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Lotta ad oltranza
di Giovanni Della Pietra

Il piatto forte della 27^ giornata è la sfida ad altissima quota tra le prime due della classe della nostra Serie A: allo stadio Maradona, è Napoli – Inter. Il match termina con il risultato di 1-1: alla rete su punizione di Dimarco nella prima frazione, risponde l’inserimento di Billing al crepuscolo della ripresa. Lo Scudetto resta ancora in bilico tra le due contendenti, con l’Atalanta che osserva da poco distante.

Highlights
1 interIn un primo tempo opaco in termini di occasioni da rete, brilla la punizione vincente di Dimarco per il vantaggio interista. Prova a reagire il Napoli con la conclusione volante di Lukaku. Nella ripresa, gli azzurri hanno prima una chance con McTominay, e poi trovano il pari con l’inserimento di Billing sul suggerimento di Lobotka (1-1). Allo scadere, i partenopei sfiorano anche il vantaggio con la doppia conclusione McTominay – Ngonge.

Il punto Della Pietra
Un punto. Un solo punto. Un solo maledetto e benedetto punto a separare Inter e Napoli, in vista del loro scontro al Maradona che potrebbe indirizzare in maniera definitiva la corsa Scudetto, con l’Atalanta spettatrice interessata dopo l’inciampo del Gewiss Stadium. Napoli – Inter è una lotta senza esclusione di colpi guidata da due maestri che in campo mettono tutto il loro arsenale tattico. Andiamo per gradi: mister Conte sorprende tutti e ritrova il beneamato 4-2-3-1 con la variante del “doppio play” Gilmour-Lobotka, costringendo le mezze ali dell’Inter ad andare in pressione lasciando spazio ai movimenti di McTominay e di Raspadori che navigano tra le linee. In fase di contenimento, Lobo si alza su Chalanoglu, schermando la partenza dell’azione nerazzurra. Nei momenti di pressione offensiva interista, i partenopei si schierano con una linea a 5, con Politano a scivolare al livello della retroguardia. Risponde mister Inzaghi disponendo la sua Inter nel canonico 3-5-2, con Lautaro Martinez e Thuram, ritornato da un infortunio, a sopportare il peso dell’attacco interista. La mossa di Conte sorprende l’Inter e il Napoli sembra prendere in mano le redini del match, finché Dimarco non pennella un calcio di punizione all’angolino, stappando un primo tempo che sembrava destinato all’equilibrio con il vantaggio neroazzurro, con l’Inter potenzialmente a +4. La reazione azzurra non si lascia attendere e le due contendenti si scambiano colpi da una parte e dall’altra come nei migliori match di pugilato. Nella ripresa, il Napoli stravolge il canovaccio abituale della seconda frazione che lo vede attendista e, talvolta rinunciatario: costringe l’Inter nella sua metà campo. La pressione alta del Napoli è forsennata e non dà respiro agli avversari, costringendo i nerazzurri nella propria metà campo, trovando una sola uscita buona prontamente disinnescata da Meret. Dopo numerosi tentativi, trova la soluzione al rebus difensivo interista un cannoniere inaspettato: Philip Billing, per il definitivo pari. Resta uno il punto di distanza tra Inter e Napoli, benedetto e maledetto, a regalarci una lotta scudetto mancata negli ultimi anni.
Per il big match che poteva dare un senso diverso alla stagione azzurra, il Napoli mette il vestito buono, il migliore del suo guardaroba, fatto di tecnica, pressione alta e gestione degli spazi, costringendo ad un secondo tempo di apnea una delle squadre più dominanti d’Europa, sicuramente la più sovrastante del nostro campionato. Continuando l’analogia del pugilato, ai punti i partenopei avrebbero meritato qualcosa in più.
L’Inter, invece, si ritrova a fare i conti con la sua difficoltà di vincere gli scontri diretti: con le top 4, al momento, una sola vittoria contro l’Atalanta per 4-0, agli albori della competizione. Difficile la parte di gestione della gara, resa ancora più2 napoli-inter-690x362 complicata dal forfait di Dimarco, che costringe allo stravolgimento dei piani.

Pagelle
Conte 9: Già pronti ad elogiare l’ennesima meraviglia di Inzaghi e invece Antonio da Lecce mette i tasselli al loro posto: 4-2-3-1 con il doppio play e il Napoli disegna calcio. Una prestazione sontuosa per grinta e qualità, che con un po’ di fortuna in più avrebbe potuto portare all’impresa piena. Ci ricorda perché è un allenatore top.
Lobotka 8: Motore perpetuo della squadra di Conte. Pressa su Chalanoglu, si abbassa per costruire, finalizza il gioco con un assist al bacio per Billing. Tenta anche la conclusione, fondamentale che non gli vediamo spesso attuare. Dirige lui il ritmo delle cose azzurre!Dimarco 7: Finché i muscoli gli consentono di essere parte della gara, ara la fascia sinistra costringendo Politano a correre all’indietro. Toglie le ragnatele dall’angolino della porta di Meret con una punizione da incorniciare, con il mancino nello stadio del mancino (e non solo…) più forte di sempre.

grafica inter napoli
Arbitro
Doveri 5: Nota dolente del match scudetto del Maradona: corpo estraneo alla gara, su cui impone il suo metro, ma la contesa prende un’altra direzione. Chiude con 0 cartellini gialli dei calciatori in campo (vengono punite le intemperanze esterne di Inzaghi e Contini), ma solamente perché qualcuno se lo perde per strada: manca un giallo a Rrhamani per un intervento in ritardo su Thuram; grazia dalla sanzione disciplinare anche Bisseck, che salta con il gomito eccessivamente largo su McTominay. Lascia qualche dubbio anche negli episodi chiave nelle due aree di rigore. I nerazzurri chiedono un penalty per un intervento scomposto di McTominay, che travolge Dumfries colpevolmente in ritardo: il rigore non sarebbe stato scandaloso, ma il metro guerrafondaio prescelto lo porta ad andare avanti; sul prosieguo dell’azione l’Inter trova la punizione del vantaggio. Anche i partenopei chiedono un calcio di rigore: su un tiro improvviso di Spinazzola, Dumfries colpisce di braccio in torsione con l’arto colpevolmente largo e con un movimento davvero poco congruo. Anche qui poteva starci la massima punizione.

Nola, 3 marzo 2025