sab 23 NOVEMBRE 2024 ore 01.18
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Nel nome di Diego: Capitolo II
di Giovanni Della Pietra

Il Barcellona approda ai quarti di finale

11Va in scena il secondo atto del Derby europeo del Pibe de Oro, valido per il ritorno dei quarti di finale di Champions League 2023/24: all’Estadio Olímpico di Montjuic si gioca Barcellona – Napoli. Il risultato del match di andata – 1-1 con le reti di Lewandowski ed Osimhen – lascia aperto qualsiasi scenario, ma gli ultimi 90’ delineano un 3-1 in favore dei blaugrana, con le reti decisive di Fermin Lopez, Cancelo e lo stesso attaccante polacco, a cui risponde il solo Amir Rrhamani. È il Més que un club a superare il turno con un aggregate di 4-2. Con questa sconfitta, il Napoli fallisce anche l’accesso al prossimo ricco Mondiale per Club del giugno 2025, lasciando campo alla Juventus.

Preview della partita
Il Napoli, con l’arrivo del nuovo tecnico Francesco Calzona, sembra aver trovato il bandolo della matassa riuscendo a migliorare quello che era il suo record più recente. Con il nuovo coach, gli azzurri sono ancora imbattuti avendo messo a referto 2 vittorie e 3 pareggi (compreso quello del match di andata) in tutte le competizioni. Essendo il Napoli 7° in Serie A, lontano 7 lunghezze dalla qualificazione alla prossima Champions League, ed eliminato dalla Coppa Italia, trova nella Coppa Campioni di quest’anno un’improbabile vetrina per l’accesso alla prossima competizione continentale. Il cammino in questo torneo finora è stato tutt’altro che impervio: gli azzurri si sono classificati come secondi nel Girone C alle spalle del Real Madrid, in cui erano presenti anche Sporting Braga e Union Berlino, con un totale di 3 vittorie, 1 pareggio e 2 sconfitte, entrambe contro i Blancos. Il Napoli, quindi, prova a ripercorre il percorso tracciato lo scorso anno con alla guida Luciano Spalletti, 1quando gli azzurri arrivarono per la prima volta nella loro storia ai quarti di finale della massima coppa europea.
Anche il Barcellona è in ripresa rispetto alla gara d’andata: da allora il club blaugrana ha messo in fila 2 vittorie e un pareggio sull’ostico campo del San Mamés contro l’Athletic Bilbao (0-0), allungando la striscia di risultati utili consecutivi che giunge a quota 8 (5V, 3N). Il cammino dei blaugrana nella UEFA Champions League di quest’anno passa per il primo posto nel girone H, con 4 vittorie e 2 sconfitte (causate da Shakhtar Donetsk e Anversa), a 12 punti pari con il Porto. Il Màs que un club, distando 8 punti dal Real Madrid in vetta a La Liga Spagnola, concentrerà le sue forze sulla possibilità di tornare tra le migliori otto d’Europa dopo 4 anni.
I precedenti tra le due squadre sorridono ai catalani che affrontano i partenopei per la terza volta negli ultimi 5 anni nella fase ad eliminazione diretta di una competizione europea: il testa a testa più recente è datato Febbraio 2022 nei play-off di Europa League, in cui il Barcellona si impose con un totale di 5-3. Negli incontri in terra iberica in coppe europee tra le due squadre, il Barcellona non è mai uscito sconfitto ottenendo 1 vittoria e 1 pareggio.
Sotto i riflettori finisce Robert Lewandowski che nelle ultime 12 presenze delle sfide ad eliminazione diretta delle competizioni europee ha siglato la bellezza di 12 reti (a cui si aggiungono 6 assist). Il polacco ha un conto aperto con le squadre italiane, avendo realizzato 11 marcature nelle ultime 10 sfide di Champions League (una sola rete contro gli azzurri in 3 presenze).

