio tanto attesa non fa precipitare tutto facendo riemergere nella protagonista sopite insicurezze e un senso di inadeguatezza legato tra le altre cose alla vera natura dei suoi capelli da sempre repressa in veri e propri rituali di stiratura, una tortura vissuta come un obbligo dapprima imposto dalla madre e poi tacitamente abbracciato come necessità.
E un semplice taglio diventa la chiave di volta per affrontarle, per costruire una nuova immagine di sé non solo esteriore ma principalmente interiore.
Non più per apparire perfetta al proprio fidanzato, per compiacere la propria madre o il capo. Solo per sé stessa, per iniziare a vivere finalmente come desiderava.
Una visione consigliata in particolare alle giovani donne per guardare da un’angolatura diversa il concetto di bellezza, che non sia più quello artificiale delle riviste di moda che spesso ci omologa in inquietanti cloni ma quello genuino che rispetti le singolarità di ognuno senza nasconderle.
Napoli, 17 novembre 2018