mar 26 NOVEMBRE 2024 ore 01.23
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Un mondo di altri mondi dove tutto è perfetto
di Martino Ariano

 

 

 

Un sognatore è colui che non sa trovare
la propria via se non al lume della luna
e il suo castigo è che egli vede
l’alba assai prima degli altri
Oscar Wilde

 

 

29Ci sono persone e momenti che ti fanno capire che tutto andrà meglio di come sia ora

e l’uomo può credere che di tempo ce n’è abbastanza per rimediare se.

Il mondo non è perfetto.

Ci sono dolori in cui nessuno può entrare.

Ci sono cose che bisogna fare da soli.

Come ad esempio capire come fare per superarli certi dolori o per imparare a conviverci.

Oppure si arriva a capire che il destino di alcune ferite è rimanere aperte proprio per non abituarcisi, proprio per non consentire mai alle maschere dell’abitudine, della noia, del disamore di aderire alla carne viva.

Non cercare vie per scappare, una risposta c’è anche se ancora non la sai e magari non la trovi. L’importante è saper guardare oltre…

Tieni pronti gli occhi a visioni dolcissime che tu non hai mangiato mai. Ha il sapore d’infinito questo sguardo e ti porterà dove poi io ti lascerò via da qui, via da qui, via da qui, via da qui, c’è un mondo di altri mondi dove tutto è perfetto.

Riesci a capire cos’è quell’attimo, quel secondo che separa il prima dal dopo, l’evitabile dall’irreparabile?

Come si chiama quella frazione di vita che pone un muro, apre un baratro tra noi e coloro che, fino a poco prima, pensavamo essere nostri amici?

Penso a tutte quelle volte in cui mi sono detto o nelle quali ho suggerito che la cosa migliore da fare sarebbe stata prendersi due minuti di tempo, prima di fare o dire qualsiasi cosa… fare un bel respiro profondo invece di trovarselo spezzato in gola insieme alle cose più importanti, quelle parole che non osiamo dire mai.

Forse è così: non siamo capaci di creare qualcosa che duri.

Forse a questo siamo destinati o forse a questi ci siamo condannati: non accettiamo che il male possa venirci da quelle persone che riteniamo amiche, così le facciamo passare immediatamente dall’altra parte della schiera, dalla parte dei cattivi.

Perché se è difficile riuscire a perdonare e perdonarsi qualcosa, è molto più difficile e improbabile essere capaci di ricostruire ciò che abbiamo contribuito a distruggere tuffandolo nel dolore dei silenzi. È difficile recuperare con mille parole ciò che poteva essere salvato dalla forza di una sola di esse: tolleranza!

Forse è vero, in alcuni momenti ci accorgiamo che non c’è più tempo

Si spezzano il respiro e la parola, così svanisce quell’ultimo tentativo di salvare il bello e il buono dalla morte dei ricordi per farlo vivere nel presente.

Cara terra mia, ti chiamo così, in maniera un po’ ardita, ma è quello che sento.

Sono qui per dirti quelle parole che ormai si sentono solo nei vecchi film, quelli che poi non ti piacciono neppure, quelli che usano frasi dolci e di successo, e per questo voglio usarle con te.

Volevo dirti che ogni cosa succeda, qualunque scelta tu faccia, io sarò sempre al tuo fianco.

Non ho nessun’altra ambizione nella vita, se non quella di essere importante per te.

Rimani e rimarrai sempre il mio solo destino, non posso che amarti, senza limiti, senza freni.

L’ho fatto in passato e continuerò a farlo.

Metà della nostra esistenza passa con l’obiettivo di dimostrare a noi stessi e al mondo che siamo maturi, autosufficienti, autonomi, in grado cioè di badare a noi stessi e alle nostre cose senza bisogno di nessuno.

Sul più bello inizia l’altra metà, quella in realtà più difficile e complicata, quella che rimette tutto in gioco, quella cioè che trascorriamo in cerca dell’alleato o alleata con il quale finire i nostri anni in pace e serenità.

87 immaginePrima soli e felici di esserlo e poi maledettamente soli e fragili, è strano trovarsi così, in una stanza, con la netta sensazione di essere insufficienti, incompleti, sbilanciati, senza un centro ma con la precisa consapevolezza di ciò che manca.

È strano perché non ci siamo abituati, non ci siamo mai allenati alla mancanza e alla necessità, soprattutto a quella che viene da dentro e che non possiamo affrontare se non con un aiuto esterno.

E non parlo solo di compagnia, perché quella può venire dalle persone più svariate e sbagliate.

Parlo di quel patto, segreto ma così nitido e chiaro al cuore, che stringiamo con l’unica persona della quale veramente ci fidiamo, quella che non ci abbandonerà mai qualunque cosa succeda.

Perché, se nell’abbondanza abbondano anche gli amici, è nella necessità che si scoprono gli amici veri, i compagni di strada che silenziosamente e a modo loro ci sono sempre stati e sempre ci saranno.   

Madrid, 14 novembre 2022