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Da Parigi a Napoli : l’Impressionismo Francese alla Pietrasanta.

di Carlo Gimmelli

                A 150 anni dalla prima esposizione parigina del 1874, una antologia dell’impressionismo francese, curata da Vittorio Sgarbi, in mostra nella Basilica della Pietrasanta. 

Sabato 23 Novembre la prima della esposizione antologica dei maestri dell’Impressionismo, il movimento artistico francese nato nella seconda metà dell’Ottocento, che rivoluzionò e scandalizzò il mondo della pittura accademica.

Arrivano a Napoli le opere di Renoir, Manet, Monet, Cezanne e altri massimi esponenti della corrente  pittorica che in qualche modo segnò il contrappasso tra l’arte figurativa classica e quella contemporanea.

“Impressionismo”, da “Impressione”, una visone soggettiva legata alla psicologia dell’autore che cattura  una  immagine e ne dà l’idea dell’immediatezza, dello scatto di un momento irripetibile, di un’opera non  compiuta e non perfetta.

La mostra è stata curata da uno dei massimi critici d’arte contemporanea, Vittorio Sgarbi, legato da anni  alla basilica museo della Pietrasanta, che ha selezionato 69 opere dei massimi esponenti, per lo più  francesi, dell’impressionismo.

Il critico ferrarese ha poi posto l’accento sull’influenza che autori napoletani come Mancini abbiano in  qualche modo  esercitato sulla produzione di impressionisti come Degas.

La prima sezione è  intitolata “La rivoluzione realista e l’École de Barbizon”.  La fonte alla quale si  abbeverarono i primi rivoluzionari pittori neorealisti.

La strada verso  l’Impressionismo vede la presenza di 18 opere, per lo più dipinti a olio e acqueforti,  realizzate da artisti della Scuola di Barbizon, tra i quali: Corot, Delacroix, Rousseau, Millet, Courbet,  Lecomte, dediti alla pittura paesaggistica e realistica e punti di riferimento per gli Impressionisti.

Con la seconda sezione, intitolata ”La conquista degli Impressionisti”,  la mostra entra nel vivo della storia del nuovo movimento artistico, una partitura a più voci che prende forma nella pullulante Ville Lumiere, sede della seconda Esposizione Universale nella capitale francese.

È in questa sezione che sfilano davanti allo sguardo del visitatore 45 opere di 21 artisti, ispirati dalla scuola  di Barbizon ma capaci di elaborare nuove forme espressive rivoluzionarie, molto distanti dall’accademismo fino ad allora imperante.

Le opere qui presenti sono soprattutto incisioni e disegni, che mettono in luce i lavori di studio e di preparazione per opere di grandi artisti come, tra gli altri, Cézanne, Manet, Boudin, Degas, Renoir, Forain, Guillaumin, Monet e Mary Cassat, pittrice americana, una delle poche donne ammesse al consesso maschile dell’arte dell’epoca.

La terza sezione,” Dopo la conquista: l’arte non è solo riproduzione”,  ospita 6 opere del periodo post-impressionista realizzate dall’artista svizzero-francese Jeanniot, dal delicato paesaggista Firmin-Girard, dal pittore e incisore svizzero Ranft il cui dipinto “Ladies in café” è stato scelto come immagine simbolo dell’esposizione, fino a lambire la pittura Nabis, con Bonnard e Denis.

Completa l’esposizione un’area multimediale attrezzata con postazioni dotate di Oculus 3D che consentono la visione virtuale di alcune opere impressioniste di ambientazione parigina e altre di ambientazione naturalistica, avendo la sensazione di entrare nei dipinti e vivere le atmosfere dell’epoca.

La mostra sarà visitabile fino a fine Aprile 2025.

Napoli, 26 novembre 2024