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Turismo è consapevolezza ambientale: forza motrice della Sostenibilità

di Martina Tafuro

“Lo sviluppo sostenibile è quello che provvede
al soddisfacimento dei bisogni delle generazioni
presenti senza compromettere la possibilità
di soddisfacimento dei bisogni di quelle future”
(
Our common future – Rapporto Brundtland)

Era il 1987, quando la Commissione mondiale per l’ambiente e lo sviluppo delle Nazioni Unite, durante il Summit della Terra di Rio de Janeiro nel 1992, presentò un Rapporto dal titolo: “Il futuro di tutti noi”.

La commissione presieduta dal premier norvegese Gro Harem Brundtland, introdusse nel dibattito pubblico il termine di sviluppo sostenibile.

Quest’ultimo concetto entrava, così, nel linguaggio comune e veniva sintetizzato nei famosi due pilastri: soddisfare i bisogni delle generazioni presenti senza compromettere le future.

Questa prima definizione dà vita alla cosiddetta regola dell’equilibrio delle tre E: ecologia, equità, economia, quindi viene posta al centro del dibattito la questione del benessere delle future generazioni.

In definitiva, si cerca di armonizzare le ragioni della tutela del creato e della sua custodia, con quelle dell’economia e del mercato.

L’umanità, nel corso della sua storia, ha manifestato una voracità incredibile riuscendo a consumare, così tante risorse da rendere impossibile alle generazioni future, continuare sul modello di sviluppo consolidato.

Modello di sviluppo che ha poi generato squilibri non più accettabili: l’effetto serra, la deforestazione, la progressiva scomparsa della biodiversità, la desertificazione, la contaminazione dell’aria, del suolo, delle acque.

Questi sono tutti elementi di una crisi la cui responsabilità è da addebitare all’uomo stesso, la stessa crisi economica è conseguenza di una visione egoistica che non è più in grado di offrire risposte concrete ai bisogni reali dell’uomo e ha messo in discussione il futuro delle prossime generazioni.

L’idolatria del mercato, il consumismo sfrenato e senza limiti, la distruzione dell’ambiente sono mali sociali riparabili soltanto usando in modo equo e sostenibile le risorse ancora disponibili.

Agenda 21, il programma d’azione per lo sviluppo sostenibile e la Dichiarazione di Rio, a costo di tanti sforzi, hanno raggruppato in 6 argomenti le azioni prioritarie per un futuro sostenibile:

1. Costruzione di un mondo prospero: crescita dell’economia di mercato con criteri di sostenibilità.

2. Costruzione di un mondo giusto: riduzione della povertà, garanzia di una esistenza vivibile ed equa per tutti, riduzione del degrado ambientale, sostegno ai paesi in via di sviluppo.

3. Costruzione di un mondo vivibile: risanamento urbanistico delle metropoli ormai collassate, riduzione delle periferie degradate, qualità delle abitazioni, dell’energia, del trasporto, delle reti idriche per ridurre l’inquinamento urbano e lo smaltimento dei rifiuti e delle acque di scarico.

4. Promozione di un mondo fertile: ottimizzazione della produzione agricola attraverso l’utilizzo sostenibile della terra, dell’acqua potabile, delle risorse biologiche.

5. Promozione di un mondo condiviso: uso responsabile e giusto delle risorse e azioni di cooperazione globale per la protezione delle risorse stesse.

6. Promozione di un mondo pulito: riduzione dei prodotti chimici, nocivi, tossici e loro smaltimento.

È sul versante della qualità della vita che si gioca il futuro di tutti noi. Il pensiero e le teorie sullo sviluppo sostenibile e dell’eco-economia ribaltano i cardini fondamentali dell’economia basata esclusivamente sul lavoro e il capitale: per capitale si distinguono quello naturale (sistemi naturali, flora, fauna, habitat, fiumi, mari, laghi, agricoltura, pesca, beni culturali di un territorio) e quello prodotto dall’uomo.

La terra sta passando da una fase storica in cui il fattore limite era il capitale prodotto dall’uomo ad un’altra in cui il fattore determinate è quello che rimane del capitale naturale.

Ne deriva un nuovo approccio alla gestione di Madre Terra che punta sulla lotta alla povertà, al sottosviluppo e al miglioramento della vita per tutti.

La necessità di un uso razionale e responsabile delle risorse, attraverso il cambiamento dei comportamenti di consumo, conservazione e salvaguardia dell’ambiente, lotta alla deforestazione, tutela della biodiversità, promozione dell’agricoltura.

La riduzione massima degli sprechi non è solo necessità virtuosa, ma di sopravvivenza. Uno stile di vita improntata al concetto di sobrietà rafforza la qualità della vita e sostiene una crescita armonica dell’uomo.

Il riciclaggio delle risorse rinnovabili, è conseguenza della strategia della sufficienza che conduce inevitabilmente ad un cambio di prospettive valoriali e di stili di vita.

 Rachel Carson nasce la consapevolezza ambientale

Nel 1962, Rachel Carson pubblicò “Silent Spring” e denunciò al mondo, le conseguenze ambientali nefaste sul pianeta frutto dell'uso delle sostanze chimiche di sintesi e dimostrò che erano state intaccate in modo irreversibile le catene alimentari, sia terrestri che marine. Il DDT e altri pesticidi sintetici, molti dei quali soggetti a bioaccumulo, distruggono praticamente tutte le specie di insetti, compresi quelli utili all’uomo e necessari alla conservazione dell’ecosistema. L’industria chimica del settore viene accusata di diffondere intenzionalmente disinformazione fra pubblico e funzionari pubblici per fare accettare le proprie posizioni, cioè i propri interessi.
Universalmente riconosciuta come la madre dell’ambientalismo contemporaneo, Rachel Carson (1907-1964), biologa e scrittrice americana, è stata un punto di riferimento fondamentale per la riflessione ecofemminista. Nei suoi scritti e interventi pubblici sfidò l’ideologia del progresso, denunciò l’irresponsabilità dell’industria chimica e l’indifferenza dei governi nei confronti dell’alterazione degli equilibri naturali e ne previde le nefaste conseguenze.

La pubblicazione di Silent Spring fu un evento epocale nella storia del pensiero ecologico. L’idea che gli esseri umani fossero parte di un delicato e complesso ecosistema implicava un radicale mutamento culturale, un rovesciamento completo della tradizione di pensiero che poneva gli umani al di fuori e al di sopra della natura. Attraverso i suoi scritti, e con l’esempio della sua stessa vita, mise in discussione le ideologie dell’oppressione che impedivano alle donne la piena espressione nella società ed esercitò una rilevante influenza su scienziate, movimenti femminili e donne comuni. Il successo di vendite fece da volano per una campagna contro l’industria chimica. John Kennedy fu costretto a inserire nell’agenda di governo i primi provvedimenti ambientali.

Le tesi esposte in Primavera Silenziosa, ancora oggi, dimostrano che esistono alternative all’ avvelenamento del pianeta da parte delle industrie chimiche e che il lavoro congiunto degli studiosi ambientali suggerisce soluzioni biologiche, basate sulla conoscenza degli organismi viventi.

 Risorse

Le tappe fondamentali dello sviluppo sostenibile

Codice Mondiale di Etica del Turismo

Dichiarazione di Montreal per una visione umanistica e sociale del turismo

Carta di Lanzarote per un turismo sostenibile

Napoli, 16 luglio 2018