La partita
2Tante le assenze con cui Xavi Hernández deve riuscire a convivere per costruire una squadra che trionfi nella partita del Montjuic: mancano tra gli arruolabili il terzino Balde, il baby fenomeno Gavi e il tuttofare offensivo Ferran Torres e i neo-infortunati Frankie De Jong e Pedri. Sulla carta Xavi si schiera con un 4-3-3 con il calciatore classe 2007, Pau Cubarsí a completare il reparto difensivo insieme ad Araujo; Fermin Lopez per sostituire l’infortunato Frankie de Jong con il compito di agire tra le linee e Raphinha schierato sull’out di sinistra. In realtà, la squadra in fase di costruzione si compone con una difesa a tre e gli esterni Joao Cancelo e il giovane Lamine Yamal a dare ampiezza allo sviluppo del gioco.
In casa Napoli, gli indisponibili per infortunio delle gare precedenti – Cajuste e Ngonge – sono rientrati in gruppo, ma restano non convocabili Piotr Zielinski, al centro di una querelle di mercato, Diego Demme e Leander Dendoncker fuori dalla lista UEFA. Il tecnico Francesco Calzona ripropone il suo 4-3-3, con Amir Rrhamani che ritrova il suo posto da titolare al centro della difesa dopo l’infortunio contro la Juventus, con Mario Rui che vince il ballottaggio con Oliveira dopo l’ottima prova in campionato contro il Torino; e con Hamed Junior Traorè che ritorna titolare nel ruolo di mezz’ala sinistra.
La prima mezz’ora di gioco, così come nel match di andata, è governato completamente dalla squadra spagnola, che presenta il conto sotto forma di numerose occasioni da rete.
La prima azione del match sa di futuro per il Barcellona, in cui il 17enne Pau Cubarsí trova con il suo lancio lungo l’inserimento del 20enne Fermin Lopez, che però alza troppo il pallone finendo sopra la traversa.
Uno-due micidiale dei blaugrana che sembra stendere il Napoli: al 14’ Raphinha che si muove alle spalle della difesa azzurra, mette nel mezzo dell’area un passaggio illuminante per il velo di Lewandowski, con cui Fermin Lopez ha un rigore in3 movimento che non sbaglia, segnando la rete del vantaggio blaugrana.
Passano circa 2 minuti e il Barcellona raddoppia: contropiede magistrale condotto da Yamal, Raphinha colpisce il palo, ma sul tap-in si fionda Joao Cancelo prima di tutti gli altri.
Al 29’, prima azione vera e propria degli azzurri: Di Lorenzo serve Politano alle spalle della retroguardia blaugrana, Amir Rrhamani non è un habitué dell’area di rigore avversaria, ma non si lascia scappare l’occasione di accorciare le distanze (2-1) e riaprire la partita.
Seguendo il flusso dell’entusiasmo azzurro, il Napoli ha anche l’occasione di pareggiarla al termine del primo tempo con l’inserimento di Di Lorenzo sul cross di Mario Rui, ma ter Stegen strozza in gola l’urlo di gioia con un intervento super.
Termina sul risultato di 2-1 una prima frazione di gioco, molto divertente caratterizzata da diversi capovolgimenti di fronte e numerose occasioni da rete.
La seconda metà di partita inizia di nuovo con un predominio azzurro, che ricerca disperatamente la rete che raddrizzi il match. Al 47’, gli azzurri recuperano palla in pressione alta su un rinvio di ter Stegen e Khvicha Kvaratskhelia – fino ad allora impalpabile – tenta un tiro dal limite dell’area che finisce di poco a lato.
Scatta il minuto 49, quando Politano serve Osimhen in area di rigore, che controlla e finisce giù nel contrasto con Cubarsí. Le immagini evidenziano uno step on foot del giovane difensore spagnolo, ma l’arbitro non lo ravvisa e lascia continuare.
5Con le modifiche applicate da Xavi Hernández, il Barcellona ritrova il pallino del gioco addomesticando un avversario che fino a qualche minuto prima l’aveva mantenuto in apnea. Questo possesso blaugrana non è un fraseggio finalizzato all’abbassamento dei ritmi di gioco, ma costruisce numerose occasioni da rete, su cui il portiere azzurro Alex Meret è costretto più volte a metterci la pezza per mantenere a galla il suo team.
Falso allarme per il Napoli al minuto 67, quando Lewandowski incorna sugli sviluppi di calcio d’angolo, ma Meret si oppone con una buona parata ravvicinata. Sulla mischia successiva, Yamal mette in porta, ma la rete del giovane esterno viene annullata per offside.
Trema l’Estadio Olímpico all’80’, quando, sul cross di Oliveira per Osimhen, si inserisce alle sue spalle Lindstrom – subentrato a Politano – che però di testa non trova il bersaglio grosso.
Al 83’, sugli sviluppi di una rimessa laterale, Gündogan imbuca per Sergi Roberto, che appoggia per Robert Lewandowski per il timbro finale sul decisivo 3-1 blaugrana.
Il Napoli si aggrappa all’ultimo briciolo di speranza che intravede, ma si infrange sulla traversa colpita da Oliveira al minuto 87’.

