Napoli esoterica.
Napoli esoterica.
di Stefania Di Martino
Napoli rappresenta da sempre il simbolo di tradizioni lontane nel tempo, con una forte impronta esoterica. Lo dimostrano diverse chiese e monumenti o anche solo stemmi apparentemente nascosti, come quelli massonici celati nella Galleria Umberto I.
Ma tra essi, quello che più evoca storia, credenza e malinconia è la Chiesa Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco, posta in via dei Tribunali, che ospita il Museo dell’Opera Pia Purgatorio ad Arco. L’edificio presenta sulla facciata teschi ed ossa nei fregi, sul portale e nelle nicchie laterali, mentre l‘interno si presenta come un’unica navata con splendidi esempi della pittura e scultura del ‘600 napoletano. Scendendo è possibile accedere ad un’altra chiesa, posta in linea d’aria sotto quella del Purgatorio, dove si dava sepoltura alle cosiddette anime pezzentelle.
Una volta scesi si viene accolti da una tomba anonima posta sul pavimento e da una serie di cappelle votive. Camminando si viene osservati, per così dire, da poveri teschi (di alcuni rimane ben poco) e da una quantità di fotografie, immagini sacre e monete. Il culto di queste anime è fortemente radicato nel popolo napoletano e questa devozione è perfettamente visibile in questo museo. Il culto consisteva nell’adottare un teschio ripulendolo e porgendolo in un altarino, pregando così da agevolargli il passaggio dal Purgatorio alla Salvezza affinché intercedesse una volta giunto in Paradiso.
Tra tutte le povere anime lì accolte la più famosa è sicuramente Lucia, un teschio adornato con un velo da sposa. Le leggende che la coinvolgono sono diverse, ma tutte accomunate da una tragica fine e come conseguenza l’amore del popolo per lei nel tempo è rimasto fortemente vivo.
È sicuramente un luogo, indipendentemente dalla fede religiosa, che ha un forte impatto emotivo; che mette dinanzi alla realtà della morte, ma anche davanti dell’empatia dell’uomo verso colui che è vissuto prima e in condizioni tanto amare.
Napoli, 30 giugno 2018