Napoli. Palazzo Donn’Anna: Il Palazzo la cui architettura abbraccia natura e storia
Palazzo Donn’Anna: Il Palazzo la cui architettura abbraccia natura e storia
di Pio Gargano*
fu costruito attorno al 1630 per desiderio di donna Anna Carafa, moglie del viceré duca di Medina de las Torres.
L’opera, rimasta incompiuta, è di Cosimo Fanzago.
Il progetto originario, prevedeva due ingressi uno sul mare ed uno da una strada lungo costa di Posillipo, ma purtroppo non fu mai completato per la prematura morte di donn’Anna (1645) durante la rivolta di Masaniello e la fuga vicerè a Madrid nel 1648.
La proprietà è passata di mano fino a pervenire nel 1711 al Duca di Teora, Carlo Mirelli ed in tempi più recenti, nel corso del XIX secolo, numerosi i passaggi di proprietà hanno fatto diventare il palazzo prima una fabbrica di cristalli, poi un albergo e successivamente sede della Banca d’Italia.
L’edificio, emblema del quartiere Posillipo, oggi non è visitabile in quanto è stato trasformato in un condominio privato.
Tuttavia, eccezionalmente, durante l’anno solare, si organizzano visite guidate dove gli accompagnatori vi raccontano anche delle tante leggende sul palazzo tra cui quella del fantasma della giovane e bellissima Mercedes de las Torres che, in una scena teatrale, baciò il nobile Gaetano di Casapenna, amante della viceregina Anna Carafa e che scomparve misteriosamente.
Il palazzo è anche il punto di ancoraggio di un’altra delle più illustri leggende napoletane scritte da Matilde Serao. Nel libro, Leggende napoletane la scrittrice così lo dipingeva:
« Il bigio palazzo si erge nel mare. Non è diroccato, ma non fu mai finito; non cade, non cadrà, poiché la forte brezza marina solidifica ed imbruna le muraglie, poiché l’onda del mare non è perfida come quella dei laghi e dei fiumi, assalta ma non corrode. Le finestre alte, larghe, senza vetri, rassomigliano ad occhi senza pensiero; nei portoni dove sono scomparsi gli scalini della soglia, entra scherzando e ridendo il flutto azzurro, incrosta sulla pietra le sue conchiglie, mette l’arena nei cortili, lasciandovi la verde e lucida piantagione delle alghe. Di notte il palazzo diventa nero, intensamente nero; si serena il cielo sul suo capo, rifulgono le alte e bellissime stelle, fosforeggia il mare di Posillipo, dalle ville perdute nei boschetti escono canti malinconici d’amore e le malinconiche note del mandolino: il palazzo rimane cupo e sotto le sue volte fragoreggia l’onda marina… »
*foto Palazzo Donn’Anna di Pio Gargano
Napoli, 27 gennaio 2018