Il punto Della Pietra
Troppo riduttivo considerare Barcellona – Napoli un match con un andamento lineare: la verità è che ci sono state più partite nella partita. Comincia subito forte il Barcellona, con la sorpresa Fermin ad agire tra le linee e Robert Lewandowski6 a muoversi soprattutto spalle alla porta creando spazi per i suoi compagni. Il Napoli viene investito da un’ondata blaugrana, con il Més que un club che al quarto d’ora conduce già per 2-0. Gli azzurri svegliati da due ceffoni iniziano a costruire qualcosina e alla prima azione utile accorciano le distanze, modificando l’inerzia momentanea del match. A cavallo tra i due tempi, sono i partenopei ad avere in mano il pallino del gioco, sfiorando a più riprese il gol del pareggio. Il Barcellona perde il filo del fraseggio, e qualche meccanismo si interrompe in fase difensiva, quindi il Napoli riesce a colpire centralmente i blaugrana, mandando in apprensione gli avversari, tanto da rischiare anche il penalty in occasione del pestone di Cubarsí non ravvisato da arbitro e VAR. Xavi, dall’alto della sua esperienza come uno dei centrocampisti più forti della storia del calcio, nota gli ingranaggi inceppati: via Fermin Lopez tra le linee sostituito dall’uomo di palleggio Sergi Roberto, fuori l’ammonito Christensen, dentro Romeu. I blaugrana recuperano l’arma prediletta di cui sono padroni assoluti e con il palleggio addomesticano un avversario alla ricerca disperata del gol che allungherebbe il match agli over time. La speranza si materializza nel colpo di testa di Lindstrom che sfiora la porta, e svanisce definitivamente quando il Barça chiudi i conti con il decisivo 3-1.
Nel complesso, il Napoli svolge a tratti una buona gara in fase offensiva, mentre la fase difensiva è quasi tutta da rivedere con la difesa – intesa come transizione negativa di tutta la squadra – colpevole in tutte e tre le occasioni delle reti avversarie. È marcata la differenza sia con ciò che è stata quest’annata nefasta – in senso positivo – sia con quello che fu l’anno del Tricolore spallettiano – in senso negativo – con la squadra che incantò il mondo.
Dal lato blaugrana, il Barca domina il gioco nei 180’ andando in apprensione a tratti, con una squadra tappezzata di giovanissimi. La sensazione è di una squadra ancora troppo superiore a questo Napoli in ripresa, ma che potrebbe vedersela nera nel confronto con le big d’Europa. Per il Màs que un club non c’è altra via che sperare in un sorteggio benevolo.

Tabellone
7Con il successo casalingo, il Barcellona si assicura il passaggio al turno successivo a discapito del Napoli. Rimanendo in tema Italia – Spagna, l’Atletico Madrid riesce a pareggiare lo svantaggio dell’andata contro l’Inter (1-0 per i nerazzurri) con il 2-1 del Wanda Metropolitano, per poi superare il turno ai calci di rigore. Anche Real Madrid (aggregate 2-1 in favore degli spagnoli) e Manchester City (doppio 3-1) continuano il loro cammino europeo. PSG vince anche in Spagna, dopo la vittoria al Parc de Princes con il solito Kylian Mbappè sugli scudi. Bayern Monaco che ribalta l’1-0 dell’andata in favore della Lazio, con un sonoro 3-0 all’Allianz Arena. Porto e Arsenal si trascinano sino ai calci di rigore, dove a trionfare sono i Gunners. Il Borussia Dortmund, dinanzi al Muro giallo, trionfa contro il PSV per 2-0, dopo il pareggio della Philips Stadion (1-1).

