Un altro mondo è possibile…l’Apocalisse è lontana: la storia di Antanas
Un altro mondo è possibile…l’Apocalisse è lontana: la storia di Antanas
di Martino Ariano
Mi affaccio e vedo un grande caseggiato
ricoperto di cielo azzurro
Un altro mondo è possibile…l’Apocalisse è lontana: la storia di Antanas
E ancora possibile immaginare un mondo altro rispetto a quello governato dal pensiero unico neoliberista?
E se sì, quale strada si può percorrere per scardinare il sistema?
Come deve essere un politico al tempo della crisi che stiamo vivendo: un bravo ragioniere che gestisce i pochi spiccioli che ha, secondo la norma e la giurisprudenza o piuttosto un eccitatore creativo tutto proteso a fare nascere una nuova idea di cittadinanza?
Come può garantirci un futuro: presiedendo un’amministrazione impeccabile ispirata al pareggio di bilancio, o tessendo un paziente lavoro per formare nuovi cittadini che abbiano il gusto della partecipazione, che ricerchino il bene comune, che abbiano uno spiccato senso di comunità, che si sentano ognuno responsabile di tutto?
Terzo settore, rivoluzione digitale, retoriche verdi, dei diritti o del progresso sono solo dei mezzucci che ci hanno portato fuori strada, quando invece serve recuperare una visione antica: il conflitto di classe come motore per cambiare il sistema.
Una eccitante risposta, alle mie domande, me la fornisce Sandro Bozzolo in: “Un sindaco fuori del comune. La democrazia partecipativa esiste. Storia di Antanas Mockus, Supercittadino di Bogotá”.
Antanas Mockus, certo che una comunità opera e funziona bene se tutti i suoi componenti hanno introiettato un codice morale e sociale ispirato a partecipazione e rispetto, ha vissuto il suo doppio mandato di sindaco di Bogotá come pedagogo più che come amministratore.
Ecco dei piccoli esempi: i vigili urbani, li ha sostituiti con dei clown, si è mostrato nudo in televisione per provare che si può fare la doccia in tre minuti.
Insomma insegna che la politica, quando è in grado di mettersi in gioco, ha un solo mandato: restituire potere ai cittadini, così da poter stravolgere gli schemi.
Alimentando la partecipazione dei cittadini alle scelte amministrative e politiche, il sindaco di Bogotá ha sperimentato con successo il governo orizzontale, mostrando qual’ è la strada da percorrere per riuscire a sovvertire la piazza concreta o simulata dove avviene il confronto politico e si forma l’opinione pubblica e soprattutto ha mostrato, con chiarezza, quali sono gli strumenti per promuovere cambiamento politico e culturale.
Camminare per la strada e poter esporre un cartellino rosso o un pollice verso al concittadino che si rende protagonista di una violazione di legge o di un comportamento incivile è una prerogativa, di cui i bogotani diventano orgogliosi.
E a Nola, in Italia?
Sono possibili esperimenti del genere?
Si. Anzi, sono già stati compiuti, spesso inconsapevolmente, a partire dal livello locale.
Si pensi alle numerose esperienze dei Comuni virtuosi e della Rete dei comuni solidali, che praticano il cambiamento dal basso attraverso una nuova visione della politica locale, partecipata, attenta al territorio, all’integrazione.
Oppure al popolo dell’acqua pubblica che, dopo decenni di fallimenti dello strumento referendario, ha riaffermato la preminenza dell’interesse pubblico rispetto a quello del profitto e del mercato. Oppure ancora alla miriade di movimenti ambientalisti, liste civiche, comitati a difesa dei beni comuni che potrebbero dare vita a una nuova marea civica ed ecologista italiana.
Una moltitudine dispersa in attesa di un detonatore che sappia metterli in connessione l’uno con l’altro.
E allora?
Quali risposte dare in uno scenario dove regna sovrano il raggrupparsi per plotoni di esserini che vincono e agiscono come la somma di tante soggettività.
In fondo, torna il vecchio refrain, bisogna ripartire da comunità e autodeterminazione, dalle risposte che arrivano dai luoghi, dai compagni e dalle compagne che sono esclusi dai flussi finanziari/tecnologici internazionali.
Stiamo vivendo lo spazio in cui la speranza s’eclissata, la caduta dei mercati non ha causato rivoluzioni, ma l’intrecciarsi di meschinità e profezie a basso prezzo.
Madrid, 21 agosto 2022