Pagelle
Barcellona: ter Stegen 6.5; Koundé 6.5, Araujo 6.5, Cubarsì 7, Cancelo 7; Fermin Lopez 7 (60′ Sergi Roberto 6.5), Christensen 6 (60′ Romeu 5), Gundogan 6.5; Lamine Yamal 7, Lewandowski 6.5, Raphinha 7 (81′ Joao Felix 6.5). Allenatore: Xavi 7

Napoli: Meret 6.5; Di Lorenzo 5.5, Rrahmani 6, Juan Jesus 5, Mario Rui 5.5 (64′ Olivera 5); Anguissa 5.5, Lobotka 6.5, Traorè 5.5 (78′ Raspadori s.v.); Politano 6.5 (64′ Lindstrom 5), Osimhen 5, Kvaratskhelia 5.5 (92′ Ngonge s.v.). Allenatore: Calzona 6

I migliori
Cubarsí 7: Fa parte dei ragazzi terribili provenienti dalla Masia del Barcellona. Con il supporto di Araujo, controlla agevolmente Osimhen, mettendo oltre la linea un attaccante il cui superpotere è la velocità. Il coraggio dei bambini8

Sergi Roberto 6.5: È l’uomo che dà una direzione differente alla partita. Con il suo ingresso si registra una difesa che stava andando in apprensione e si rinforza il palleggio. L’assist sul terzo gol è la ciliegina sulla torta.

Lobotka 6.5: D’accordo con Xavi, quest’oggi sembra davvero l’unico in grado di fare il salto della barricata. Recupera palloni spendendo anche falli con astuzia, controlla i tempi, gestisce le uscite e spesso trova la soluzione ad enigmi intricati dalla pressione alta blaugrana. Unica pecca della sua partita è la palla sanguinosa persa sul 2-0.

I peggiori:
Romeu 5: Non fa grossi danni, ma sembra sempre in ritardo di pensiero e di azione. Regala diversi palloni alla pressione azzurra. Il peggiore dei suoi, sembra di legno.

Kvaratskhelia 5.5: “Come ti senti? Disinnescato!” cantava Anastasio a Sanremo 2020: ecco, così si sarà sentito il giovane Khvicha. Koundè, come nei thriller, gli taglia il filo blu e la bomba diventa innocua. Prova due lampi che danno un brivido al Montjuic, ma non incide quanto può.

Osimhen 5: Mostra quanta strada ci sia ancora tra lui e il dirimpettaio blaugrana. Tanti controlli di troppo nel palleggio che rallentano la manovra. Non trova mai il momento giusto per attaccare la difesa, finendo sempre in offside. Sembra involuto di qualche anno.

Arbitro
9Makkiele 5: Eleva il tono della contesa, alzando la soglia del fallo, ma quando la partita entra nella sua fase clou non riesce a mantenere lo stesso metro. L’episodio cruciale nella valutazione è il calcio di rigore richiesto dal Napoli al 49’: Osimhen riceve palla in profondità e controlla in area di rigore, ma Cubarsí entra in tackle sul giocatore nigeriano. Dalle immagini si evidenzia uno step on foot del giovane difensore blaugrana sull’attaccante partenopeo, non ravvisato dall’arbitro olandese che, lontano dall’azione, ci aveva capito ben poco: concede il corner agli azzurri quando l’ultimo tocco è di Osimhen prima di essere atterrato. Sarebbe dovuto intervenire il VAR, per correggere l’operato di Makkiele e concedere il penalty, quando si era sul risultato di 2-1.
Lascia qualche dubbio anche l’intervento di Christensen su Lobotka, con il difensore danese che a gioco fermo entra in maniera rude e scorretta sul centrocampista azzurro. Le immagini mostrano un’entrata dura e sulla caviglia, con il piede a martello. L’arbitro conferisce l’ammonizione al giocatore blaugrana, ma poteva esserci qualcosa in più.
VAR distratto, peccato ci fosse un ottavo di finale di Champions da supervisionare.

Nola, 14 marzo 2024